Uno studente 17enne di Limbiate (Milano) è candidato a entrare nel Guinness dei Primati perché ha fondato un’impresa unica al mondo. Si chiama Pfa (Pompe funebri animali) e si occupa di dare degna sepoltura alle bestiole di piccola taglia, come pesci rossi, furetti, criceti, tartarughe e canarini. Con ben 749 clienti dall’inizio del 2010 a oggi, Nicolò Verga è in assoluto l’unico imprenditore con meno di 18 anni attivo nel campo delle pompe funebri. O almeno, questa è l’ipotesi che sta esaminando la commissione del Guinness dei Primati, che entro due settimane dovrà decidere se in tutto il mondo esista qualche altro ragazzo che si è messo in proprio in questo campo. Ilsussidiario.net ha intervistato Verga, per farsi raccontare il suo lavoro che svolge da quando ha nove anni, all’insegna del motto “Serietà, decoro e rispetto”.



Come ha saputo di essere a un passo dal Guinness dei Primati?

Due settimane fa ho ricevuto una chiamata da un produttore di Mediaset, che mi ha rivelato che sta compiendo una ricerca approfondita per scoprire se io sono la prima persona al mondo al di sotto dei 18 anni che lavora come imprenditore di pompe funebri. Subito dopo anche la Rai si è interessata a me, anche se ho preferito mantenere un basso profilo proprio perché mi manca ancora la conferma definitiva. Ma entro le prossime due settimane saprò con certezza se entrerò effettivamente nel Guinness dei Primati.



Nel frattempo quali altri riconoscimenti ha ricevuto?

Sono stato riconosciuto come socio onorario di Federcofit, la Federazione del comparto funerario italiano. E lo stesso è avvenuto da parte dell’Ente protezione animali, grazie all’opera che svolgo per assicurare una degna sepoltura alle bestiole.

Su quale scala lavora la sua impresa?

Negli ultimi due anni ho allargato notevolmente la rete dei miei clienti, che vengono non soltanto dall’intera Lombardia ma anche da altre regioni italiane come l’Emilia-Romagna. Ma la Pfa si sta espandendo anche come tipologia e qualità dei servizi offerti. Per esempio tramite un’impresa di pompe funebri esterna è stata introdotta la cremazione di furetti, pappagalli e altre bestiole. Abbiamo inoltre allestito una piccola casa funeraria, dove la salma rimane prima della cremazione o dell’inumazione.



Ma perché non si occupa anche di cani, gatti e altri animali di medie dimensioni?

Perché per questi ultimi ci vorrebbe un’autorizzazione particolare da parte delle autorità. Inoltre, per entrare nel Guinness dei Primati devo limitarmi a lavorare sempre alla stessa categoria.

 

Come si svolge la cerimonia funebre per gli animali?

 

Tutto inizia con una breve riflessione nella “sala della memoria”, una stanza adibita alle cerimonie. È il momento durante il quale spesso si assistono a scene di commozione per l’animale deceduto. Anche perché una parte dei miei clienti sono anziani molto legati ai loro piccoli amici, che costituiscono spesso la loro unica compagnia. Dopo avere dato modo ai padroni di esprimere le loro emozioni, la salma dell’animaletto è sigillata nella bara mediante una chiusura ermetica a colla calda, e quindi è inumata, oppure per chi lo preferisce è cremata.

 

Dove li seppellite gli animali?

 

Le bestioline sono inumate in un terreno di fianco alla casa funeraria. L’inumazione però è molto meno frequente, la maggior parte dei clienti preferisce la cremazione. Infatti dopo la cerimonia l’urna che contiene le ceneri può anche essere portata a casa. E quindi i proprietari che desiderano tenere con sé i resti dell’animaletto in questo modo lo possono fare.

 

E di solito dove lo tengono una volta portato a casa?

 

L’urna è abbastanza graziosa, e in molti la tengono come soprammobile, in ricordo della compagnia che dava loro l’animale domestico cui si erano affezionati.

 

Come reagiscono le persone durante la cerimonia funebre per i loro animaletti?

 

Capita spesso che i padroni una volta nella sala del commiato si mettano a piangere di fronte alla salma della bestiola. In questi casi io, con grande dignità, resto serio proseguendo la cerimonia, perché questo è il modo migliore per aiutare le persone in queste circostanze dolorose.

 

Da dove nasce il suo amore per gli animali che l’ha portato a trasformarsi in imprenditore?

Ho fondato l’impresa Pfa quando avevo nove anni. Ho sempre avuto un debole per gli animali, e un mio vicino di casa aveva una grande voliera di pappagalli. Ogni volta che ne moriva uno, siccome io ero già noto per queste attività, il mio vicino mi affidava i loro resti. Decisi quindi di prendere una cassetta, costruita in un primo momento con materiali molto semplici, e di inserirvi il corpo del povero pappagallo, tributandogli una degna sepoltura nel giardino del suo padrone. Inizialmente il passaparola, e in seguito diversi articoli di giornale e servizi televisivi, hanno fatto conoscere nel tempo l’attività imprenditoriale che tuttora mando avanti. Il clou per l’impresa Pfa arriva però nel 2010, quando è conosciuta a livello nazionale, anche da parte delle altre imprese di onoranze funebri e dalla stessa Federcofit.

 

Lei nel frattempo sta ancora studiando?

 

Frequento il Collegio Castelli di Saronno, dove sono iscritto all’Istituto alberghiero.

 

Pensa di fare delle Pompe funebri animali una professione per il futuro?

 

Il settore delle ricezione alberghiera e della gastronomia, cui sto dedicando il mio impegno scolastico, mi interessa moltissimo. Anche se non escludo per il futuro di seguire il campo nel quale ho fondato la mia piccola impresa. Sto ricevendo infatti numerose richieste da parte di imprenditori già affermati che mi chiedono di mettermi in società con loro e di lavorare insieme. Per chi ha coraggio, creatività e passione, quello delle onoranze funebri è un settore che può dare tanto. Basti pensare che di recente le case funerarie stanno nascendo come i funghi in tutta Italia.

 

Che cos’è esattamente una casa funeraria?

 

La “moda” delle case funerarie nasce circa tre o quattro anni fa, quando uno dei più grandi imprenditori funebri di Milano ha deciso di venire incontro all’esigenza di molti parenti dei defunti, che preferivano non organizzare la camera ardente nella loro casa. Diversi appartamenti infatti sono troppo piccoli, ma anche le camere mortuarie degli ospedali non sono l’ideale, perché sono fredde e inospitali. La casa funeraria quindi è pensata per rispondere a questa esigenza, e di solito sorge vicino o annessa all’impresa.

 

(Pietro Vernizzi)

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