In un momento di crisi così importante, l’Artigiano in Fiera e tutti gli imprenditori partecipanti rappresentano un’occasione di cambiamento e di crescita, grazie alla passione, alla creatività e all’intelligenza di coloro che sono il vero patrimonio di ogni regione e paese. L’artigianato diventa così ottimismo, positività e capacità di uscire insieme da un momento di contrazione economica disastroso. Per capire a fondo l’importanza dei tanti partecipanti alla Fiera, IlSussidiario.net ha intervistato Giovanni Marseguerra, professore di Economia politica all’Università Cattolica di Milano.



In che modo le imprese artigiane contribuiscono al tessuto economico italiano?

Gli ultimi dati disponibili a livello nazionale ci raccontano di un settore dell’artigianato composto da circa un milione e mezzo di imprese attive nell’industria e nei servizi,vale a dire quasi il 30% del totale nazionale, con una occupazione complessiva pari a circa 3,3 milioni di addetti, cioè più o meno il 19% del totale. Sono largamente prevalenti le micro imprese (quelle con meno di 9 addetti) che costituiscono il 96% del totale mentre le piccole imprese (quelle da 10 a 49 addetti)rappresentanoquasi il 4% del totale. Vale poi la pena anche di sottolineare come la metà delle imprese artigiane sia costituita daimprese individuali e sul totale Italia una impresa individuale su quattro siaartigiana. Considerando la specializzazione settoriale, il 37% delle imprese artigiane opera  nel settore delle costruzioni e il 25% nei settori del manifatturiero.



E al tessuto sociale?

Complessivamente credo di non sbagliare se dico che l’imprenditorialità artigiana italiana è caratterizzata da una passione per il lavoro e da una capacità innovativa che è senza pari nel mondo. In termini di occupazione, il 35% dell’occupazione artigiana complessiva è concentrata nel settore manifatturiero.L’importanza dell’imprenditorialità artigiana nel nostro Paese è poi confermata dai dati relativi alla numerosità delle imprese artigiane sulla popolazione residente: in Italia vi sono in media ben 24,7 imprese artigiane per ogni 1000 abitanti. In sintesi, si tratta di un  altre che da sempre rappresenta per il nostro Paese un inestimabile valore economico. Ma che ha anche un valore culturale enorme perché portatore dei valori del lavoro serio, responsabile, fatto con passione. Senso del rischio, capacità di innovazione e riconoscimento del merito sono altri valori caratteristici del settore artigiano che sono essenziali in un momento di trasformazioni epocali come quello che stiamo vivendo.



E, nello specifico, per quanto riguarda la crisi?

Le nostre piccole imprese del settore artigiano, pur essendo abituate da sempre ad operare in un contesto caratterizzato da una competizione aggressiva e da una dinamica di rapidi cambiamenti, hanno sofferto molto la crisi, e la loro capacità di resistenza è state messa a dura prova. Oggi si ritrovano fortemente indebolite nellaloro ossatura finanziaria e produttiva. Certamente la nuova recessione torna a mordere in un momento in cui gli effetti di quella appena superata sono ancora ben presenti.

Trova che siano adeguatamente valorizzate?

No, bisognerebbe fare molto di più. L’Italia è il Paese della piccola e piccolissima impresa ma questo soggetto solo da poco ha trovato una sua rappresentanza sociale ragionevolmente unitaria ed efficace. Per molti decenni la piccola impresa è stata il parente povero del settore produttivo. Non perché non contribuisse alla ricchezza (anzi!) ma perché raramente si è pensato a come metterla in condizione di fare bene il suo mestiere, cioè quello di produrre ricchezza per tutti, e troppo spesso si ci si è invece adoperati per imbrigliarla con lacci di ogni tipo. Per fortuna lo Small BusinessAct a livello europeo e lo Statuto delle imprese nel nostro Paese stanno oggi cambiando in meglio la situazione.

 

E negli altri paesi?

 

L’artigianato è rilevante ovunque nel mondo, ma in Italia lo è in special modo. Secondo le stime elaborate dall’Istituto Tagliacarne le imprese artigiane in Europa sarebbero circa 5 milioni, vale a dire il 25% dell’universo imprenditoriale. L’Italia, con le sue quasi un milione e mezzo di imprese artigiane, ha dunque un ruolo di assoluto rilievo nel settore.

Perché le professioni artigiane sono snobbate dai giovani? Non pensa che il sistema scolastico andrebbe modificato?

 

Indubbiamente c’è un fattore culturale che porta le famiglie a privilegiare per i figli una laurea, che magari offre poche o nessuna possibilità occupazionale, rispetto ad una preparazione tecnica, di cui invece le imprese hanno grande necessità. In termini più generali, la questione della transizione scuola-lavoro è cruciale. Si tratta di uno dei meccanismi centrali nella determinazione della struttura delle società moderne. Da esso dipendono sia la distribuzione dei redditi sia le competenze su cui può far conto il mondo produttivo.E’ dunque alla base della competitività di un sistema economico-sociale. Sotto questo profilo, non c’è dubbio che in Italia oggi la scuola fa molta fatica a rispondere in modo adeguato alle richieste del sistema produttivo e non sempre riesce a formare le professionalità di cui esso ha più bisogno.In questo contesto con poche luci e tante ombre, l‘apprendistato si sta rivelando molto utile e importante ma certamente ancora molto resta da fare