Un nuovo mondo dentro Milano. Sono 250.000 gli immigrati provenienti da ogni parte del globo che vivono nel capoluogo lombardo, rappresentando il 19% della popolazione. Una percentuale che è ormai una risorsa perché, contrariamente ai fatti di cronaca che possono creare inutili generalizzazioni, ci sono moltissimi immigrati pronti a darsi da fare per conquistare la fiducia della città e garantirsi una vita migliore. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla relazione del Prof. Blangiardo alla Giornata della Sussidiarietà che si è svolta a Milano e su cui è opportuno riflettere.
«Amsa, ad esempio, è un’azienda storicamente attenta al sociale – dice a IlSussidiario.net il direttore generale di Amsa, Salvatore Cappello -. Lo studio “L’immigrato: una risorsa a Milano” è certamente di grande attualità e traccia uno scenario ricco di spunti di riflessione».
Qual è la sua interpretazione dei risultati dello studio?
«Il numero degli stranieri che vivono a Milano è in costante ascesa. Colpisce soprattuto il gran numero di associazioni composte da cittadini italiani e da immigrati censite in Lombardia e soprattutto a Milano. Si delinea un panorama incredibile di persone attive nel volontariato per promuovere e stimolare l’integrazione degli stranieri nella società italiana, e nello specifico nella città di Milano».
Amsa in che modo rientra in questo contesto?
«Amsa attualmente impiega settantacinque dipendenti stranieri. Si tratta di un piccolo record che la nostra azienda detiene nel quadro delle società partecipate dall’Amministrazione Comunale. Personale serio, formato e ben integrato che garantisce, al pari di tutti i dipendenti Amsa, un servizio di qualità alla città di Milano. Lavoratori che svolgono prevalentemente mansioni operative: addetti alla raccolta e allo spazzamento, tecnici presso gli impianti e ultimamente è stato assunto un ragazzo rumeno che sta ricoprendo egregiamente un nuovo ruolo creato da Amsa».
Di che ruolo si tratta?
«Dumitru è uno spazzino di zona. Un servizio lanciato lo scorso anno, divenuto uno dei nostri cavalli di battaglia. Un operatore a cui è affidata una determinata area della città. Dumitru, insieme ai suoi 116 colleghi dislocati su tutto il territorio milanese con particolare attenzione alle periferie, rappresenta il punto di riferimento visibile e facilmente raggiungibile per i cittadini della zona per segnalazioni inerenti i servizi di pulizia e la raccolta dei rifiuti, ma non solo. Lo spazzino di zona ha avuto il merito di creare un forte legame con i cittadini, che ormai sempre più spesso si rivolgono a questi veri e propri “ambasciatori” dell’azienda, per risolvere criticità ma anche più semplicemente per chiedere chiarimenti riguardo ad alcuni servizi. Il fatto che questo delicato ruolo sia stato affidato a una persona di nazionalità straniera è indicativo della libertà da pregiudizi che si respira in Amsa».
Amsa si presenta come un’appetibile prospettiva per gli immigrati alla ricerca di un’occupazione di qualità. Ci sono assunzioni in vista?
«Amsa è parte di un grande gruppo, A2A, e le decisioni sono sempre condivise. In ogni caso, la porta dell’azienda è sempre stata aperta per i lavoratori stranieri, ma che, ultimamente, anche a causa della crisi economica, subiscono una grande concorrenza da parte dei lavoratori italiani. Faccio un esempio: sul sito web Amsa raccogliamo le candidature per spalatori che vengono chiamati in servizio in caso di nevicate eccezionali. Fino a qualche anno fa nelle liste invernali erano presenti quasi esclusivamente cittadini extracomunitari, adesso è molto marcata l’inversione di tendenza».
Amsa è un esempio di azienda impegnata per una integrazione sostanziale al suo interno. Per quanto riguarda il “fronte esterno”, come si pone l’azienda nei confronti di una città multiculturale come Milano? Ha iniziative particolari da segnalare?
«Nel mese di dicembre Amsa, insieme a un comitato di cittadini, ha organizzato in via Paolo Sarpi, la cosiddetta “Chinatown” di Milano, una bella iniziativa, “Puliamo il nostro quartiere”. Un centinaio di residenti, italiani ed appartenenti alla comunità cinese, hanno indossato la pettorina gialla di Amsa, hanno imbracciato scope e rastrelli e si sono presi cura del quartiere, come se fosse la propria casa, svuotando cestini, ramazzando marciapiedi, lavando le strade, ripulendo i pali da adesivi e le aiuole dalle deiezioni canine. Un “portavoce” dei volenterosi cittadini si è occupato di sensibilizzare i commercianti della zona, principalmente cittadini stranieri, che hanno ricevuto un volantino, stampato in italiano e cinese, dedicato al Regolamento Comunale di Milano: le regole che ci permettono di mantenere la nostra città bella, pulita e verde».
Un evento molto interessante. “Puliamo il nostro quartiere” è un’iniziativa spot o si colloca in un piano strategico globale?
«L’attenzione di Amsa verso le diverse comunità che abitano e vivono la città non poteva certo esaurirsi in una sola giornata di cittadinanza attiva. Dal 2009 i nostri materiali informativi vengono pensati e realizzati in più lingue. Sei per l’esattezza: italiano, ovviamente, inglese, francese, spagnolo, cinese ed arabo. Nessuno deve essere escluso, tutti devono essere in grado di ricevere le informazioni necessarie per mantenere sempre pulita ed in ordine la nostra città».
Che tipo di materiali informativi avete realizzato?
«Innanzitutto locandine e leaflet con le informazioni sulla raccolta differenziata: come differenziare correttamente, gli errori più comuni, un vademecum completo da avere sempre a portata di mano. Un’azione mirata è stata realizzata per promuovere il servizio gratuito di rifiuti ingombranti a domicilio, contiamo in questo modo di ridurre gli episodi delle “microdiscariche”, mobili e altri rifiuti che vengono abbandonati da cittadini, che presumibilmente non conoscono il nostro servizio totalmente gratuito. A partire dalla chiamata».
In che modo veicolate le informazioni?
«Il Servizio Clienti di Amsa è la nostra linea diretta sempre a disposizione dei cittadini. Inoltre, per raggiungere in maniera ancor più capillare i cittadini abbiamo inviato le locandine multilingue con le indicazioni per la raccolta differenziata a tutti gli amministratori condominali di Milano, con la richiesta di farli pervenire ed esporre in tutti gli stabili.
A queste iniziative si è aggiunto da gennaio 2011 il CAM, Centro Ambientale Mobile: una stazione ecologica itinerante nella quale i cittadini possono portare differenti tipologie di rifiuti, dai RUP (rifiuti urbani pericolosi), ai RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici). Un’iniziativa che Amsa sta sperimentando per promuovere la raccolta differenziata e incentivare i cittadini all’utilizzo delle sei riciclerie presenti sul territorio di Milano. Ovviamente in più lingue».