Il partito delle tasse è tornato operativo. Un partito bipartisan e multi-level, capace di assestare colpi pesanti ai redditi degli italiani. E nello spirito di un federalismo incompiuto e troppo spesso tradito, fende colpi pesanti dal centro (la recente Finanziaria approvata sotto ricatto internazionale) e dalla periferia.



Dalle notizie che ogni giorno filtrano dai palazzi del potere, i cittadini milanesi sono quelli che si apprestano a subire la stangata più pesante. Non fosse altre perché, come ha attestato il Sole 24 Ore qualche mese fa, sono quelli che possono vantare il reddito medio più alto: circa 35.000 euro. Ed essendo i ceti medi l’obiettivo non dichiarato delle più recenti guerriglie fiscali, saranno loro a dover pagare il conto per tutti.



Gli analisti della Voce.info hanno mostrato qualche giorno fa come saranno proprio i redditi medi, quelli né troppo bassi né troppo alti, a pagare il conto presentato dalla Finanziaria, a causa del taglio lineare delle agevolazioni fiscali che verrà applicato se, nel 2013, il Governo non sarà riuscito a riordinare la materia fiscale. Una botta pesante, che colpirà innanzitutto le famiglie con figli e chi sta pagando il mutuo (i cui interessi sono tornati a crescere e ancora cresceranno nei prossimi mesi).

E mentre si annunciano anche ulteriori interventi, come quello relativo alla revisione degli estimi catastali (con conseguenti esborsi per l’80% di famiglie italiane proprietarie di una casa), i cittadini milanesi si trovano a fare i conti con i primi cento giorni della Giunta Pisapia. Che, come ogni manuale di politologia insegna, utilizzerà la prima parte del mandato per far digerire i rospi più pesanti, cercando poi di recuperare nel triennio conclusivo.



Ecco allora l’annuncio dell’introduzione dell’addizionale IRPEF (0,2%), che colpirà certamente i redditi medi, anche se è ancora aperta la discussione sulla quota da cui si comincerà ad applicare il balzello. Contestualmente è arrivato anche l’annuncio dell’aumento-choc del 50% per i biglietti ATM. Mentre iniziano a filtrare ipotesi di aumento della Tassa sui rifiuti.

Difficile dire cosa significherà tutto ciò in termini di aumento dell’esborso per ogni famiglia. Più facile giudicare l’effetto sociale e politico di questa pioggia di tasse, che aggiungendosi alla ripresa dell’inflazione (soprattutto per beni primari, come la benzina e i generi alimentari) eroderanno fortemente il potere di acquisto delle famiglie milanesi. L’impressione nitida è quella della definitiva sconfitta dei ceti medi, ridotti ormai all’irrilevanza politica e colpiti da ogni parte dello schieramento. Questo fenomeno non può che essere più marcato a Milano, città in cui l’effetto di polarizzazione nella distribuzione dei redditi, tipico dei contesti di terziario avanzato, ha portato nel corso degli anni a una lenta ma costante erosione dei ceti medi, a tutto vantaggio dei ceti a più elevato reddito. Uno scenario che appare plasticamente rappresentato dalla vittoria di Giuliano Pisapia, segnale eclatante del trionfo della borghesia “illuminata” e riflessiva, a tutto detrimento proprio dei ceti intermedi della società milanese. E sovrapposta alla sconfitta dei ceti medi, si staglia con nettezza la definitiva crisi della logica di sostegno alla famiglia, tanto sbandierata quanto sistematicamente tradita. Né dal centro né dalla periferia giungono segnali che vadano nell’auspicata direzione di una ristrutturazione fiscale capace di tenere in adeguato conto dei carichi famigliari.

Da Roma e da Milano, da destra e da sinistra, giunge insomma un’indicazione univoca: il conto della crisi lo devono pagare le famiglie, soprattutto quelle dei ceti medi. Ecco l’effetto più immediato nel tramonto, culturale prima che politico, dell’era berlusconiana.