Sabato 26 novembre si svolge la quindicesima giornata nazionale della Colletta Alimentare: un traguardo non da poco, con un appuntamento che si rinnova anche in un momento di crisi. Durante la giornata della Colletta, nei maggiori supermercati, ma anche – da qualche tempo – nei negozi di quartiere, si raccolgono alimenti per le persone meno fortunate e che fanno fatica a fare la spesa con regolarità. Questo appuntamento è ormai entrato a tutti gli effetti nelle abitudini del popolo italiano, che ha sempre dimostrato una grande generosità in questa occasione. In particolare, la Lombardia e Milano, dove è nata questa iniziativa, fanno da motore all’evento con la  carica dei tanti volontari (quasi ventisettemila) e l’organizzazione dei magazzini e della logistica con cui si gestisce e si smista quanto viene donato. Lo ha raccontato in questa intervista rilasciata a IlSussidiario.net Gianluigi Valerin, Presidente dell’Associazione Banco Alimentare della Lombardia: “è da un gesto come questo che nasce la vera speranza anti crisi, non da altro”. E in occasione di questa quindicesima giornata, ci ha detto ancora, ci sarà una novità molto particolare che aggiunge profondità a un gesto già pieno di significato.



Valerin, come è il “termometro” dell’evento a pochi giorni dal 26 novembre? Che previsioni fate?
Sono mesi che siamo impegnati in Lombardia in termini di sensibilizzazione e preparazione. E non solo per ricostituire e riorganizzare come ogni anno la rete dei volontari e dei punti di raccolta, ma anche e soprattutto per trasmettere anzitutto a chi organizza questa colletta il senso di questo gesto, che è quello sintetizzato nelle dieci righe del volantino attraverso il quale chiederemo a chi va Sabato a fare la spesa di donarne una parte per chi ha più bisogno.
Qual è stato l’obbiettivo, il punto centrale di questo lavoro di sensibilizzazione?
Guardare sempre a un aspetto di tipo educativo. Nelle persone che si sono coinvolte, nei volontari, vediamo sempre nascere o ridestarsi una grande partecipazione consapevole, dalla Valtellina fino alla Bassa, che supera l’aspetto emotivo del gesto che proporremo Sabato 26 novembre. Dire che la Colletta Alimentare compie 15 anni significa dire che non è più un gesto compiuto solo sull’onda dell’emotività, ma che è davvero diventato “educativo”, un aspetto di una gratuità e di una generosità che non è sentimentale, ma che viene compiuto da persone che hanno le ragioni per muoversi e donare il proprio tempo e la propria fatica.
Ci dica se possibile qualche numero rispetto all’impegno che si tiene Milano e in Lombardia. Volontari e centri di raccolta, ad esempio, sono in aumento?
La prospettiva è sicuramente di una crescita, nonostante la crisi che attraversiamo. In Lombardia l’anno scorso erano circa 25mila i volontari che consegnavano la busta per la spesa. Nel lavoro preliminare di cui parlavo prima, cioè gli incontri di sensibilizzazione e organizzativi, abbiamo registrato un aumento delle presenze e crediamo che sabato ci saranno almeno 26.500 volontari. Riguardo invece a quanto si raccoglierà non siamo abituati a fare previsioni, quello che possiamo dire è che lo scorso anno c’è stato un incremento significativo in termini percentuali, nonostante la crisi.
E i punti di raccolta?
Anche qui registriamo un incremento degli esercizi che aderiscono all’iniziativa, tenendo conto che adesso la Colletta non si fa più solo nei supermercati ma anche nei negozi di quartiere. In Lombardia arriviamo a circa 1340 punti vendita, con un incremento rispetto a quelli del 2010 che erano circa 1270. Una crescita quindi sui due aspetti, i volontari e i punti di raccolta.
C’è qualche timore che l’attuale crisi possa ridurre la quantità di prodotti o invece proprio la crisi potrebbe stimolare la generosità delle persone?
Abbiamo discusso di questo aspetto. Abbiamo già visto in passato che quando c’è crisi, di fatto, l’impeto di generosità della gente diventa ancora più importante. In special modo i lombardi hanno sempre risposto in modo diretto e generoso. Da questo punto di vista l’ipotesi è che la crisi non bloccherà questo impeto di cuore a cui il popolo lombardo ha sempre risposto in modo splendido.
Dall’anno scorso c’è una nuova iniziativa legata alla Colletta Alimentare che è davvero sorprendente. Ce ne parli.
E’ una novità nata proprio in Lombardia e che si è ulteriormente sviluppata quest’anno coinvolgendo tutto il territorio nazionale. Si tratta della Colletta nelle carceri. L’anno scorso siamo stati accompagnati in questa idea dall’Associazione Incontro e Presenza che opera negli istituti di pena andando a incontrare i direttori, ne sono venute fuori cose molto interessanti.



Cioè? I carcerati donano anche loro prodotti alimentari?
I carcerati una volta al mese hanno la possibilità di fare una piccola spesa. Noi, con il placet delle direzioni, abbiamo fatto promozione presso di loro portando un pieghevole che spiegava in sintesi quello che è l’obbiettivo della Colletta. Molti di loro hanno potuto cogliere l’importanza della cosa, e quest’anno, alcuni aderendo per la prima volta a questa proposta, altri rinnovando un gesto compiuto lo scorso anno, avranno la possibilità di riservare una quota di questa loro spesa alla Colletta. Passeranno dei nostri volontari nelle carceri, accompagnati dal personale di custodia, e con un carrello raccoglieranno dalle loro celle quello che doneranno in funzione della sensibilità e la disponibilità di ognuno.
Un evento davvero eccezionale.
Le posso assicurare, dopo l’esperienza dello scorso anno che il coinvolgimento dei detenuti in questo gesto è davvero straordinario. Con il lavoro fatto in questi ultimi mesi di sensibilizzazione ne avremo un ritorno dal punto di vista della coscienza del gesto che supererà ogni aspettativa. Con alcuni direttori poi abbiamo potuto ipotizzare di mandare qualche detenuto fuori dalle carceri a fare il lavoro nei magazzini.
In conclusione, questa quindicesima edizione della Colletta come sarà ricordata?
Noi siamo convinti che nonostante questo periodo di crisi un gesto di carità come questo non contribuisca solo alla crescita di buoni cristiani, ma anche di cittadini più veri, più coscienti dell’importanza che può avere un gesto di gratuità come questo. E’ da qui che nasce la vera speranza anti crisi, non da altro.

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