Importante riconoscimento per Stefano Colli-Lanzi, fondatore e Amministratore Delegato di Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro, a cui verrà assegnata la Medaglia d’Oro del Comune di Milano, onorificenza nota comunemente come Ambrogino d’Oro, durante della cerimonia ufficiale prevista al Teatro dal Verme il 7 dicembre. «Sono particolarmente emozionato e felice di questo premio che, attraverso di me, viene dato all’azienda e a tutte le persone che lavorano in Gi Group», ha dichiarato Stefano Colli-Lanzi. «È un riconoscimento importante e conquistato grazie alla peculiarità del nostro Gruppo, che, in questi pochi anni, ha saputo realizzare qualcosa di realmente eccezionale. D’altra parte, sono sempre più convinto che solo nel tempo si possano vedere la vera grandezza e la portata di un’opera. Sta a noi, quindi, raccogliere la sfida che questo comporta».
Tra le varie Medaglie d’Oro assegnate quest’anno, spiccano anche quelle dedicate alla memoria: la prima a quella di Vincenzo Capacchione, cardiologo deceduto lo scorso giugno per un aneurisma dopo aver effettuato un intervento d’urgenza perfettamente riuscito. La seconda Medaglia è per Marco Colombaioni, 28 anni, annegato il 2 luglio scorso a Marina di Ravenna per salvare alcuni giovani in mare. Inoltre è stata assegnata anche la Gran Medaglia d’Oro del Comune di Milano, la massima benemerenza civica, che va all’arcivescovo della Diocesi ambrosiana, il cardinale Dionigi Tettamanzi. Dopo tre ore di trattative, alla fine si è registrata l’unanimità dei capigruppo del Consiglio comunale meneghino. Vengono assegnate complessivamente 30 Medaglie d’Oro e 28 attestati e, come spiega il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, «era necessaria una stretta sui numeri e dobbiamo lavorare ancora su questo punto ma è molto positivo che ci sia stata unanimità, anche visto il clima ultimamente in consiglio comunale». L’unanimità riguardo la candidatura del cardinal Tettamanzi è arrivata infatti solo dopo dell’uscita dall’aula della Lega, sempre molto contraria al riconoscimento conferito al vescovo.
Come ha fatto poi sapere il capogruppo leghista Matteo Salvini, «preferiamo guardare a un futuro che unisce, quello di monsignor Scola».