La Scala di Milano ha il nuovo direttore musicale. E’ Daniel Barenboim, il cui incarico durerà fino al 2016. Grande la soddisfazione del Teatro che in un comunicato diffuso a cura del sovrintendete Stéphane Lissner comunica l’impegno del nuovo direttore in un periodo di quindici settimane annue con opere, concerti e tournée. Il nuovo direttore collaborava già strettamente con La Scala di Milano da alcuni anni. Il posto di direttore del teatro era vacante dal 2005 quando Riccardo Muti lasciò tra le polemiche. Anche il sindaco di Milano – che è anche presidente della Fondazione Teatro alla Scala –  ha commentato con soddisfazione, dicendo che la Scala si conferma punto di riferimento della cultura e della musica. La grandezza della sua opera, ha aggiunto Pisapia, arricchirà la storia del tempio della lirica e quindi l’immagine di Milano e dell’Italia nel mondo Il suo ruolo precedente all’interno del prestigioso teatro milanese che durava dal 2006 era quello di “maestro scaligero” una carica istituita appositamente per lui. Barenboim è anche direttore a vita del teatro Staatskapelle di Berlino. Dice ancora il comunicato: “Da questo nuovo rapporto prende slancio un progetto europeo di vasto respiro, che rafforza la Scala al suo interno e al tempo stesso l’apre a nuove prospettive sulla scena mondiale”. Nato a Buenos Aires il 15 novembre 1942, il nuovo direttore della Scala, ha anche la nazionalità israeliana. I suoi genitori erano infatti ebrei russi. Fu bambino prodigio, cominciando a esibirsi al pianoforte già a 7 anni di età. Le su interpretazioni più famose sono quelle di Mozart, di cui ha inciso l’intera opera, e Beethoven. Fu protagonista di alcune polemiche con lo Stato israeliano quando si dedicò a dirigere opere di Wagner, difendendo il compositore tedesco dalle accuse di associazione al nazismo. Nel 2009 ha diretto la prima della Scala di Milano, la Carmen, e nel 2010 ha replicato dirigendo la Valichria. In questa ultima occasione fece scalpore il suo discorso durante la serata polemicamente contro i tagli alla cultura previsti dal governo Berlusconi.



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