Milano. Pare che, alla fine, Ambrosoli, piuttosto controvoglia, parteciperà alle primarie; se proprio si dovranno fare. Cosa per nulla scontata, dato che il Pd, per bruciarsi un candidato dato per vincente potrebbe rinunciare a indire la competizione, pur avendola per anni dipinta come altissima forma di partecipazione democratica. Il che, alla fine, potrebbe rivelarsi un autogol. Come quello del centrodestra. Pareva, infatti, che Albertini fosse il candidato ideale per limitare i danni dell’imminente sconfitta alle prossime regionali. Una faccia pulita, amata dai lombardi e relativamente fuori dai giochi dei partiti. E invece, l’Udc e buona parte del Pdl hanno deciso di togliergli il sostegno. Abbiamo parlato di tutto questo con Giancarlo Pagliarini, già ministro del Bilancio in quota Lega. A partire dal fatto che le elezioni, in Lombardia, Lazio e Molise,  si terranno il 10 e l’11 febbraio. Un mese prima di quelle regionali.



Le pare una cosa sensata?

Chiunque si rende perfettamente conto che farle insieme farebbe risparmiare una marea di quattrini. Non solo: andare a votare richiede pur sempre del tempo e, anche da questo punto di vista, sarebbe stato intelligente accorparle. Trovo la decisione assurda e del tutto immotivata. Lei pensi che, in Svizzera, hanno già programmato le elezioni fino al 2030. E a chi fa presente che le grandi Regioni non possono restare a lungo senza governo, basta rispondere che chiunque comprende facilmente come, per un mese, non cambi nulla.
Quindi?



Credo che, in fondo, si tratti di una scelta che avvantaggia il Pd. Meno tempo avrà il centrodestra in frantumi per riorganizzarsi e più alte saranno le probabilità di vittoria.

Il centrosinistra, dal canto suo, rischia di non fare le primarie

Si tratterrebbe di un autogol. E, anche in questo caso, di una scelta assurda. Non si dà un segnale positivo agli elettori se, per anni, si sono sbandierate le primarie come baluardo della democrazia e poi, quando si annusa la vittoria, si preferisce evitarle. Sarebbe molto più semplice e logico che il Pd le indicesse, affermando esplicitamente che appoggerà Ambrosoli. Mi pare che, invece, stiano adottando trucchetti di bassa politica. Gli stessi che, d’alto canto, stanno adottando i sostenitori di Albertini affermando che non si tratta del candidato del Pdl.



Lui sembrava il candidato ideale per salvare il salvabile. Poi, ha perso il sostegno dell’Udc e di parte del Pdl Cos’è successo?

Beh, posso dirle che avrebbe fatto meglio ad evitare di manifestare tutto questo entusiasmo per Formigoni. Ci sono dei processi in corso nel centrodestra, dei regolamenti di conti. Avrebbe fatto meglio a tacere o a mostrarsi più cauto. Per il resto, anche in tal caso, mi pare che siamo di fronte a bassi calcoli politici da parte dei partiti. A questo punto, sarebbe stato meglio per tutti accettare la proposta avanzata inizialmente da Maroni.

Quale?

Quella di fare le primarie del centrodestra. Lui stesso si sarebbe candidato, assieme, magari, alla Gelmini e ad Albertini. Il vincitore sarebbe stato indicato come il candidato della coalizione senza tanti problemi.

Pare, in ogni caso, che buona parte del Pdl appoggerà, in Lombardia, la Lega, per evitare di alienarsi la possibilità di un’alleanza a livello nazionale

Anzitutto, senza Lega, le chance di vittoria del Pdl, in Lombardia, sono pressoché pari a zero. Detto questo, considerando il fatto che il centrodestra, in ogni caso, non vincerà, tanto vale non precludersi l’alleanza alle politiche e sostenere la Lega alle Regionali. E’ possibile, quindi, che molti elettori del Pdl voteranno Maroni.

Crede, in ogni caso, che il Pdl potrebbe rimettere assieme i propri cocci?

La cosa più sensata sarebbe appoggiare ufficialmente Maroni. Con lui candidato, Pdl e Lega, assieme, vincerebbero. In alternativa, a questo punto, il Pdl potrebbe decidere di appoggiare Ambrosoli. Si tratta pur sempre di un non-politico, un uomo che un lavoro ce l’ha, esponente della società civile, con un’idea ben precisa sul federalismo.

Una grande coalizione regionale?

Esatto. Ovunque sia stata applicata, la grande coalizione ha portato a grandi risultati. Si tratterebbe, in sostanza, della via lombarda al modello svizzero, dove normalmente maggiorana e opposizione governano insieme.

E l’ipotesi di candidare Sangalli?

Guardi, di recente mi è capitato di prender parte alla cena organizzata dall’Isituto Bruno Leoni, dove c’erano, tra gli invitati,  400 personaggi di spicco del mondo politico ed economico. Nessuno l’ha menzionata.

 

(Paolo Nessi)