Caro Direttore,
           Milano come per effetto di un estremo riflesso collettivo di autoconservazione non ha coinvolto l’immagine di Expo 2015 nella campagna di delegittimazione reciproca che le forze politiche hanno lanciato in alcune occasioni (la più eclatante l’azzuffata di ieri su Sky), durante le giornate di campagna per le elezioni amministrative di Milano del 15 e 16 maggio.



Il futuro della Città e le sue speranze di crescita si costruiscono oggi, giorno per giorno, e il grande evento del 2015 è stato così sottratto alla contesa politico-elettorale che ha fatto dell’appuntamento di domenica e lunedì prossimi, un insensato referendum sulle sorti del Governo nazionale.

Expo 2015, di cui è in circolazione una  prima newsletter ufficiale per ora purtoppo solo in lingua italiana, è patrimonio inestimabile di attrattività e sviluppo per una metropoli del XXI Secolo che va preservato dallo scontro locale delle fazioni perchè costituisce una parte del “soft power” di Milano nel mondo globalizzato. Lo sa bene la città turca di Smirne, sconfitta per 21 voti proprio da Milano nell’assegnazione dell’Expo 2010 e che il primo maggio 2011 ha riproposto, formalmente, al Bureau international des Expositions di Parigi, la sua candidatura per l’edizione del 2020, ripresentando il tema “Nuove via di salute per tutti”, identico a quello messo in campo tre anni fa contro Milano.



La salvaguardia dell’immagine di Expo 2015 è una vittoria del buon senso milanese e allinea Milano a Londra, dove lo scambio di contestazioni intorno all’organizzazione delle Olimpiadi del 2012 si è interrotto sia durante le elezioni per il nuovo sindaco, Boris Johnson, che ha preso il posto di Ken Linvingstone, sia durante la competizione elettorale nazionale che ha sconfitto i laburisti e ha portato al potere una coalizione liberal-conservatrice. Anche Città del Capo, Sud Africa, seppe tener fuori l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2010, dalla difficile crisi politica nazionale che portò gli scontri di opposti gruppi fin dentro i cantieri degli stadi in costruzione.



La salvaguardia dell’immagine di Expo 2015, non ha impedito, com’è giusto, lo sviluppo  della discussione tra i candidati alla  carica di Sindaco di Milano sulla missione istituzionale dell’evento che ha per tema “Nutrire il pianeta-Energia per la vita”. Il candidato Giuliano Pisapia ha messo l’accento sulla visione “verde” di Expo 2015 che  ha come simbolo “l’orto globale”. Letizia Moratti, Sindaco in carica, ha sottolineato la necessità di costruire  anche  manifestazioni capace di attirare il maggior numero possibile di Paesi e visitatori. Si tratta di legittime ispirazioni culturali e di necessità organizzative e commerciali che troveranno una sintesi mano a mano che ci si avvicina all’apertura dei cancelli, fissata per il primo maggio del 2015.

Lo scudo protettivo per   Expo 2015  finisce il giorno dopo l’elezione del nuovo Sindaco perchè ci sono ancora molte difficoltà tecniche e finanziarie che si allineano lungo la strada che porta al grande appuntamento e che rendono strettissimi i tempi della realizzazione di opere stradali, murarie e della rete di servizi.

Qualcuno ha ricordato che la Città di Shangai, sede di Expo 2010, ha saputo recuperare i tempi perduti tra assegnazione  e costruzione del sito Expo, grazie  a uno scatto poderoso nell’ultimo anno di lavori. Si tratta di un recupero eccezionale e unico, possibile solo nel quadro politico cinese dove l’intervento statale ha potuto forzare leggi e regolamenti: Milano non deve cullarsi in questa illusione e deve contare solo sulle forze.

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