Le condizioni “ambientali” difficoltose dell’ultimo periodo e le circostanze politiche ostili, oltre al colpo di grazia inferto alle spalle dalla Lega, non possono intaccare una delle esperienze più positive e gratificanti per la società italiana nel dopoguerra. I diciassette anni e mezzo in cui il Presidente Formigoni ha guidato la Regione Lombardia portandola ad essere una delle entità territoriali economicamente più avanzate ed efficienti d’Europa, devono restare un paradigma di buon governo per tutti. E’ fondamentale che questo patrimonio venga preservato e rilanciato. Abbiamo il dovere di ammettere gli errori politici che sono stati compiuti. Così come è giusto ricordare che quello in corso è il decimo processo che affronta Formigoni, il quale nei nove precedenti è sempre stato assolto con formula piena. Ma allo stesso tempo dobbiamo rivendicare le riforme epocali che la Regione Lombardia ha compiuto in questi anni. E non si tratta della difesa di un amico con il quale si sono condivise battaglie e ideali: sono i numeri che parlano e ci dicono che se tutte le regioni italiane e quindi il paese nel suo complesso avessero i numeri della Lombardia, non ci sarebbe la crisi.
E chi dice, ad esempio, che la sanità in Lombardia era al massimo anche prima del 1995 non dice il vero. Oltre a dircelo le statistiche, in questi anni sono state esplorate nuove strade che hanno dato ai cittadini una grande libertà di scelta e cure d’eccellenza con pochi eguali in Europa. Il grande paradosso sta nel fatto che la Regione Lombardia si trova nell’occhio del ciclone proprio nel momento storico in cui dovrebbe ricevere gli applausi. L’opinione pubblica è infatti in rivolta contro gli sprechi e contro i costi della politica e dello Stato: la Lombardia è ai primi posti in Europa in quanto a leggerezza dello Stato, spesa per cittadino e servizi erogati. Per citare solo alcuni dati, Regione Lombardia ha un costo per cittadino di circa € 21 che, aggiungendo il costo del personale di enti e società, non arriva a 30 € pro-capite. La media nazionale è di 109 € a cittadino. Il consiglio regionale pesa sulle tasche di un cittadino lombardo 7,7 Euro. (Quello ligure ne costa ben 18 euro annui per ciascun ligure).
Per quanto concerne le vicende politiche che hanno portato alla caduta di Roberto Formigoni, mi sembra si possano riscontrare similitudini rispetto alle circostanze che hanno imposto le dimissioni di Silvio Berlusconi lo scorso novembre.
La Lega ha di fatto costretto Berlusconi alle dimissioni perché non ha aderito alle riforme che ci avrebbero consentito di allinearci agli altri paesi europei, penso in particolar modo alla riforma delle pensioni che pochi mesi più tardi ha prodotto il governo Monti.
La giunta Formigoni è caduta a causa di una posizione della Lega che è motivata dall’arresto dell’assessore Zambetti. Nel non volere cioè nell’amministrazione infiltrazioni mafiose, anche se non ci sono prove e accuse che riguardano misure della giunta stessa. Il fenomeno mafioso, purtroppo, non è una novità al nord. E’ un fatto molto preoccupante e trasversale a tutti i settori della società.
La Lega ha commesso un atto gravemente scorretto, compiuto soltanto per aumentare un consenso che era in caduta libera, dopo i numerosi problemi, anche giudiziari, che avevano coinvolto alti esponenti del partito.
La Lega Nord, per ragioni interne di partito, ha fatto perdere il centrodestra alle ultime amministrative in Lombardia.
Oggi, a prescindere dalle intenzioni della Lega, il candidato migliore per dare seguito al progetto iniziato da Roberto Formigoni è Gabriele Albertini, il quale non deve rappresentare soltanto il centrodestra: tutti coloro che, comune per comune, desiderano che la Lombardia continui a tenere in piedi l’economia italiana devono sostenere questa candidatura.
Dobbiamo avere il coraggio di uscire dalla logica dei ricatti e dare risposte vere ai cittadini lombardi. Il problema quindi non è la lista Formigoni, che esiste solo nella mente dei suoi detrattori, ma bensì la lista Albertini, l’urgenza è, in altre parole, quella di avere un candidato che abbia la forza e la credibilità necessarie per riaffermare l’eccellenza lombarda, in Italia, in Europa e nel mondo.