Debutta questa mattina l’Area C nel centro di Milano: dalle 7.30 alle 19.30, dal lunedì al venerdì, ogni vettura dovrà pagare cinque euro per entrare nella cerchia dei Bastioni, mentre la circolazione sarà libera durante i fine settimana e i festivi. L’imposta riguarda in particolare i veicoli a benzina Euro 0, quelli a diesel Euro 0, 1 e 2 e quelli Euro 3 se privi di filtri antiparticolato. Sono esclusi invece moto e motocicli, i veicoli elettrici, a metano e Gpl, mentre per i residenti il costo del ticket d’ingresso sarà ridotto: si comincia con quaranta ingressi gratuiti, dopo di che la tariffa sarà di due euro. Da questa mattina oltre mille operatori, tra vigili e tecnici, sono al lavoro per garantire che tutto vada bene, e i cittadini potranno trovare due agenti ad ognuno dei 43 varchi a dare informazioni. Lo scopo dell’imposta è ovviamente quello di ridurre il traffico, ma le polemiche non mancano: la nuova Area C andrà infatti a colpire particolarmente coloro che vivono nel centro della città, che dovranno pagare per tornare a casa, e tutte le persone che invece lavorano all’interno della cerchia dei Bastioni. La misura dovrebbe quindi spingere i cittadini ad usare maggiormente i mezzi pubblici, il cui biglietto è però aumentato del 50% da settembre. Oggi il Pdl sarà davanti Palazzo Marino per continuare la raccolta firme per promuovere un referendum e cancellare definitivamente la Congestion Charge, e l’obiettivo è arrivare presto a 30 mila adesioni. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia non molla, e spiega che «fra sei mesi, quando ci sarà una città più vivibile, con meno traffico e smog sia in centro sia in periferia, cambierà idea anche chi oggi vivrà dei disagi. Questa è una scommessa che vinceremo e contribuirà a cambiare il Paese». A riguardo Ilsussidiario.net ha recentemente intervistato Marco Flavio Cirillo, sindaco del Comune di Basilio, che ha deciso di indire una class action contro l’Area C. Secondo Cirillo «l’Area C di Pisapia non è altro che la 51esima tassa, che si aggiunge alle 50 nuove imposte introdotte dalla manovra Monti. Con la class action abbiamo deciso di dire basta a quella che è una vessazione nei confronti dei cittadini».



Come sottolinea Cirillo, «l’obiettivo di Palazzo Marino è quello di fare cassa. Conosco bene i tagli cui sono stati sottoposti gli enti locali negli ultimi tempi, ma alla fine quello che paga è sempre lo stesso soggetto. Un Comune dovrebbe lavorare per offrire dei servizi a tutti i cittadini, e non per penalizzarli».

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