Breve sintesi del programma elettorale del candidato Pisapia Giuliano, aspirante sindaco di Milano, a uso di coloro che non hanno il tempo di leggersi tutte le 33 fittissime pagine del suo libro.

In primis un’apertura grandissima all’immigrazione comprendente un «grande centro di cultura islamica» con moschea e «spazi di aggregazione» oltre al diritto di voto amministrativo (che per i referendum comunali verrebbe introdotto con una semplice modifica dello statuto cittadino). Da parlamentare di Rifondazione, nel 2001, aveva firmato un disegno di legge per introdurre corsi di lingua rom nelle scuole.



Ma il primo vero punto, di solito quello determinante, si chiama «la città delle donne». Che cosa significhi nel concreto, non è facile capirlo tra «analisi dell’impatto rispetto al genere delle politiche di governo della città di Milano» e «prospettiva di uno sviluppo umano e sociale paritario tra i generi». La faccenda si chiarisce un po’ più avanti, quando Pisapia propone di tutelare le «famiglie plurali» con un «registro delle unioni civili» che sancisca «parità di diritti e doveri per tutte le comunità affettive e di vita estranee all’istituto del matrimonio»: le coppie di fatto e le convivenze, comprese quelle omosessuali, saranno tutelate dal comune per quanto riguarda «casa, assistenza, scuola, cultura, sport». Il registro «non è un atto simbolico», si precisa, ma «funzionale all’adozione di politiche e di atti non discriminatori».



Se la famiglia “normale” sembra passare in secondo piano, una tutela speciale meritano invece gli animali: pronto soccorso 24 ore su 24, campagne educative per le adozioni di cani e gatti, aiuti economici per gli anziani privi di soldi ma dotati di amici a quattro zampe, istituzione di «comitati di padroni di cani (tre persone per parco) in contatto con le guardie ecologiche», apertura ai cani di tutti i luoghi pubblici.

Capitolo tasse: l’avvocato Pisapia le aumenterà. «Si privilegerà il prelievo sull’utilizzo/consumo della città rispetto al prelievo sui redditi». Tradotto dal politichese, significa allargamento e aggravamento dell’ecopass. Ancora: «L’aggiornamento del catasto delle proprietà immobiliari porterebbe maggior gettito»: quindi Ici più pesante sulle seconde case.



Cultura: la giunta Moratti, con l’apertura del Museo del Novecento e quello del Design, ha quintuplicato i visitatori, balzati dai 300mila del 2006 al milione e mezzo del 2010, e nel 2012 è prevista l’apertura del Museo delle culture extraeuropee. Ma Pisapia aprirà «un grande centro interculturale» all’Ansaldo, «laboratorio creativo dedicato alle culture e ai popoli del mondo». Cioè un doppione.

La parola «sussidiarietà» compare una volta sola nello sterminato programma. Piuttosto il programma Pisapia e il centrosinistra  intendono «restituire al comune centralità nel sistema dei servizi» per «riprendere in mano la regìa: gestire i processi di partecipazione, indicare le priorità, costruire reti». Pisapia vuole accentrare l’assistenza ai Centri di quartiere, «punti unici di accesso ai servizi». E vuole rilanciare il comune come «riferimento per le politiche formative cittadine».

Non si parla per nulla invece di sostegno delle scuole paritarie.