Ha assemblato e distribuito un sistema per rilevare a distanza gli tsunami, come quello che ha colpito il Giappone, e inviare l’allarme a distanza attraverso le onde radio prima che colpiscano le coste. E’ la Codevintec, azienda milanese fondata nel 1973 da Franco Faccioli, comandante della Marina militare in pensione. Trentotto anni passati a inseguire le innovazioni tecnologiche più all’avanguardia, dal primo sistema grafico interattivo distribuito a livello europeo nei primi anni ’70, quando i personal computer erano ancora una rarità. Fino all’ultima novità presentata a Venezia la settimana scorsa, un dispositivo in corso di sperimentazione sulle imbarcazioni del Cnr per osservare in contemporanea la visuale sottomarina dei canali di Venezia e la prospettiva tridimensionale dei palazzi circostanti.



Ilsussidiario.net ha intervistato Franco Faccioli, amministratore unico di Codevintec, e Chiara, una dei tre figli del comandante, nonché responsabile della direzione amministrativa della società. Come rivela Franco Faccioli, «abbiamo fornito attraverso un nostro cliente la strumentazione per le stazioni di monitoraggio che servono per preallertare le popolazioni in India e in altri Paesi dell’area sull’arrivo degli tsunami. Le nostre apparecchiature sono state depositate sul fondale dell’oceano, permettendo così di individuare i movimenti anomali e trasmettere subito il segnale, sia attraverso dei rilevatori acustici sulla superficie del mare sia attraverso delle onde radio». Ma nel 2002 la Codevintec ha venduto inoltre all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) le nuove stazioni sismologiche di tipo digitale. «Quando in tv danno la notizia di un terremoto – aggiunge Faccioli – la telecamera inquadra di solito le stazioni provinciali dell’Ingv, all’interno delle quali si vedono dei rulli a tamburo che sono stati forniti da noi».



L’ultima novità di Codevintec è stata presentata la settimana scorsa nella sede del Cnr di Venezia. Come sottolinea Faccioli, «si tratta di un’applicazione combinata mare-terra che fornisce una rappresentazione tridimensionale sia del fondale sia di tutto quello che c’è in superficie come palazzi, isolotti o ponti». E aggiunge la figlia Chiara: «In pratica abbiamo integrato diversi strumenti, forniti da altri produttori, assemblandoli in un sistema ad hoc per rispondere a un’esigenza particolare di un ambiente unico al mondo come quello di Venezia. Abbiamo messo insieme i diversi laser-scanner terrestri con uno strumento che scandaglia il fondale marino, collegandoli allo stesso software. E quello che ne è venuto fuori è qualcosa che prima non esisteva, e che montato su un’imbarcazione mostra in contemporanea la visuale sottomarina dei canali e i palazzi circostanti».



 

E aggiunge Chiara Faccioli: «A Venezia c’è la necessità di sapere esattamente come sono fatti i canali, la posizione delle isole, i materiali depositati sui fondali o sedimentati nello strato sottostante, come si collegano le fondamenta dei palazzi e molti altri dati simili. E lo scopo di queste ricerche è il monitoraggio della stabilità dell’ambiente naturale e artificiale di Venezia e la sicurezza delle costruzioni». Ma Franco Faccioli, 80 anni a dicembre, è abituato a innovare fin da quando ha fondato Codevintec: «Nel 1972 abbiamo venduto il primo sistema grafico interattivo in Europa. E lo abbiamo fornito alla Sgs (l’attuale ST Microelectronics, Ndr) per la progettazione dei circuiti integrati. Quel sistema negli Usa era secondo come numero di serie assoluto, tanto è vero i nostri partner americani non intendevano esportarlo in Europa, perché prima lo volevano vendere negli Stati Uniti».

E aggiunge Faccioli: «Alla fine i nostri partner Usa si sono fatti convincere, e così abbiamo fornito quel prodotto che aveva 12 k di memoria, una potenzialità infinitamente inferiore a quella di un moderno telefono cellulare. Ma aveva le dimensioni di una stanza e costava 100mila dollari». All’epoca i personal computer erano ancora una rarità e la maggior parte dei ricercatori utilizzava dei calcolatori delle dimensioni di un armadio. Da allora l’impegno professionale di Faccioli è stato tutto speso all’insegna dell’innovazione, assemblando, distribuendo e fornendo l’assistenza per i prodotti realizzati dai partner di Stati Uniti e Canada. Come osserva la figlia Chiara, «tutti questi strumenti hanno un denominatore comune: il bisogno di conoscere il territorio e gli ambienti marini, per saperli gestire ed evitare pericoli».

 

Oggi Codevintec conta su 14 persone che ci lavorano, tra cui cinque tecnici-commerciali, esperti dei vari settori come geologi, ingegneri e oceanografi, e una persona che cura la parte tecnica nel laboratorio. La filosofia però è rimasta la stessa. Come conclude Franco Faccioli, «nessuna generazione come la mia ha avuto la fortuna di assistere a una tale esplosione di tecnologia. Sono nato nell’“età della ruota”, quando nella vita della maggioranza delle persone non si era ancora diffuso l’utilizzo di automobili, televisione e radio, e ho seguito passo passo quello che era il top della tecnologia in ogni settore. Nei primi anni ’80 per esempio giravamo l’Italia per compiere dei rilievi con il Gps, quando questo era ancora agli albori e i satelliti erano così scarsi che per servircene dovevamo lavorare di notte».

 

(Pietro Vernizzi)

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