Qualche anno fa, l’associazione Symbola se n’è uscita che voleva rifare la Fiera di Milano. Ma avete presente di cosa stiamo parlando? La Fiera di Milano… Allora, ci sono alcune cose che appartengono alla memoria di noi tutti e che non vanno brutalizzate. Quella fiera che fu fatta per un paio di edizioni non somigliava neanche lontanamente alla fiera dei nostri ricordi, che si teneva in primavera e noi bambini lo sapevamo bene perché dato l’evento eccezionale al mattino la Rai dava i cartoni animati e le comiche di Stanlio & Ollio. Una volta mi ammalai, e quelle mattine davanti alla tivù furono le più belle della mia infanzia (pensate che differenza con i ragazzi di oggi). Poi con mio papà andavo in fiera, a fare incetta di depliant, che erano bellissimi. Sapete cos’era la fiera di Milano? Era il sogno. Era un momento in cui l’Italia alzava la testa (l’inizio degli Anni Settanta) e aveva bisogno di un motivo per guardare avanti. Mio papà aveva dovuto lasciare il paese per un posto in banca nella grande città. E quando andava alla fiera andava a vedere le case prefabbricate… e poi sognava. Sognava e tendeva a un risultato: che su un terreno del suo paese, un giorno, potesse mettere una casa. Ecco cosa è una fiera: un sogno possibile, non la vetrina dei carrozzoni promozionali di natura varia. Sepolta quella fiera, che aveva una statura nazionale, Antonio Intiglietta, vivaddio, ha inventato l’Artigiano in Fiera, che ricorda esattamente quella ricchezza, quel sogno di allora, unita a una promessa: c’è un’indomita Italia operosa, fatta di microaziende che ogni giorno lavorano per il bello e l’utile. A me questa fiera – che si tiene dal 3 all’11 dicembre piace un sacco, e non mi basta un giorno per girarla. Mi piace perché trovi l’Italia in un palmo (ma che belli anche i padiglioni dell’estero), scopri una ricchezza di inventiva che mai avresti immaginato e poi pensi ai regali, secondo il budget che ti puoi permettere, ma avendo di fronte tutto e per tutti. E fai un esercizio di memoria sulle persone a cui vuoi bene, perché anche il regalo è vero se è legato ad un pensiero, altrimenti è un modo per sbarazzarsi di un inghippo.



Quest’anno anche noi di Papillon saremo in fiera e lo faremo insieme alla scuola di formazione In Presa di Carate Brianza, che ho nel cuore fin dal suo nascere. Abbiamo pensato di fare una cena, tutte le sere, dalle 20 alle 22, ogni giorno con una provincia lombarda diversa e un cuoco della GuidaCriticaGolosa. Ma ci saranno anche i prodotti più buoni di ogni provincia e i vini. Un’idea per raccontare la Lombardia, ma anche per stare insieme a compendio di una giornata di giri e di acquisti. Mi ha commosso la signora della Locanda delle Grazie di Curtatone, che ha deciso di venire con i suoi tortelli di zucca e il cappone alla Stefani, ma anche la Trime della Singela di Berbenno che farà il Mac, una specialità del suo paese, in Valtellina. E il cuoco di Varese? Metterà in scena i suoi cibi…



Spero di trovare tanti amici ogni sera a cena, ma soprattutto spero che l’aria di una fiera come questa, ci faccia vedere l’altra faccia dell’Italia: quella che non si rassegna, che fa rete, che cerca il bello e il gusto ogni santo giorno. Andate su questa pagina e prenotate la vostra cena. Ogni cena, che si svolgerà dalle 20 alle 22, nel Ristorante Lombardo (Pad. 4 Stand N 141) sarà accompagnata dall’aperitivo lombardo: Grana Padano e Franciacorta Chiara Ziliani. Vi aspettiamo!

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