Il sindaco Giuliano Pisapia, durante la presentazione di un libro sulla criminalità organizzata al Nord, ha dichiarato che a Milano un negoziante su cinque subisce il pizzo, il che significa che circa 6 mila esercizi su 30 mila sono sottoposti al ricatto della criminalità organizzata. «L’usura sta aumentando a Milano città, – ha detto Pisapia – questo significa per l’infiltrazione mafiosa avere addentellati soggetti che non hanno più la forza di ribellarsi. Io ho ribadito l’impegno al consiglio comunale: in settimana avremo le idee chiare per evitare che ci sia una commissione antimafia, come qualcheduno forse voleva specialmente da parte del centrodestra, che sia una vetrina per polemizzare. Avremo invece una commissione antimafia che stiamo articolando nelle modalità che sia veramente efficace». E sembra che di Commissioni ce ne saranno addirittura due, una formata da consiglieri comunali, più un Comitato di esperti di supporto al sindaco che probabilmente vedrà alla presidenza Nando Dalla Chiesa. Pisapia è poi deciso a «eliminare le gare al massimo ribasso», mentre ha ammesso che Milano «non sarà in grado di cambiare registro» su quello che considera «uno dei problemi più grossi», cioè quello della liquidità delle imprese: «Gli enti locali spesso non pagano i fornitori e i ritardi arrivano anche fino a due anni, e così si sfrutta la debolezza dell’impresa». I numeri che ha elencato Pisapia su pizzo e usura a Milano non trovano però un riscontro oggettivo, né dalla Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, né dalla Prefettura e dalla Questura. Secondo la deputata Ue Lara Comi, «Pisapia continua a usare assurdi toni apocalittici su Milano. Dopo la lagnanza ormai quotidiana sul bilancio, ora tira in ballo la mafia e dipinge una città dove impera il pizzo, manco fossimo in Sicilia o in Calabria». Poco convinto delle affermazioni del sindaco di Milano è anche Luca Squeri, Presidente della Commissione Politiche per la Sicurezza e Legalità di Confcommercio Milano, che IlSussidiario.net ha intervistato: «Quelle del sindaco Pisapia sono dichiarazioni forti ma su fondamenti che non ci sono: abbiamo cercato infatti di verificare l’esistenza di questo documento della Dia da cui il sindaco avrebbe preso questi dati, ma in realtà sembra non esistere. Siamo quindi perplessi, anche perché quello del pizzo è un fenomeno difficilmente quantificabile dal punto di vista numerico, quindi non è possibile essere a conoscenza di un panorama così dettagliato. Inoltre pizzo e usura sono mezzi che la criminalità organizzata usa di solito per presidiare il territorio, mentre l’azione delle mafie a Milano non è tanto orientata su questo scopo, quanto sull’intercettare le risorse pubbliche relative agli appalti. È un fenomeno che va innanzitutto prevenuto e non escludo neanche che a Milano ci sia, ma certamente non nelle dimensioni espresse da Pisapia».



Il presidente Squera spiega poi la delicata situazione dei commercianti milanese che, «facendo parte del sistema Italia, non se la passano molto bene, perché la crisi economica investe tutti, e i primi sono proprio loro che subiscono più di tutti la contrazione dei consumi e altre situazioni spiacevoli. La crisi facilita sicuramente il fenomeno dell’usura, in quelle situazioni dove c’è più esigenza di avere risorse, ma riguarda i commercianti e tutti i cittadini in generale. Questo attecchimento usuraio è a mio avviso l’allarme più preoccupante mentre il pizzo, come già detto, è un fenomeno legato alla malavita che vuole presidiare il territorio, e a Milano oggettivamente non ci sono le condizioni perché questo avvenga. Il commerciante che dovesse essere vittima di pizzo deve assolutamente rivolgersi a chi ha come obiettivo quella di contrastare tali atti criminali, dunque le Forze dell’ordine piuttosto che le associazioni di categoria, per avere un aiuto e un consiglio su come muoversi in maniera adeguata, perché è chiaro che sono situazioni non facili da gestire». Riguardo all’istituzione di una Commissione antimafia, Squeri afferma di essere d’accordo, e «a suo tempo la Camera di Commercio fu la prima a proporre l’istituzione di una Commissione, all’interno della quale però si deve creare un dualismo tra i differenti schieramenti politici, perché altrimenti sarebbe non solo improduttiva, ma addirittura nociva. Affinché sia utile, operativa ed efficace, in tale Commissione dovrebbe esserci anche chi rappresenta le Forze dell’ordine e la Procura, e chiaramente anche noi siamo interessati a sederci intorno a un tavolo del genere».



 

(Claudio Perlini)

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