È stata approvata (quasi) all’unanimità la mozione presentata dalla Lega per vietare forme di vestiario che coprono integralmente la persona negli uffici pubblici di Sesto San Giovanni. il Consiglio comunale, a maggioranza di centro-sinistra, ha votato con alcuni emendamenti la proposta che impegna il sindaco ad adottare «urgentemente i provvedimenti necessari al fine di far rispettare, a qualsiasi persona presente sul territorio comunale che circoli in luoghi pubblici o aperti al pubblico a viso coperto, le nostre leggi vigenti in tema di sicurezza e di dignità della donna».
La decisione è stata motivata con motivi di carattere culturale e di dignità della persona. Si legge nel testo: «Il burqa e altre forme simili di vestiario, che coprono integralmente il viso delle persone (…) costituiscono, secondo la nostra cultura, una forma di integralismo oppressivo della figura femminile e di costrizione della libertà individuale».
Soddisfatto il sindaco di Sesto Giorgio Oldrini, un ex giornalista dell’Unità: «Condivido la decisione presa dal Consiglio», ha detto Oldrini. «Come ho avuto modo di dichiarare in passato, esistono usanze che contrastano con la storia, le leggi e il comune sentire del nostro paese. Il senso della dignità della persona che esiste in Italia è il frutto di secoli di battaglie culturali e civili che hanno costituito un avanzamento indubbio e che deve valere per tutti».
Unico voto contrario quello di un consigliere dei Comunisti italiani. Il capogruppo comunale della Lega, Alessandra Tabacco, ha sostenuto che la decisione fa «onore anzitutto alla dignità e alla parità delle donne, che troppo spesso per certe culture ad esempio quella islamica, sono ancora oppresse anche con forme di vestiario tipo l’uso del burqa che non ne permettono il riconoscimento. La nostra cultura e la nostra civiltà – prosegue la Tabacco –, anche grazie alle tante battaglie fatte nel tempo a favore della parità dei diritti, devono essere rispettate da chi è presente sul nostro territorio».