La vicenda dei manifesti anti-pm, comparsi nelle scorse settimane a Milano, continua a monopolizzare l’attenzione nel capoluogo lombardo, dove la campagna elettorale è già decollata. «La mia candidatura a sindaco è incompatibile con la presenza di Roberto Lassini nella lista del Pdl», ha dichiarato ieri Letizia Moratti prima di ottenere il tanto agognato “passo indietro” del responsabile di un’iniziativa che lo stesso Capo dello Stato aveva esplicitamente voluto definire un’“ignobile provocazione”.



Polemiche a parte, a meno di un mese dal voto si può iniziare a riflettere sui risultati dei primi sondaggi. Se per Luigi Crespi il sindaco uscente, Letizia Moratti, si attesterebbe sul 48% e lo sfidante, Giuliano Pisapia si fermerebbe al 42-44%, secondo Euromedia Research il candidato del centrodestra potrebbe arrivare invece fino al 50,8%, contro un più modesto 39,4% dell’avversario di centrosinistra.



Nicola Piepoli, intervistato da IlSussidiario.net, è ancora più netto: «Non è in discussione la vittoria di Letizia Moratti. Bisogna soltanto capire se questa avverrà al primo o al secondo turno. Certo, noi ricercatori non siamo oracoli, ma probabilisti. Detto questo, Lady Moratti ha più di 5 punti di vantaggio e viaggia attorno al 50%». Non ci potrebbe essere un recupero da parte dello sfidante? «Ripeto, di doman non c’è certezza, diceva Lorenzo a Firenze, tutto è probabile, ma per perdere l’attuale sindaco dovrà impegnarsi fortemente». E questa spiacevole vicenda dei cartelli “Via le Br dalle procure” non inciderà? «Non si tratta di fogne da aggiustare o di marciapiedi da riparare. Di conseguenza tutte queste parole non incideranno sul voto. Vede, anche questa diceria secondo cui la Moratti sarebbe in calo di popolarità non corrisponde al vero. Agli italiani, e ai milanesi in questo caso, interessa che il proprio sindaco non rubi e che non abbia una condotta disdicevole. A queste due esigenze dell’elettorato, lo sanno tutti, l’attuale sindaco di Milano risponde in pieno».



E la popolarità del candidato sostenuto del centrosinistra? «È buona, anche se questo schieramento avrebbe di sicuro avuto più chance (poche) candidando Boeri. Semplificando, il voto moderato ha sempre avuto meno difficoltà con i democristiani rispetto che con i comunisti. Non a caso in questo modo la Dc ha governato per 50 anni. Oggi gli ex comunisti sono molto più organizzati degli ex democristiani, si pensi al risultato delle primarie, restano però in ogni caso meno abili nell’intercettare i voti. Se vogliamo vedere anche per questo candidato quanto influiscono gli scandali, come quello legato alle case del Pio Albergo Trivulzio, sono costretto a darle la stessa percentuale che indicavo prima riguardo ai manifesti anti-pm: lo zero più assoluto».

All’interno delle coalizioni ci sono dei riposizionamenti interessanti, come ad esempio, un eventuale sorpasso della Lega nei confronti del Pdl? «Nessun sorpasso leghista, nel centrodestra restano gli equilibri di sempre. Nel centrosinistra, anche se parliamo di margini molto bassi, scende l’Italia dei Valori mentre sale Sinistra e Libertà, con un Partito Democratico stabile».

E il Terzo polo, non farà da ago della bilancia in questa competizione, diventando determinante magari al secondo turno? «Non ha speranze di ottenere il secondo posto, otterrà per l’appunto il terzo, anche se gli auguro lunga vita. È un po’ però come parlare degli “untorelli” di manzoniana memoria…».

Se questo è il quadro milanese, a livello nazionale c’è qualche dato che l’ha colpita particolarmente? «Purtroppo sì. Stiamo diventando, mio malgrado, euroscettici. Il governo dichiara che l’Europa inizia a non servirci più e la gente ci crede. D’altronde è così bello trovare un capro espiatorio, ha una funzione psicanalitica fondamentale e non per niente esiste da 5.000 anni. Attenzione però, non sto dicendo che l’euroscetticismo si traduce in termini elettorali, dico che esiste tra gli italiani in termini di meditazione trascendentale…».

Da ultimo, Alfano potrà sostituire Berlusconi alla guida del centrodestra? «Guardi, ha una buona reputation, tanto per usare un termine che va molto di moda. Da qui a fare il Presidente del consiglio però c’è di mezzo un abisso. Se lo colmerà vorrà dire che sarà stato proprio bravo». E sull’eventuale discesa in campo di Montezemolo? «De minimis non curat praetor…».