Si può vivere a Milano da una vita senza accorgersi realmente di quale sia il suo volto, di come sono fatti i suoi tram, le sue strade, senza vedere i fili che corrono per le sue vie e senza scorgere angoli di bellezza inaspettata.

Letizia Fornasieri, Tram, olio su tavola (1992)

È ciò che ho capito incontrando lo sguardo e le opere della pittrice Letizia Fornasieri, attraverso cui la possibilità di osservare la mia città in un modo completamente diverso mi è stata ridonata, fino a commuovermi.



Grazie a questa apertura di sguardo negli anni ho poi scoperto altri artisti con un’autentica passione per Milano e per la sua drammaticità, come Jonathan Guaitamacchi e Francesco Santosuosso. Grazie alle loro opere ho potuto fare esperienza dell’arte come strumento per una conoscenza più vicina all’origine.



Proprio a partire dalla convinzione che l’arte può permettere a ciascuno di riappropriarsi di Milano è nato un lavoro comune che il 24 marzo prenderà la forma di un incontro pubblico. Occorrono dei testimoni, artisti, pittori, scrittori e poeti che sappiano indicarci un particolare facendoci riscoprire dettagli che credevamo conosciuti, per camminare verso la conoscenza di una realtà più grande.

C’è una grande domanda in città  che coinvolge tutti coloro che operano in questo mondo, dagli artisti affermati fino ai nostri giovani talenti che passano dalle gallerie, al Conservatorio, ai teatri della nostra città. Questo tentativo di risposta non sarà però una “traversata nel deserto”.



 


Letizia Fornasieri, …e gli stendardi garrirono al vento, olio su tavola (2008)

Milano, seppur tra mille  passi falsi, non ha mai smesso di offrire esperienze artistiche straordinarie. Il Museo del Novecento e l’illuminazione delle vetrate del Duomo sono solo le ultime di un lungo elenco, anche se forse non hanno avuto il risalto che meritavano.

Le vetrate della cattedrale di Milano illuminate nella notte, davanti a migliaia di persone raccolte in piazza, sono state il simbolo della bellezza che Milano ha dentro di sé. Le nuove tecnologie, mettendosi al completo servizio di un’arte consolidata dai secoli, hanno permesso alla luce, che solitamente passa attraverso quei vetri colorati per illuminare l’interno del Duomo, di essere portata a tutti.    

La strada è segnata, anche se è ancora lunga: quella luce che parte dal centro deve riuscire a raggiungere le periferie. Come in molti hanno sottolineato, questa è la prossima sfida che attende Milano: avere l’ambizione di credere che i suoi quartieri possano essere ricreati da una bellezza fruibile per tutti.