«La prima cosa che si può osservare è che senza dubbio il fatto di intervenire sul numero di veicoli che circolano a Milano è assolutamente fondamentale, perché non si riuscirà mai a migliorare la città, sia per quanto riguarda il traffico che l’ambiente, se non si interviene sulla circolazione, e qualunque iniziativa che serva a ridurre il numero di mezzi non può che essere ben vista». A parlare è Lanfranco Senn, professore ordinario di Economia regionale all’Università Bocconi e presidente di Metropolitana Milanese, che Ilsussidiario.net ha contattato per parlare del potenziamento del trasporto pubblico previsto a breve a Milano: un piano da 9 milioni di euro che Atm ha concordato con l’Agenzia per la mobilità di Palazzo Marino con l’obiettivo di assorbire 31mila passeggeri in più durante tutta la giornata, quasi 6mila nell’ora di punta tra le 8 e le 9, evitando di far collassare il servizio.



Cosa pensa di questo investimento?

Non è facile dire se un investimento di nove milioni sia troppo e se l’efficacia sia sufficiente, ma credo che prima di tutto sia necessario chiedersi come reagiscono i cittadini quando viene annunciato loro un intervento di nove milioni di euro, nuove linee, prolungamenti e più fermate in centro. Non è possibile sapere se non da parte di un addetto ai lavori se queste iniziative siano efficaci, e in questo senso  ci vorrebbe sempre, nel momento in cui si danno comunicazioni di questo tipo, la dimostrazione che quello che si sta facendo è realmente efficace, perché altrimenti i cittadini o notano solo gli aspetti negativi, oppure pensano che sia assolutamente positivo quando poi in realtà non è detto.



Lei cosa pensa?

Non possiamo  giudicare la reale efficacia di questi prolungamenti delle linee del bus e degli aumenti delle frequenze delle metropolitane e dei treni senza indicazioni molto più dettagliate. Dico questo perché se non c’è una vera trasparenza di comunicazione la gente non potrà mai capire veramente di cosa si tratta, mentre invece i cittadini devono essere aiutati in questo e a convincersi della reale utilità dell’iniziativa.

Cosa pensa invece riguardo all’obiettivo di assorbire 31mila passeggeri durante la giornata?

Troppo spesso immaginiamo che le soluzioni del traffico, in questo caso l’Area C, quindi il ticket di ingresso nell’area della congestion charge, dipendano solo da questioni strutturali, mentre invece molto spesso dipende dai comportamenti dei cittadini. E’ molto più difficile convincere la gente ad usare il mezzo pubblico come abitudine, come cultura alla mobilità, magari come piccola fatica in più se c’è un percorso da fare a piedi, che non annunciare prolungamenti di linee e maggiore frequenza.



Come mai?

Perché Milano e l’Italia in particolare soffrono  più di tante altre città e Paesi della mancanza di una cultura del trasporto pubblico. Allora non è detto che spendere tanti soldi, come sono nove milioni, e fare tutta una serie di azioni, cambi le abitudini della gente. Siccome non possiamo rischiare che tanti soldi e tante iniziative rimangano inefficaci e vadano perdute, probabilmente bisogna fare delle “sperimentazioni”, delle iniziative progressive che cambino prima di tutto la mentalità della gente e che poi agiscano su un rafforzamento strutturale o infrastrutturale che in questo modo potrebbe risultare anche più efficace.

Oltre a questi nove milioni, dobbiamo aspettarci altri investimenti?

Questi nove milioni sono per il 2012, quindi è probabile che ne vengano spesi altri. Da questo punto di vista è lodevole che si cominci a mettere in campo questa cifra che probabilmente, data la situazione del bilancio, crea già molte difficoltà al Comune. Si dice sempre che le entrate della congestion charge dovrebbero poi essere reinvestite per il rafforzamento del trasporto pubblico, quindi se si trattasse di nove milioni a fondo perduto non servirebbe assolutamente a niente, ma se invece si punta a migliorare la situazione e a incentivare un maggior uso del mezzo pubblico allora si tratta di iniziative giuste. Bisogna però essere sicuri che quei soldi che vengono incassati con il ticket di ingresso servano a rafforzare il trasporto pubblico cittadino, perché se invece verranno riservati a altre destinazioni evidentemente l’efficacia è molto bassa.

Prevede anche particolari interventi sul personale?

Questo riguarda l’Atm e non credo che il settore del personale riguardi molto il tema dell’Area C e dei vari prolungamenti. Il problema del personale riguarda più che altro la questione della produttività, e oggi in generale il numero di passeggeri-chilometro che vengono fatti in Italia pro capite dai dipendenti è molto più basso che in altri Paesi d’Europa, il che porta inevitabilmente a costi superiori e a un più complicato allargamento del servizio.

 

(Claudio Perlini)

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