La notizia è che il Comune di Milano ha assunto due insegnanti di nazionalità cinese per insegnare la lingua cinese in un liceo cittadino, precisamente l’Alessandro Manzoni. Presentata da diversi media come una novità assoluta (“la prima volta che il Comune assume insegnanti di lingua cinese”) è in realtà una parziale novità. Se è vero infatti che per la prima volta vengono assunti insegnanti stranieri per questa materia, proprio il liceo Manzoni contempla da anni l’insegnamento della lingua cinese, così come il San Carlo sempre a Milano. Una esigenza, visto ormai l’aumento numerico della comunità cinese milanese e dell’importanza di questo Paese nelle strategie economiche internazionali, ma anche, come precisa il Comune, un progetto che tiene conto di Expo 2015. Novità o no, resta almeno un quesito: come sia possibile assumere insegnanti di nazionalità straniera, per di più extra comunitari, e se ciò sia possibile anche per gli istituti paritari. “Proprio il liceo Manzoni” spiega a IlSussidiario.net Roberto Pasolini, membro del gruppo di lavoro per la parità scolastica presso il Miur, “è una scuola paritaria. Il Comune di Milano è infatti gestore di scuole paritarie come altri enti, e il Manzoni stesso ha avuto da alcuni anni la qualifica di istituto paritario, cioè non statale”.
Come giudica l’assunzione di insegnanti cinesi?
Non è un fatto particolarmente innovativo. Fa parte delle aperture normali dell’istituto educativo e dal mio punto di vista è corretto anche dal punto di vista normativo.
Cosa dice la legge?
Nell’apertura a ipotetiche discipline che non hanno personale qualificato e abilitato sul territorio nazionale, come nel caso della lingua cinese, la normativa ha sempre previsto che in caso di necessità si possano acquisire persone che abbiano i titoli, la qualifica e la competenza necessarie per poter sviluppare la disciplina, pur non essendo – tra virgolette, diciamo – correttamente in linea con la burocrazia e le norme previste per avere il ruolo.
In che modo cioè è possibile?
Si fa riferimento a una vecchissima norma, addirittura un regio decreto che risale al maggio del 1924. Tale decreto dice che in caso di mancanza sul territorio di personale adeguatamente in regola con i titoli richiesti per l’insegnamento, il dirigente scolastico possa assumere personale, sotto la sua responsabilità, che sia ritenuto competente e valido per esplicitare quel tipo di servizio richiesto.
Il liceo Manzoni oltre ai due insegnati di cinese ha assunto anche un insegnante spagnolo di nazionalità spagnola.
Infatti; perché oggi, a Milano, insegnanti di spagnolo abilitati secondo i criteri previsti non se ne trovano. Dunque, o non si insegna più lo spagnolo oppure si può assumere una persona non abilitata, ma solo se laureata in spagnolo. In altri termini, lo si può assumere perché non essendoci personale abilitato è indispensabili assumere personale di questo tipo.
E’ però la prima volta che si utilizzano insegnanti di nazionalità cinese.
Come gestisca il loro utilizzo il Comune di Milano, cioè se a tempo determinato o indeterminato, se venga rispettata l’indicazione di ruoli all’interno dell’istituto, questo purtroppo non posso saperlo. Ritengo però che quanto fatto non sia uno stravolgimento della norma, ma anzi sia assolutamente nella norma. Come gestore privato, se io dovessi mettere ad esempio nella mia scuola una disciplina come il cinese utilizzerei esattamente lo stesso criterio che ha utilizzato il Comune di Milano.