Mettere a sistema il verde della città, mobilità e strutture ricettive per servire la sanità e il volontariato riconosciuto in un’ottica di sussidiarietà. Sono le tre proposte dell’Associazione Interessi Metropolitani (Aim), presieduta dall’avvocato Pier Giuseppe Torrani. Ilsussidiario.net lo ha intervistato per farsi descrivere i tre progetti nel dettaglio. Aim è una realtà nata 25 anni fa, per essere espressione del mondo dell’imprenditoria e degli affari milanesi e affiancarsi all’amministrazione in diversi settori d’intervento: tra gli altri sanità sociale, ricerca e università. E sono state numerose le proposte avanzate alle amministrazioni, a prescindere dal loro colore politico.



Avvocato Torrani, ci illustri il progetto «Raggio verde» lanciato da Aim…

L’obiettivo è attuare una politica di collegamento delle numerose aree verdi presenti a Milano, mettendole a sistema e liberando da usi impropri le aree verdi, spesso occupate da parcheggi abusivi. Abbiamo ottenuto l’appoggio di numerose persone, che si sono impegnate a elaborare insieme il progetto, ma per ora l’amministrazione ha preferito lasciarlo in sospeso.



Ma in concreto, che cosa chiedete?

A Milano ci sono molte più aree verdi di quanto non sembri, ma non fanno sistema. Prenda tutti i grandi viali alberati: costituiscono un patrimonio. Viale Argonne, corso Sempione, viale Zara non sono considerate risorse di verde importante, come sono realmente, ma delle strade come tutte le altre. E quindi come tali sono occupate da macchine anche sulle aiuole. Se si portasse avanti l’idea di una spina verde, in grado di collegare tutte le aree verdi, da piazza Carbonari si potrebbe arrivare fino in corso Sempione sempre attraverso percorsi ciclopedonali nel verde.



Ma il vostro obiettivo è limitare la circolazione delle auto?

No, noi vogliamo collegare i percorsi ciclopedonali in modo che diventino un sistema e liberando dalle macchine le zone verdi. Con la sosta abusiva si sottrae infatti a un uso naturalistico quelli che potrebbero benissimo diventare dei percorsi nel verde o anche dello stare nel verde.

Restituirli alla loro vocazione naturale è possibile, senza eliminare il traffico, ma con un’attenta progettazione degli spazi. E’ sufficiente collegare i tanti interstizi creando un sistema di aree verdi e fornendo ai cittadini la percezione di abitare un luogo vivibile. Perché alla fine il cittadino è abituato a vedervi delle aree degradate, e accetta questo fatto. Ma se io trasformo quell’area degradata in un sistema di percorsi continui nel verde, allora si possono ottenere tanti obiettivi importanti.

Quali sono invece le vostre proposte nel campo della sanità?

Abbiamo compiuto una ricerca sull’importanza del sistema sanitario milanese come grande azienda di servizi che dà lavoro a tantissima gente. La sanità lombarda è un punto di grande qualità nello scenario mondiale. L’offerta sanitaria milanese, pubblica e privata, è top mondiale per qualità di prestazioni, ricerche effettuate, un grandissimo impulso alla ricerca scientifica, la sperimentazione chimica e universitaria, ponendo il comparto sanitario milanese e lombardo a livelli molto interessanti. L’unica cosa che manca è un rapporto organico con la città: ognuno fa pensa infatti soltanto al proprio ambito. Abbiamo quindi proposto uno studio della mobilità in funzione dell’accesso ai grandi ospedali milanesi. Due grandi temi che riguardano l’accesso agli ospedali sono i trasporti e le strutture ricettive.

In che senso?

Il 25% degli utenti degli ospedali milanesi viene da fuori Milano e ha assolutamente bisogno di trovare un posto, fuori dall’ospedale, per i parenti e per lo stesso malato che aspetta di essere visitato. Quello che abbiamo messo a tema è cioè l’housing sociale a servizio di questi ospedali. Il sistema urbano dovrebbe rispondere ripensando al suo sistema di trasporti pubblici, in modo tale da rendere accessibili i grandi ospedali che sono grandi percettori e recettori di traffico e di clienti.

Ma cosa deve fare l’amministrazione pubblica?

 Questo problema lo si può risolvere investendo e creando dei programmi da parte dell’amministrazione comunale, in modo da tenere conto di questa essenziale che deve essere assolta dai trasporti pubblici. Se lei immagina la rete dei trasporti in funzione anche di questi grandi percettori di traffico, capisce che molto probabilmente alcune delle offerte di trasporto pubblico in città devono essere cambiate.

So che Aim organizza anche una fiera del volontariato…

Dedichiamo moltissima attenzione al volontariato, una risorsa enorme della nostra città. E proprio per questo organizziamo ogni anno una fiera del volontariato, in cui riuniamo alle Stelline tutti gli organismi di volontariato, l’anno scorso erano 250, che si presentano alla città per dire che cosa fanno. Come nella fiera i produttori commerciali illustrano la loro merce, e si creano flussi di sostegno commerciale, così anche il volontariato è una grandissima risorsa della nostra città che deve essere conosciuto, e non soltanto perché a Natale ti scrivono per chiederti un’offerta.

Quando si terrà la prossima fiera del volontariato?

Stiamo pensando di organizzarne una tra settembre e ottobre.

Il volontariato deve essere concepito anche in un’ottica di sussidiarietà?

Il volontariato a Milano deve essere riconosciuto in un’ottica di sussidiarietà, perché sta svolgendo una funzione enorme di sussidiarietà. Lo fa però sempre a un livello di testimonianza, più che a un livello di sistema. Quindi deve essere aiutato come sistema. Costruendo reti di conoscenza e di ausilio rispetto a questi centri che sono fantastici. Questo inoltre è l’anno del volontariato, che le associazioni non profit definiscono come cittadinanza attiva.

(Pietro Vernizzi)