Dice il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: «Ogni tre settimane vengono buttate via oltre 140 tonnellate di cibo solo nelle mense scolastiche. E’ una situazione che non possiamo permetterci di ignorare». Il sindaco ha pure aggiunto: «E’ un problema di educazione e non possiamo ignorarlo, soprattutto per coloro che soffrono la fame nel mondo». Si dovrebbe dire che sono parole sacrosante, sia per l’educazione contro lo spreco, sia per quanto riguarda un aiuto che si dovrebbe assicurare alle persone, anche a Milano, che hanno bisogno di cibo, e che, se non fossero aiutate da enti di carità e di assistenza non riuscirebbero a mangiare. Il problema dello spreco, e quindi dell’aiuto alle persone che hanno bisogno di cibo, viene ogni tanto affrontato con qualche denuncia, ma anche con una certa approssimazione. La Fondazione Banco Alimentare Onlus lo fa con competenza e grandi risultati ormai da più di vent’anni, cercando, anno dopo anno, di combattere lo spreco e tentando il recupero dal cibo scartato dalla produzione aziendale, ai punti di vendita, fino allo spreco giornaliero. La settimana scorsa si è svolta la Giornata nazionale della Colletta alimentare che ha stupito ancora una volta per i suoi risultati, in una situazione di crisi come quella in cui viviamo, e ha di nuovo colpito la semplicità e l’efficienza della raccolta e della distribuzione, in pratica di validità economica, come ha spiegato un grande economista come Luigi Campiglio. Il problema dello spreco giornaliero, nelle mense scolastiche, ma anche in quelle aziendali e ospedaliere, è già stato affrontato dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Nel 2003, sulla base anche di esperienze americane, è stata approvata la “Legge del Buon samaritano”, semplicissima nella sua stesura che permette un recupero immediato del cibo sprecato quotidianamente anche da mense e ristorazione organizzata. Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare Onlus, personaggio che ha visto crescere questa realtà sin dall’inizio, spiega quali problemi ci si trova di fronte. «Noi abbiamo cercato di recuperare in questi anni, anche per il settore dello spreco delle mense scolastiche e aziendali, tutto quello che era possibile. Cinquantuno tonnellate di pane, 115 tonnellate di frutta. Viene spontaneo chiedersi: e quello che si spreca del primo e del secondo piatto? Il problema qui diventa complesso».
Per quale ragione Lucchini?
Il recupero di quello che possiamo chiamare la parte “fredda” di un pasto è abbastanza semplice. Ma il recupero della parte cosiddetta “calda” richiede garanzie di carattere sanitario e igienico. Noi stiamo operando con 93 scuole e recuperiamo cibo per 58 enti di assistenza. E’ molto difficile recuperare la cosiddetta “parte calda”. Nelle scuole ad esempio non ci sono i cosiddetti “abbattitori”, quelli che potrebbero mantenere il cibo caldo a una temperatura che sarebbe idonea per poi recuperalo. Ci sono nelle mense aziendali, non in quelle scolastiche. Nelle mense aziendali abbiamo così recuperato nel 2012 183mila porzioni di cibo.
Credo che abbiate anche dei problemi logistici, di trasporto per consegnare il cibo in tempo e in buone condizioni
Al momento abbiamo tre furgoni, persone che vengono pagate, costi e spese. Alcuni problemi sono stati affrontati e superati. Noi ad esempio vorremmo collaborare sempre con tutti per ottenere un buon risultato. Ma non si deve fare astrattamente un calcolo del tipo: tot persone, tot tonnellate di cibo. Occorre guardare bene la realtà. A questo punto sarebbe necessario fare un “tavolo di lavoro” comune, stabilire delle collaborazioni costruttive. Per quanto riguarda Milano, ad esempio, sarebbe già un problema positivo, per quanto riguarda i costi, non fare pagare l’area C” ai tre furgoni che recuperano il cibo.
Poi si potrebbe appunto dotare le mense scolastiche di alcuni strumenti necessari a non far deteriorare il cibo caldo.
Appunto il problema degli “abbattitori”. Sarebbe un grande passo in avanti. Ma credo che con spirito di collaborazione si potrebbero fare dei grandi passi avanti in questo settore del recupero di cibo che oggi viene sprecato. E potremmo aiutare concretamente tante persone”.
(Gianluigi Da Rold)