Cerimonia della consegna degli ambrogini a Milano, 7 dicembre. Il Sindaco e tutti capigruppo del Consiglio Comunale sono sul palco. Non c’è grande attesa perché non ci sono state coraggiose iniziative per premiare personaggi significativi della città: è come se gli amministratori non sapessero bene chi realizza le cose migliori in città. Malgrado questo il gesto è perlomeno unitario, non ci sono state le polemiche degli anni scorsi, quando le proposte del centrodestra facevano scandalizzare la sinistra.



Eppure accade egualmente lo scandalo: uno dei premiati porta la banda sul palco a suonare “Bella Ciao“, canzone simbolo della sinistra antifascista. I capigruppo della sinistra scattano in piedi e partecipano al canto, gli altri restano seduti con notevole imbarazzo. Il problema sta in questo scattare in piedi, perché il gesto unitario dell’istituzione Comune diventa inizio del nuovo clima elettorale: tutto è di nuovo occasione di scontro.



La sinistra milanese è così, incapace di evitare l’egemonia culturale e di bandiera, e dunque incapace di sentire i cittadini nella loro fatica e nei loro bisogni. Prima ci sono gli schemi di posizione. La politica fondata sull’egemonia è l’espressione peggiore della chiusura in sé stessi della classe dirigente. La politica non è il luogo dell’identità, essere di sinistra non può voler dire essere uomo migliore di quello di destra. La politica è il luogo della composizione della complessità, far convivere le  differenze infinite che caratterizzano la società. La prima questione è considerarsi servizio, perché è questo che deve fare chi fa politica. 



Per fare servizio bisogna liberarsi dagli schemi astratti della posizione di parte e bisogna produrre in relazione con l’ascolto di chi è al lavoro in tutte le cose della città. Nel nostro tempo, nel quale le ideologie non producono più i popoli di destra e di sinistra, le comunità politiche, le appartenenze da non tradire, quello che serve ora è comprensione del volto vero della realtà. Allora si scopre il senso vero del dare gli ambrogini: far parlare i soggetti sociali.

Fra i soggetti sociali ci possono anche essere centri sociali di sinistra e bande musicali che suonano “Bella Ciao”, ma non possono esserci rappresentanti politici che stanno fanaticamente da una parte disprezzando gli altri. Questo è il vero male. Perché non si richiamano i soggetti sociali alla responsabilità di unire la città, e non di occupare spazi senza seguire le regole, e di suonare senza rispettare una regola comune.  

Ma ora siamo in campagna elettorale. Meno male che Monti ha dato le dimissioni, così si vota prima e si esce da questa situazione che carica la scontro senza dar spazio ai problemi veri e alle politiche necessarie. Peccato che l’esasperazione dello scontro, come piace a Berlusconi, metta tutto nella pretesa di costringerci e essere di destra o di sinistra. Avremmo preferito che si potesse essere appassionati del bene comune e del riconoscimento delle energie positive del nostro Paese.