I flussi migratori verso le coste italiane destano preoccupazione. Milano afferma di non essere più in grado di assorbire migranti. La Nato, intanto, prenderà il comando delle operazioni.

Il flusso migratorio dai paesi mediorientali e del Nord Africa verso le coste italiane rischia di superare abbondantemente la capacità italiana. Il primo a lanciare l’allerta è il ministro degli Esteri Franco Frattini, che afferma: «E’ stata tracciata come allarmistica la previsione di massicci arrivi», precisando che dall’inizio dell’anno, ad esempio, ci sono stati 15mila arrivi dalla Tunisia. «La concreta possibilità – ha aggiunto – che nuovi e anche superiori flussi provengano dalla Libia impongono una strategia europea». Tale nuova strategia dovrebbe basarsi su tre cardini: l’intensificarsi della cooperazione tra i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo; la condivisione degli oneri, tra i Paesi dell’Ue, nella gestione dei flussi; un sistema unico di concessione di asilo a livello comunitario.



E mentre la Nato si accinge a prendere in mano il controllo delle operazioni in Libia, l’unione europea, dal canto suo, rinnova la propria solidarietà ai Paesi che rischiano maggiormente di essere presi d’assalto da migliaia di immigrati, mentre invita tutti i Paesi membri a fornire più «risorse umane e tecniche». In un documento del Consiglio europeo dedicato alla Libia si legge: «Il Consiglio europeo attende la presentazione da parte della Commissione di un piano per lo sviluppo delle capacità di gestioni dei flussi dei migranti e dei rifugiati prima del Consiglio europeo di giugno».



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Intanto, nel nord Italia, la situazione si fa incandescente: «Milano ha già la metà dei rifugiati politici dell’Italia e non è più in grado di assorbire più immigrazione di quanto non stia già assorbendo», ha dichiarato il sindaco Letizia Moratti. «Sono molto preoccupata», ha aggiunto. «Ho chiesto e continuerò a chiedere al ministro Maroni che fra i criteri della ripartizione, che naturalmente è giusta per dare una risposta umanitaria, si tenga conto di quello che le Regioni e le città hanno già dato».