All’ex primario della clinica Santa Rita e ai suoi due assistenti sono contestate le accuse di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Si è chiuso un nuovo filone di indagini relativo alla clinica Santa Rita. I Pm Grazia Paella e Tiziana Siciliano contestano all’ex primario di chirurgia toracica della clinica privata Pierpaolo Brega Massone e a due suoi aiuti, Marco Pansera e Fabio Presicci, l’accuse di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di 4 persone. Oltre a loro, altre dieci persone – direttori sanitari, medici anestetici e un’infermiera – sono accusate a vario titolo di lesioni gravissime e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale.
Nell’inchiesta sono stati presi in esame 46 casi di interventi chirurgici ritenuti inutili ed effettuati su malati terminali. Interventi importanti che non tenevano conto della fragilità dei pazienti, fino a accelerarne, in alcuni casi, la morte, solo per potere ottenere maggiori rimborsi dal servizio sanitario nazionale. Braga, Pansera e Presicci sono già stati condannati in primo grado a – per lesioni aggravate e truffa al Servizio sanitario – a, rispettivamente, 15 anni e mezzo di reclusione, 10 anni e sei anni e 9 mesi.
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All’infermiera, in particolare, viene contestato anche il favoreggiamento all’ex primario e l’appropriazione indebita in concorso con lui dato che avrebbe sottratto materiale sanitario e medicinali dalla casa di cura per consentire a Brega Massone di continuare a indagar anche in seguito allo scoppio del caso.
A quanto riporta il Corriere della Sera, nell’avviso di conclusione dell’inchiesta compaiono anche i nomi degli ex direttori sanitari, Maurizio Sampietro e Gianluca Merlano, dell’ortopedico Renato Scarponi, degli anestesisti Giuseppe Di Terlizzi, Luca Negri, Andrea Lolli, Gianandrea Bona e Marco La Bianca. Anche la Corte dei Conti, nel frattempo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta.