Con l’entrata in vigore della congestion charge del sindaco Giuliano Pisapia, i commercianti milanesi pagheranno 3 euro al giorno, oppure 5 compensati da due ore di sosta gratuita. Tenuto conto del fatto che dal 16 gennaio al 31 dicembre 2012 ci saranno 238 giorni lavorativi, significa che per ciascun commerciante l’odiata “tassa Pisapia” verrà a costare 714 euro l’anno, oppure 1.190 euro per chi sarà anche costretto a parcheggiare. Un provvedimento contro il quale il capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli, ha proposto di indire una class action. Per Simonpaolo Buongiardino, amministratore di Confcommercio Milano e portavoce di tutte le associazioni dei commercianti per la vicenda congestion charge, “il provvedimento di Pisapia è un passo indietro rispetto all’Ecopass della Moratti: infatti fa pagare a tutti i veicoli, e non solo quelli che inquinano di più. L’ex sindaco aveva creato un meccanismo virtuoso, in quanto molti milanesi avevano scelto di acquistare un veicolo ecologico, e di questo non beneficiava solo la zona Ecopass ma l’intera città”.
Buongiardino, qual è la posizione di Confcommercio e delle altre 14 associazioni di categoria da lei rappresentate?
Abbiamo dato vita a un tavolo intercategoriale aprendo un confronto con il Comune. E questo ha fatto sì che ottenessimo il riconoscimento di una tariffa differenziata che vale per i cosiddetti “mezzi di servizio”. Chiunque rifornisce la città di prodotti e servizi pagherà quindi 3 euro invece di 5. Si tratta di un risultato che ci ha lasciati moderatamente soddisfatti, perché si è riconosciuto un principio giusto e si è trovata una mediazione. Anche perché dopo il referendum sull’allargamento di Ecopass, il momento sembrava particolarmente sfavorevole.
Ma lo “sconto” di 2 euro è l’unico risultato che avete ottenuto dal confronto con Pisapia?
Il sindaco si è anche impegnato a facilitare e migliorare la logistica delle merci attraverso l’aumento delle piazzole di carico e scarico. Un tavolo tecnico si riunirà periodicamente per esaminare la situazione e fornire eventuali suggerimenti relativi alla congestion charge, che è un provvedimento sperimentale la cui durata prevista è di 18 mesi. Ci sarà quindi la possibilità di operare cambiamenti per introdurre dei miglioramenti.
Aderirete alla class action proposta da Masseroli?
Quella di Masseroli è un’iniziativa politicamente targata. Le associazioni degli imprenditori del commercio, del turismo, dell’industria, dell’artigianato e dei trasporti rappresentano invece la società civile. Abbiamo sempre cercato di distinguerci rispetto alle scelte di ordine politico, e per il momento non intendiamo quindi aderire alla class action. Pensiamo piuttosto di valutare la portata dei provvedimenti attuativi che saranno emessi da Pisapia e di metterci in dialogo con l’amministrazione anche al fine di individuare modalità più agevoli per il pagamento della congestion charge.
Con la congestion charge di Pisapia, i commercianti pagheranno di più o di meno rispetto all’Ecopass della Moratti?
Globalmente di più. Diversi commercianti, artigiani e operatori dei trasporti negli ultimi quattro anni avevano adeguato gli automezzi adottando i filtri antiparticolato per renderli Euro 4 o Euro 5. E in molti avevano addirittura sostituito i veicoli, acquistando furgoni a Gpl, a metano o di nuova generazione. L’Ecopass della Moratti era quindi pagato solo da un numero modesto di veicoli. La congestion charge riguarda invece tutti i veicoli, inclusi gli Euro 5, e quindi sicuramente comporta un aumento della somma pagata.
Ma tenuto conto che un commerciante ha già dovuto pagare per comprare un furgone ecologico, e ora sarà costretto a versare una tassa di 3 euro al giorno, non ritiene che la categoria sia un po’ tartassata?
Sicuramente sì. Questo è conseguenza del fatto che l’amministrazione Pisapia ha voluto cambiare la natura di Ecopass, trasformandola da una tassa sull’inquinamento, limitata ai veicoli non ecologici, a una tassa sul traffico, estesa quindi a tutte le auto. Noi siamo contrari a questo cambiamento. L’Ecopass della Moratti aveva introdotto un meccanismo virtuoso, poiché in molti avevano acquistato i veicoli ecologici o di nuova generazione, e questo aveva portato dei benefici non solo nell’area Ecopass ma per l’intera città. Se Pisapia si fosse limitato a confermare questo provvedimento, avrebbe ulteriormente migliorato il parco veicoli e quindi la qualità ambientale di Milano. Purtroppo invece il nuovo sindaco ha deciso di cambiare indirizzo scegliendo la congestion charge.
Ma se le cose stanno così, perché non aderite alla class action?
Nei prossimi giorni abbiamo in programma diversi incontri tra le nostre sigle per esaminare meglio la congestion charge. Quindi prenderemo in considerazione i provvedimenti attuativi, che ci forniranno qualche ulteriore metro di valutazione. Allo stato attuale non è previsto nessun tipo di protesta, e quindi neppure l’adesione alla congestion charge. Con il tempo comunque valuteremo meglio il da farsi.
Da un punto di vista della logistica, che cosa cambierà con la congestion charge?
L’area in cui sarà applicata, ribattezzata “zona C”, è relativamente ristretta, pari a 8 chilometri e 100mila metri quadrati, ma comprende più del 25% delle attività commerciali di tutta Milano. In questa zona, dove solo tra negozi e pubblici esercizi ci sono tra i 9 e i 10mila punti vendita, esistono solo 121 piazzole di carico e scarico merci. Sono assolutamente insufficienti e questa è la causa delle soste in doppia fila. Raddoppiando il numero delle piazzole e controllando che non siano utilizzate per la sosta vietata, si potrà risolvere il problema dei veicoli in doppia fila che è causa di ingorgo, velocizzando inoltre il sistema di carico e scarico.
Quali sono le altre vostre richieste alla giunta Pisapia?
Uno dei punti più importanti sono le modalità di versamento della congestion charge: vogliamo infatti evitare di sommare dei costi burocratici agli oneri di pagamento della tassa. Questo vale soprattutto per gli ingressi ripetuti, cioè per quei veicoli e attività che entrano con grande frequenza nella zona C. Dovranno affrontare delle spese ingenti, ma chiediamo quantomeno che il sistema di pagamento sia efficiente e snello. Noi avevamo chiesto l’abbonamento, ma purtroppo Pisapia ci ha risposto in modo negativo.
(Pietro Vernizzi)