Caro Direttore,

Partiamo da un presupposto: ciò che più sta a cuore a me e alla coalizione che mi sostiene è il bene di Milano. La Milano dei prossimi trent’anni sarà ridisegnata dal Piano di governo del territorio, al di là della sua durata formale: per questo sono indispensabili confronto e consenso, il più ampio possibile.



Ancora una volta i cittadini hanno dimostrato quanto tengano alla propria città e al suo sviluppo. Lo confermano le quasi cinque mila osservazioni apportate a un Pgt che evidentemente non risponde ad ampi e  importanti interessi diffusi, non soddisfa esigenze fondamentali della vita urbana di oggi. Se da una parte abbiamo un importante contributo e senso di responsabilità dei milanesi, dall’altra, purtroppo, ci stiamo confrontando con una maggioranza che ignora tutto questo. Un atto grave, che denuncia la consapevolezza del sindaco e dell’assessore Masseroli di non riuscire ad approvare un Piano che, a questo punto, non può che essere il loro Piano.



Avevo chiesto un “semestre bianco”, una moratoria di sei mesi, per evitare che importanti decisioni che riguardano l’avvenire della Milano dei prossimi anni possano essere assunte da una maggioranza in scadenza. Decideranno i cittadini chi governerà ma le forze politiche dovrebbero avere il senso civico di non voler pregiudicare il futuro, né con interventi al limite né con prove di forza, né schiacciando letteralmente le osservazioni con una maggioranza tenuta insieme a fatica.
Se è vero che ci possono essere punti di convergenza, sui quali peraltro intese erano anche state raggiunte, come nel caso dell’housing sociale, questo non può valere per l’impianto generale del Piano.



E’ un impianto che rivela una visione miope della Milano del futuro: per i grandi temi assenti, area metropolitana e sostenibilità ambientale; per una previsione spropositata di aumento dei residenti, oltretutto riferendosi in punti diversi del PGT a quantità differenti; per un enorme accumulo di costruzioni – effettive e teoriche – desiderate dai grandi operatori ma che non rispondono al bisogno di casa, di spazi produttivi, di servizi e spazi per i giovani e gli anziani. Casa in affitto, costi sostenibili, spazi pubblici e privati da mettere a disposizione di chi vuole – giovane ma non solo – avviare una attività professionale o artigianale, insomma le cose essenziali per scegliere liberamente il proprio futuro.

Il Pgt che vogliamo deve prevedere un aumento contenuto ma realistico di non oltre 100.000 abitanti, anche perché deve considerare i rapporti con chi entra e esce dalla città ogni giorno. Dovrà rivedere totalmente il meccanismo della perequazione, senza toccare i territori agricoli che invece vanno difesi anche come risorsa produttiva. Parchi urbani da estendere e giardini storici, le risorse naturali dell’acqua e dell’aria devono essere oggetto di politiche specifiche e coerenti. La città andrà riorganizzata se vogliamo ridurre il traffico ed estendere il trasporto pubblico, se tra parcheggi nella fascia di accesso alla città, percorsi ciclabili e aree pedonalizzate in centro e nei quartieri storici e in quelli decentrati, vogliamo fare di Milano una città in cui si possa circolare davvero e in sicurezza.

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