La cooperativa sociale “Il Carro” di Paullo e “Fundazia Dezvoltarea Popoarelor” di Bucarest sono insieme per uno scopo comune: favorire l’integrazione sociale di persone socialmente svantaggiate.
Nello scorso mese il Presidente, Andrea Villa, è stato invitato a Bucarest in occasione dei festeggiamenti per i quindici anni di attività di Fundatia. «Ho partecipato a un convegno alla presenza di politici e imprenditori locali con lo scopo di illustrare la nostra opera e lo spirito che muove il nostro agire – racconta Villa a IlSussidiario.net -. Il mio intervento ha riscosso molto interesse ed è nata l’idea che “Il Carro” potesse contribuire allo sviluppo di un nuovo ramo di formazione professionale all’interno dei servizi offerti da Fundatia».
Fundazia Dezvoltarea Popoarelor, partner di Avsi in Romania grazie al progetto “Parteneriati attivi per lo sviluppo dell’economia sociale”, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, ha offerto uno stage formativo a quattro operatori sociali direttamente presso la sede delle cooperativa “Il Carro”. Gli operatori di Fundatia hanno alloggiato presso la Comunità Alloggio della cooperativa sociale “Il Carro” e, durante la giornata, hanno potuto acquisire le competenze tecniche necessarie alla realizzazione di un particolare tipo di affresco, già prodotto e venduto dalla cooperativa paullese.



Presidente Villa, perché la cooperativa sociale “Il Carro” ha aderito a questo progetto?

Se ci è stata fatta una domanda di collaborazione significa che c’è stima nei nostri confronti e di questo siamo davvero orgogliosi. Il nostro metodo di lavoro è stato scelto come modello dagli amici rumeni. Stiamo vivendo un’esperienza significativa sia per noi che per loro.



Che contributo lasciano i ragazzi di Fundatia alla cooperativa?

Ci hanno trasmesso grande serietà nell’approccio al lavoro e disponibilità nell’accogliere il metodo e impararlo. In una settimana è nato un rapporto di stima reciproca con gli operatori di Fundatia, i quali si sono sentiti oggetto di uno sguardo particolare, che è quello che noi abbiamo tutti i giorni nei confronti dei nostri ragazzi.
Questo ci dà la conferma di ciò che muove il nostro operato: l’attenzione all’altro e l’accoglienza della persona nella sua globalità.

Cosa accumuna l’esperienza de “Il Carro” a quella di Fundatia?



L’attenzione al più debole e un cuore grande. Ci accomuna l’amore per quelle persone che la società non ama. Questa esperienza ci aiuta a crescere e ci arricchisce. Il nostro intento è di proseguire la collaborazione nel tempo. Vogliamo aiutarli ad avviare questo nuovo settore di lavorazione artigianale in Romania, magari organizzando delle cene al Carro per raccogliere fondi utili all’acquisto dei macchinari e del materiale necessario.

Chiediamo a Carmen, Raluca, Mioara e Giovanni, operatori di Fundatia, il significato di questa esperienza. Cosa portate con voi in Romania?

Carmen: il lavoro che abbiamo imparato a fare contribuirà in Romania all’apertura di una cooperativa dove lavoreranno persone disabili. Non è una tecnica facile, ma speriamo di riportare correttamente ciò che abbiamo imparato dai nostri maestri Fino ed Egidio. Questo progetto è la testimonianza che i partnenariati contribuiscono ai progetti di sviluppo sociale.
Raluca: c’è stata grande serietà nell’insegnamento del lavoro. Abbiamo imparato che è possibile esportare le competenze da un paese a un altro. Al Carro abbiamo conosciuto una differenza di metodo e un approccio che mancano in Romania: la gratuità.
Nel nostro paese il volontariato non ricopre un ruolo importante nella società, qui ci si aiuta senza aspettarsi niente in cambio. Ne sono un esempio le cene e i pranzi a cui abbiamo partecipato insieme agli imprenditori locali, dove chi può aiutare qualcuno lo fa semplicemente perché se ne presenta l’occasione.

Mioara: siamo partiti pensando che avremmo imparato a fare gli affreschi e invece abbiamo trovato e imparato molto di più. Abbiamo visto una grande passione e amore dei nostri maestri e di coloro che operano al Carro. Vogliamo trasmettere ai nostri ragazzi lo stesso sentimento che abbiamo assorbito stando qui. Possiamo ripartire con una nuova speranza e la possibilità di offrire qualcosa di nuovo ai beneficiari della nostra opera. Speriamo di trasmettere al nostro paese quello di cui abbiamo avuto esperienza qui: i beneficiari di un’opera non sono solo un costo, qui vengono valorizzati e apprezzati nel loro valore umano.
Giovanni: con Fundatia vivo un’esperienza di riconoscimento profondo del valore umano ed è lo stesso sentimento che ho trovato qui. Mi entusiasma l’idea di un bene che, se condiviso, si può moltiplicare. È qualcosa di miracoloso. La speranza è che quello che è nato in questi giorni possa proseguire e non rimanga solo un bel ricordo.
Quello che ci portiamo via sono la passione, la dedizione e la sensibilità dei nostri maestri. Andiamo via con una bella responsabilità che è quella di trasmettere ciò che abbiamo vissuto: amore, rispetto e professionalità.

(Greta Montemaggi)

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