Si vantano sul social network Facebook delle loro aggressioni, ma vengono scoperti dai genitori della vittima. Così due giovani ecuadoriani, membri di una gang di latinos, quelle bande di origina sudamericana che si fronteggiano spesso nella città di Milano, sono stati arrestati dalla polizia. Tutto inizia il primo ottobre scorso, quando nel parcheggio di una discoteca un peruviano di 16 anni, che faceva parte di una gang rivale, viene aggredito e colpito con cinque coltellate e una bottigliata in testa da altri giovani ragazzi, di 17 e 20 anni. La vittima si era anche reso colpevole di aver partecipato a un pestaggio avvenuto qualche momento prima ai danni di un membro della banda rivale da parte di una decina di persone presso la stazione Cimiano della metropolitana. Quest’ultimo è il terzo ragazzo latitante che ancora non è stato scoperto dalla polizia. Appena ripreso le forze dopo il pestaggio, l’ecuadoriano ha messo insieme i suoi compagni della banda Latin King per organizzare una vera e propria spedizione punitiva ai danni del giovane, membro dei Trembols. Dopo averlo trovato, all’uscita di un circolo privato che spesso ospita eventi dei latinos, il Living Colours, lo hanno aggredito, accoltellato e picchiato con una bottiglia di vetro. I genitori della vittima, dopo aver visto il figlio in quelle condizioni, non si sono persi d’animo e hanno deciso di investigare personalmente andando a cercare informazioni sul social network, dove spesso questi giovani delinquenti si vantano delle proprie azioni criminali. Uno degli aggressori aveva lasciato sul suo profilo la frase “Rip Trembols”, per far capire di aver vinto la battaglia contro la gang rivale, ma senza sapere di essersi esposto troppo: così i due genitori sono arrivati a scoprire le gesta dei due, che sono stati prontamente arrestati dagli agenti del commissariato Mecenate, che già in passato ha condotto numerose indagini simili su i vari spostamenti, riorganizzazioni e smembramenti delle gang. Il locale dove è avvenuta l’ultima aggressione, in via Boncompagni, è stato chiuso e messo sotto sequestro perché scoperto senza licenza.