Un “patrimonio di tutta la criminalità organizzata”: così il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini ha definito l’ex assessore regionale alla casa, Domenico Zambetti, arrestato stamane per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e scambio di voti con la criminalità organizzata. Zambetti avrebbe, infatti, pagato alla ‘ndrangheta 200.000 euro in contanti per aggiudicarsi 4.000 preferenze, utili per la sua elezione nel consiglio regionale lombardo. Un funzionario pubblico, spiega ancora Boccassini durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi in procura, “inglobato nel meccanismo e che deve fare dei favori”. “La ‘ndrangheta è un potentissimo e, ormai scontato, fenomeno globale- dice a IlSussidiario.net, il giornalista esperto di criminalità organizzata, Guglielmo Sasinini- e il fatto che Milano non riesca ancora a percepire questa gravità è spaventoso. Dovremmo, forse, riflettere sull’adagio per cui il male è sempre a casa degli altri e mai a casa nostra”.



Sasinini, come ha fatto la ‘ndrangheta a arrivare sino ad un assessore regionale?

Il fenomeno delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia e, a Milano soprattutto, risalgono ad almeno trent’anni fa e ci si domanda perchè solo negli ultimi periodi il fenomeno abbia assurto gli onori delle cronache. E’ dalla fine degli anni ’70 che grandi famiglie quali gli Imerti-Condello, i De Stefano-Tegano e i Libri si sono spostate nell’area milanese, in particolare nella zona sud dell’hinterland e nella ricca Brianza acquisendo il completo controllo del territorio e, soprattutto, mutuando lo stesso sistema di affiliazione delle famiglie originarie di Platì, Reggio o di Rosarno. Socialmente, hanno rimodulato il sistema clanico sul territorio lombardo ricreando i cosiddetti “locali”, cioè il sistema che raccoglie tutti gli appartenenti ad una ‘ndrina, alla base del clan stesso.



Un fenomeno, quindi, che ha retto benissimo nel tempo l’urto di qualsiasi sistema politico o scossone giudiziario come, ad esempio, la stagione di “Tangentopoli”…Una delle maggiori caratteristiche di questo sistema è la trasversalità ad ogni connotazione politica. Il fenomeno è penetrato in modo silente ma ha potuto mettere radici pervicaci e resistenti. Teniamo conto che si parla di interi istituti bancari del Nord controllati dalla ‘ndrangheta.

Perchè proprio la Lombardia?

La ‘ndrangheta, così come Cosa Nostra, si muove solo dove c’è parecchio denaro, potere e grandi capitali. La necessità di queste due grandi organizzazioni criminali è quella di riciclare ogni giorno la somma equivalente ad un’intera manovra finanziaria: l’organizzazione ha un disperato bisogno di inglobare, occultare e ripulire cifre di denaro spaventose.



 

Trovando, comunque, terreno fertile nella nostra regione.

 

Certamente. I sistemi di indagine attuali sono sicuramente più pervicaci e consistenti ma questo non toglie che vent’anni fa non si potessero intercettare flussi di denaro così massicci. Già allora, c’era qualcuno che aveva denunciato le infiltrazioni nelle alte sfere: ad esempio, l’ex presidente della Camera di Commercio Piero Bassetti, uomo addentro all’alta finanza, aveva sottolineato come le più grandi transazioni e che coinvolgevano somme ingenti di denaro sporco, avvenivano a Piazza Affari. Un’affermazione che risale a più di vent’anni fa e che, evidentemente, rimase una voce nel deserto: ricordo, infatti, che ci fu una levata di scusi a difesa della “Milano dell’industria e della finanza che nulla aveva a che fare con certi soggetti”. Certi episodi, alla luce di ciò che sta accadendo oggi, andrebbero riletti e ripensati.

 

Nessuna formazione politica è mai intervenuta?

 

Purtroppo no e questo è un dato molto amaro. Il fenomeno viene evidenziato, episodicamente, quando tocca o l’uno o l’altro schieramento ma nulla più che schermaglie politiche. I dati, però, parlano chiaro e sottolineano una penetrazione massiccia che non coinvolge solo la Lombardia ma anche la Valle D’Aosta o buona parte del Piemonte: molti occhi sono stati chiusi e chi doveva non ha fatto il possibile per frenare un fenomeno che si è poi incancrenito.

 

Oltre all’edilizia, quali sono i settori che possono essere affetti da infiltrazioni?

L’edilizia è il settore più redditizio perchè muove affari milionari. Solitamente quello è il punto di partenza per acquisire il denaro che una volta ripulito può essere impiegato in qualsiasi settore: ogni attività economica è valida, nessuna esclusa. Le industrie, le società e le aziende controllate dalla ‘ndrangheta hanno tutti i registri perfettamente in ordine e il personale regolarmente assunto: insomma, attività modello proprio perchè non possono permettersi di attirare l’attenzione degli organi di controllo su banali anomalie o piccole irregolarità, ampiamente diffuse nelle “normali” aziende.

 

Lei ritene che l’arresto di oggi possa scatenare una reazione, mancata sino ad oggi?

 

Me lo auguro. Abbiamo di fronte un’organizzazione estremamente moderna ed attrezzata che, però, perpetua metodi antichissimi, come lo scambio di voti e favori, un sistema che risale agli anni ’50. E continua a farlo in maniera indisturbata. Oggi stiamo scontando decenni di silenzio e fa comodo a tutti dire che la ‘ndrangheta è solo un fenomeno locale come la Camorra o la Sacra Corona Unita o che la Sicilia appartenga a Cosa Nostra. Purtroppo, non è così: la ‘ndrangheta opera sul nostro territorio ormai da decenni ed è la prima organizzazione a livello mondiale. Da Milano partono affari milionari.

 

Dunque, un fenomeno globalizzato?

 

Certo, il potentissimo clan dei Caruana-Contrera sbarcò in Canada più di dodici anni fa e da allora, si sono estesi in tutto il Nord America, attualmente nelle loro mani. Non sono secondi a Cosa Nostra, anzi. Quello ‘ndranghetista è un sistema che si basa sulla fedeltà clanica, quindi, non intaccato dal fenomeno dei collaboratori di giustizia: per questo, l’organizzazione è ritenuta un partner altamente affidabile dalle principali organizzazioni mondiali dedite al narcotraffico, comprese le potentissime Triadi e la Yakuza giapponese. Noi consideriamo la globalizzazione un fatto scontato ma a livello criminale è già stata sdoganata, sperimentata ed approvata da decenni.