È sempre molto difficile e incerto identificare i contorni di un soggetto, il rilancio a livello mondiale di una città come Milano, superando, come suggerisce Luca Doninelli, le nostre paure interne, ma occorre prendere atto delle cifre e dei dati oggetivi e forse spariranno i complessi di inferiorità.
Paolo Del Debbio, su IlSussidiario.net si è chiesto giustamente quali sono i criteri di selezione utilizzati dal New York Times, che inserisce la nostra città al quinto posto, inserendoci tra Islanda e la Repubblica della Georgia, tra i quaranta luoghi da visitare nel 2011.
Cominciamo allora ad osservare da lontano il fenomeno Milano nel XXI secolo per definire un quadro più distaccato, per capire cosa sta cambiando nel mondo e com’è possibile utilizzare questa attenzione comunicativa per catturare le ricadute positive per i milanesi, i lombardi, gli italiani.
L’interesse dei media internazionali per Milano si è riaccesso con Expo 2015, è in crescita e per il New York Times (1.000.665 copie giornaliere stampate, 31 milioni di visitatori unici al mese del sito web, 3,8 milioni le pagine visualizzate in Italia al mese) nasce da una scelta editoriale. Il prestigioso quotidiano newyorchese parla innanzi tutto al suo bacino di lettori nazionali e internazionali che hanno sempre più spesso occasione di visitare Milano e il suo territorio per affari o per turismo.
A questi lettori cartacei e del web, dicono le rilevazioni dell’ufficio marketing del giornale che ha sede al 620 della 8th Avenue di New York, interessano come sempre lo shopping d’alta gamma, l’offerta culturale di livello che sa rinnovarsi e il cibo di qualità, ma sono colpiti anche da “una nuova forza comunicativa” di Milano, che fa da traino anche ad altri territori lombardi (nel dicembre 2010 il New York Times ha suggerito ai visitatori di Milano anche un dettagliato itinerario fuori porta, nell’area bergamasca).
È dal 2008 che il New York Times pubblica la classifica sul suo sito, arricchita da un album fotografico che inquadra in un volto, in una strada o in un monumento il nuovo spirito della città: per Milano è stata scelta l’immagine di una strada laterale al Duomo, frequentata da turisti in maniche di camicia, infiorata da vasi sempreverdi e con un bici “Bike me” appoggiata al muro della cattedrale che fa tanto città ecologica (clicca qui).
Basta controllare le varie edizioni della guida turistica on line per rendersi conto che sono via via aumentati i suggerimenti on line di visita per le città e i paesi dell’Asia , delle Repubbliche dell’ex Unione sovietica e del Sud America, penalizzando le mete europee (quest’anno sono ridotte a cinque i suggerimenti di viaggio nel veccio Continente tra cui Budapest, Londra, Salonicco, Manchester e Dresda).
Il turismo mondiale si sta spostando massicciamente verso oriente, come del resto testimoniano le statistiche del World Turismo Organisation, ma qualche città in Europa sa reagire a questo trend meglio di altre, mettendo in campo la sua “argenteria”, il nuovo Museo del Novecento oppure la facciata illuminata del Duomo indicata dal quotidiano di New York.
Chi ha inserito Milano nella classifica del 2011 è quindi estraneo al dibattito permanente declino – sviluppo di Milano che ci appassiona, ma è attento alle cifre che sono comunicate dalle agenzie di viaggio e dalle compagnie aeree americane e straniere di tutto il mondo (inserzioniste pubblicitarie del Times) e ha concluso che Milano è ridiventata più attrattiva, perché ha in qualche modo riagganciato la rete mondiale di eccellenze turistiche e culturali, mentre Barcellona e Monaco quest’anno sono finite fuori classifica.