Ridurre le emissioni di anidride carbonica, contrastare l’inquinamento, abbattere il livello di polveri sottili, è un dovere ormai improcrastinabile e, più o meno, si sta iniziando a prenderne coscienza. Tranne, purtroppo, a Roma e Milano, maglie nere d’Europa per capacità di raggiungere gli obiettivi. «Purtroppo Milano – va sottolineato – sconta una collocazione geografica penalizzante», spiega Elio Sindoni, Docente di Fisica generale all’Università di Milano-Bicocca, a ilSussidiario.net. Il giudizio poco lusinghiero proviene dal Ranking Project. Si tratta di un progetto realizzato da Friends of the Earth Germania e dall’European Environmental Bureau, (quest’ultima è la federazione europea di associazioni ambientaliste più importante) che ha stilato una classifica prendendo in considerazione la capacità di 17 città di abbattere le quote di inquinamento derivanti da PM2.5, PM10 e NO2. La migliore, invece, è Berlino, seguita da Copenhagen, Stoccolma, Vienna e Zurigo. A onor del vero, nessuna ha ricevuto il voto massimo, una A. La B della Capitale tedesca è, tuttavia, ben più incoraggiante, tuttavia, delle nostre F. «Il problema fondamentale di Milano è la sua posizione. Il trovarsi all’interno della Val Padana la rende una delle zone peggiori d’Europa dal punto di vista del ricambio dell’aria, che rimane stagnante per cui, anche a parità di emissioni rispetto alle altre città, è penalizzata», precisa Sindoni. Ma i dati della classifica potrebbero essere inficiati da un elemento che, paradossalmente, fa onore al capoluogo meneghino. «C’è da dire che Milano è estremamente monitorata. Abbiamo numerosi centri, stazioni di monitoraggio ed esperti in grado di fornire puntualmente misurazioni estremamente precise. Non si può dire lo stesso delle altre città». Milano, quindi, “paga” la sua trasparenza. «Per carità – continua -, questo non significa certo che l’inquinamento non esista. Esiste eccome, ed è un problema». Ad i inquinare, come è noto, sono in particolare veicoli e caldaie. «Per i primi, l’amministrazione sta tentando di operare una riduzione dell’inquinamento con l’Ecopass. Purtroppo, ancora molte vetture circolanti non sono Euro 5 e finché non vi sarà un ricambio completo del parco macchine sarà difficile modificare sensibilmente il livello di emissioni. Per le seconde, l’unica soluzione è l’utilizzo del metano».



Con le polveri sottili non si scherza. Sono particelle di dimensioni estremamente ridotte, dai 2 ai 10 millesimi di millimetro, residui dei carburanti ed estremamente nocive per nostro organismo, perché in grado di depositarsi nei polmoni. «Si è tentato di eliminarle, in passato, innaffiando le strade, perché la polveri si depositassero a terra, ma l’iniziativa ebbe poco successo. Dato che le vernici di alcuni tunnel, poi, sono al titanio – in grado di calamitare le polveri – si era pensato di utilizzarle anche per le facciate della abitazioni. Tuttavia si è capito che, anche in tal caso, i risultati sarebbero stati poco soddisfacenti. Nei tunnel, infatti, le polveri sono concentrate tutte nello stesso posto, in città si muovono liberamente nell’aria e difficilmente le vernici riuscirebbero ad attrarne in misura sensibile». Per lo meno, nel tempo, le cose sono migliorate .«L’inquinamento era molto più alto negli anni ’60. Quando, se si usciva di casa con una camicia bianca, sarebbe rimasta bianca per poche ore. Esisteva un problema di polveri molto più spesse che è stato risolto».

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