E’ opinione comune che il Pdl abbia disperatamente bisogno della Lega. Per tornare ad avere qualche chance di vittoria in Lombardia e per condizionare i lavori del prossimo Parlamento. Ma la Lega, in Regione, ha già il suo candidato, Maroni. Albertini, dal canto suo, afferma da tempo che, se dovesse partecipare a primarie di coalizione, dovrebbe farlo in quanto espressione del Pdl. A quel punto, l’ipotesi di prendere i voti della società civile risulterebbe indebolita. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi.
L’impressione è che Alfano stia prendendo tempo, per trovare un modo elegante di incoronare Maroni candidato del centrodestra
L’unico obiettivo è quello di non ripetere l’errore fatto in Sicilia, quando l’area dei moderati, che è maggioranza, è stata divisa. In Lombardia, se il Pdl corresse con un candidato e la Lega con un altro, saremmo destinati alla sconfitta. Dovremo fare di tutto, quindi, per salvaguardare l’unità. Non vedo che convenienza potrebbe esserci nel prendere tempo per trovare il modo di candidare Maroni.
Se alla Lega voi non regalate la Lombardia, poi la Lega non sia allea con voi alle politiche
Se fosse questa la ragione, i cittadini punirebbero entrambi i partiti. Non si può scegliere un candidato in base, esclusivamente, a ragionamenti aritmetici.
Sta di fatto che la Lega non sembra intenzionata a candidare qualcuno che non sia Maroni
Anzitutto, noi rivendichiamo con forza il fatto che alla guida della coalizione debba esserci un candidato del Pdl, senza per questo dimenticare che i successi di questi anni di governo sono anche frutto del contributo della Lega. Detto questo, continueremo a lavorare affinché si determinino le condizioni per individuare una candidatura unitaria.
Quindi?
Credo che le primarie di coalizione in cui Albertini, sostenuto dal Pdl e della società si confronti con la Lega siano la strada migliore. Del resto, è lo stato lo stesso Maroni a invocarle.
Albertini, finora ha detto che, nell’eventualità di primarie di coalizione, non si candiderebbe
Il suo ragionamento è corretto: afferma che la somma dei due partiti non può essere ritenuta sufficiente e che occorre tornare a interloquire con la società civile. La quale sarebbe espressa da una lista civica che lo appoggerebbe. Sono convinto che tale dialogo con la società rappresenti un valore aggiunto e non vedo perché dovrebbe inficiare la possibilità di una competizione per individuare un candidato unitario. D’altro canto, a sinistra, le primarie si faranno; e vi parteciperà Ambrosoli, ritenuto proprio espressione della società civile. Non per questo, i partiti spariranno dalla scena.
Sono in molti a invocare la cosiddetta società civile proprio per archiviare i partiti
Il dibattito rischia di diventare astratto; ci si dimentica, infatti, che la società civile, nel momento in cui si candida ad amministrare una Regione, deve pur sempre aggregarsi in una forma analoga a quella dei partiti. E che, con essi, dovrà necessariamente averci a che fare. In ogni caso, il problema non è tanto quello di rifiutare i partiti, quanto cercare di cambiarli, affinché tornino a svolgere la propria funzione.
Quella sin qui descritta è la linea di Alfano o quella di Berlusconi?
Non vedo, in materia, distinzioni particolari. Entrambi sono consapevoli del fatto che c’è stata un’esperienza di buon governo cui occorre dare continuità, e discontinuità in termini di candidature in grado di ridare vitalità e forza alla coalizione.
Lo schema di gioco, alle politiche, sarà analogo?
Difficilmente potrebbe essere diverso. In caso contrario, si disorienterebbero gli elettori.
A questo punto, l’alleanza, con l’Udc è data per persa?
Diciamo che non lasceremo nulla di intentato.
(Paolo Nessi)