Un efficace sistema su mappa consente di conoscere il livello di pericolosità delle diverse zone di Miano.
Come si fa a sapere, al di là del sentito dire, se un via sia realmente invasa dalla criminalità o se non si tratti semplicemente di leggende metropolitane? Daniele Belleri, giornalista di 25 anni, ha realizzato un efficace sistema. Si tratta della geolocalizzazione dei crimini, idea presa in prestito dagli Usa. Il giovane, da gennaio a dicembre 2010 ha setacciato i siti internet, i giornali locali e tutte le notizie di cronaca nera racimolabili sui media riguardanti. E ha inserito il tutto in una cartina di Google Maps, all’interno del sito Ilgirodellanera.wordpress.com. Risultato: una “mappa del crimine”, con i reati segnalati zona per zona e suddivisi per tipologia identificati da diversi simboli.
E così, il colore rosa, ad esempio, segnala episodio di sfruttamento della prostituzione, il rosso le rapine, il nero truffe ed estorsioni, il verde lo spaccio di droga, un coltello gli accoltellamenti, un teschio gli omicidi, un pugno le risse e così via. Le mappe sono suddivise tra i vari settori di Milano e nascono con l’idea di «creare una sorta di racconto che fosse anche utile», spiega Belleri.
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«A fine 2009 – continua – cercavo casa, ed ero incuriosito dalle quotazioni bassissime in alcuni quartieri. Così ho cominciato ad andare a vedere molte case, per avere l’opportunità di entrare nei palazzi, nei cortili, e vedere con i miei occhi». Secondo il giornalista, «questo modo di raccontare la città può avere delle conseguenze sul modo di pensare della gente. Non mi interessa creare una curiosità morbosa, ma al contrario portare a un miglioramento, interessare le autorità perché abbiano indicazioni utili».