Il 7 giugno prenderà il via la settima edizione di Eire – Expo Italia Real Estate, contestualmente alla convocazione degli Stati Generali del Real Estate italiano. L’evento durerà fino al 9 giugno e si svolgerà alla Fiera di Milano, inaugurato dal convegno: “Che cos’è il Real Estate in Italia”. Saranno tre giorni di esposizioni, dibattiti e focus sul mercato immobiliare italiano e internazionale, in cui confluiranno i maggiori protagonisti e professionisti di tutte le numerose componenti in cui il settore è suddiviso. Roberto Benaglia, presidente del Comitato Scientifico di Eire, illustra la portata della Fiera, a partire dal tema del dibattito inaugurale.
Che cos’è il Real Estate in Italia?
Il Real Estate è quell’universo che ruota attorno al prodotto immobiliare, ma che non si esaurisce nella pura costruzione, o nell’immobile, ma comprende, ad esempio, il mondo dei professionisti, quello degli sviluppatori, delle banche finanziatrici, dei fornitori immobiliari, degli avvocati, dei venditori o degli agenti di vendita.
Che cos’è, invece, Eire?
È la manifestazione italiana del Real Estate. Una fiera, che si svolge a Milano dal 7 al 9 giugno ed esprime la rappresentazione di quel mondo di cui ho parlato prima. Ci saranno sviluppatori, imprese di costruzione, banche, studi di progettazione, proprietari o gestori di alberghi e via dicendo. Sarà presente, poi, un corner dedicato al social housing con più di 80 espositori e numerosi progetti. Grande spazio anche all’ecosostenibilità. Parteciperà alla fiera anche una nutrita schiera di esponenti della pubblica amministrazione. Questi prenderanno parte a una fase didattica in cui si cercherà di trasferire loro quelle dinamiche di gestione immobiliare che alla pubblica amministrazione spesso mancano. Si tratta, in sostanza, di una grande fiera che è, da una parte, un’esposizione, e dall’altra un laboratorio di idee e di sviluppo del settore immobiliare.Quali saranno i temi promossi dagli Stati generali?
Sarà una sorta di riunione generale in cui ciascun partecipante potrà comprendere quali siano le necessità di sviluppo futuro, i problemi e le aspettative del mercato immobiliare.
Ci faccia qualche esempio.
Tra le sfide maggiori del mondo immobiliare vi è quella legata alle banche che, dopo la crisi, fanno fatica a tornare a svolgere il proprio ruolo. Non si tratta solamente dei mutui alla famiglie per comprar casa (che, tutto sommato, rimangono l’unica forma di finanziamento che gli istituti di credito riescono ancora a proporre). Parlo di cospicui finanziamenti necessari per i grandi sviluppi o le grandi opere che oggi sono carenti. Riassumendo tutto in una grande visione: questo mercato ha mostrato i suoi limiti, la sua forte finanzializzazione si è rivelata un aspetto negativo. Bisogna tornare a un mercato che non crei nuovi bisogni. Non occorre più creare nuovi prodotti e, in seguito, generare nell’utente il bisogno di ciò che si è realizzato, ma semplicemente ascoltare le esigenze dell’utente e realizzare ciò che ad esse risponde. Questo è un principio che potrà far ripartire il mercato.
Parlava prima di social housing. Ci spieghi meglio in cosa consiste.
Il Social Housing raggruppa tutte quelle forme immobiliari che rispondono a un bisogno sociale; si va dalle case destinate alle residenza dei non abbienti, alle forme di sostegno agli studenti, dalle case per gli anziani, ai laboratori di ricerca.
A che punto siamo, a Milano, in questo settore?
Sono state realizzate alcune case per gli studenti universitari (che spesso arrivano a Milano da tutta Italia e pagano per un letto in una stanza cifre irragionevoli), o abitazioni a prezzi ragionevolmente bassi che rappresentano l’ottimo risultato del partenariato pubblico-privato. Si tratta di residenze di buona qualità a un prezzo accessibile a fasce sociali che oggi non si potrebbero permettere di comprare casa.
Quali sono le difficoltà maggiori che il social housing incontra a Milano?
Ci sono anzitutto problemi di spazio, che a Milano manca, per cui è necessario lavorare riutilizzando il territorio; ci sono, inoltre, difficoltà normative, legate, ad esempio, alla riqualificazione di aree che passano attraverso fasi legislative che, obiettivamente, non brillano per rapidità ed efficienza; infine, il social housing funzionerà molto bene solo nel momento in cui le pubbliche amministrazioni si renderanno disponibili a forme di partenariato con i privati, concedendo loro aree ed edifici e lasciandogli gli oneri di ristrutturazione o di ricostruzione.
(Paolo Nessi)