“Bevete più acqua. Fa bene e previene persino le malattie”. Lo ha ribadito qualche giorno fa a Milano Umberto Solimene, direttore della Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica e Medicina termale all’Università degli Studi di Milano, insieme a Alessandro Zanasi, Idrologo e Docente nella Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna. Quello che sembrerebbe un consiglio quasi scontato, in realtà non lo è per nulla, se si considera il fatto che il 5% degli italiani, ovvero oltre 3 milioni di persone, non beve mai acqua, né del rubinetto né minerale. E’ il risultato di una ricerca realizzata a gennaio 2011 da GfK Eurisko, commissionata dal Gruppo Sanpellegrino, azienda leader in Italia nel settore acque minerali, su un campione di 800 individui di età compresa tra i 18 e i 64 anni. E perciò, per spiegare che l’acqua è la sostanza più preziosa e importante della nostra vita, soprattutto per le sue molteplici implicazioni nella prevenzione di alcune malattie e per il contributo al benessere generale, è stato pubblicato il Consensus Paper “Idratazione per il benessere dell’organismo” presentato a Milano proprio dai due esperti. Tra i contenuti del documento: la necessità di una corretta idratazione, fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi fisiologici che assicurano la vita. L’acqua, infatti, è coinvolta in una serie di funzioni vitali fondamentali: dal trasporto dei nutrienti alla regolazione del bilancio energetico. Inoltre svolge una funzione detossicante, regola la temperatura corporea e l’equilibrio idrico. Una diminuzione del 2% dell’acqua totale del peso corporeo è già in grado di alterare la termoregolazione e influire negativamente sul volume plasmatico, rendendo il sangue più viscoso e limitando l’attività e le capacità fisiche del soggetto: il cuore si affatica e può insorgere, nei casi estremi, il collasso cardiocircolatorio. Con una diminuzione del 5% si hanno crampi, se è del 7% allucinazioni e perdita di coscienza.
Perdite idriche vicine al 20% risultano incompatibili con la vita. Sono causa di disidratazione l’assunzione insufficiente di liquidi, l’esposizione a un clima secco e ventilato, non necessariamente caldo, l’esercizio intenso e prolungato, gli episodi ripetuti di vomito e diarrea abbondanti e le ustioni. “Utilizzata come bevanda – ha sottolineato il professor Solimene – oltre a svolgere una funzione dissetante senza alcun introito calorico, l’acqua favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali. Coloro che non bevono alcun tipo di acqua assumono bevande caloriche che, a medio e lungo termine, possono avere conseguenze negative sulla salute quali diabete e obesità. In generale è importante mantenere un buon bilancio idrico”.
“E’ bene ricordare – ha proseguito Solimene – che l’assunzione giornaliera varia notevolmente per i singoli e i gruppi. Per gli sportivi, ad esempio, la quantità di acqua necessaria va definita in base al tipo di attività svolta, alla durata e alle condizioni climatiche: si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno. Per un individuo sedentario il quantitativo necessario va da circa 1,2 litri fino a 2,5 litri. Chi svolge attività fisica e vive in un ambiente caldo, invece, deve quotidianamente bere circa 6 litri di liquidi, quantità che cresce se svolge un’attività intensa. Ci sono poi alcuni soggetti per cui l’acqua è particolarmente importante, come le donne in gravidanza, in cui una buona idratazione è essenziale per assicurare l’omeostasi dei due organismi, e i bambini, nei quali il giusto apporto di liquidi incide sullo sviluppo dell’organismo”. “L’acqua che beviamo – ha aggiunto il professor Zanasi – deve essere di buona qualità, igienicamente sicura e presentare caratteristiche organolettiche gradevoli per indurci a bere. In Italia l’acqua comunemente distribuita dai rubinetti è mediamente soddisfacente e sicura; tuttavia la sua qualità e il suo sapore possono variare da luogo a luogo come conseguenza delle condizioni dell’acqua greggia e dei trattamenti che subisce”.
“Inoltre l’acqua in bottiglia ha il compito esclusivo di essere utilizzata come bevanda, presentando caratteristiche peculiari, quali una costanza di composizione nel tempo, una purezza originaria, il non essere sottoposta a interventi di potabilizzazione ed effetti salutistici, riconosciuti dal Ministero della Salute e legati al contenuto di sali minerali. Un esempio è rappresentato dalle acque bicarbonato-calciche, per le quali numerosi studi hanno dimostrato una biodisponibilità di calcio pari, se non superiore, a quella dei latticini”.
Ma visto che bere bisogna, se non abbiamo necessità di un certo tipo di acqua minerale, possiamo davvero ingerire con tranquillità quella del rubinetto? L’acqua potabile sta incontrando una nuova attenzione da parte della popolazione italiana: secondo l’ultima indagine condotta sul tema da Cra Nielsen per Aqua Italia, Associazione Costruttori Impianti e Componenti per il trattamento delle acque primarie civili e industriali di Anima/Confindustria, negli ultimi quattro anni oltre 7 milioni di italiani sono tornati a bere acqua del rubinetto e attualmente il 74% dei cittadini italiani dichiara di farlo.
Per quanto riguarda Milano, in base alle ultime analisi diffuse il 15 marzodalla società Metropolitana Milanese, che ha in gestione il servizio idrico municipale, l’acqua distribuita è “perfettamente conforme alle prescrizioni di potabilità” (in base al D.lgs. n°31 del 02/02/2001) in tutte e quattro le zone analizzate (nord-ovest, nord-est, sud-ovest, sud-est). E le controanalisi effettuate periodicamente dall’Asl Milano lo confermano: “È ampiamente nei limiti di norma”, dichiara infatti al IlSussidiario.net Edgardo Valerio, Direttore del Servizio Igiene Alimenti Asl Milano, sia dal punto di vista batteriologico, grazie ai nostri controlli giornalieri, sia chimico, con controlli settimanali. L’Asl di Milano effettua circa 2000 analisi su Milano e 1000 su sei comuni dell’hinterland”. Che, secondo Valerio, bastano e avanzano per garantirne la sicurezza, anche dove avvengono esondazioni (vedi quelle del fiume Seveso a Nord) o dove sono state trovate tracce di arsenico (nei cantieri di Porta Nuova, ndr): “Solo poche tracce nel sottosuolo, molto localizzate, e talmente distanti dalla falda che nei pozzi non arriverà mai”, conclude Valerio. Insomma: se bere più acqua fa bene alla salute, l’acqua di Milano, dicono gli esperti, è sicura al 100%.