“Le modifiche al Pgt volute dal sindaco Giuliano Pisapia segnano un cambiamento radicale nei confronti della linea dell’ex assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli. Le scelte della nuova giunta relative al territorio sono segnate da un atteggiamento centralistico che rischia di scoraggiare il mercato, convincendo i principali investitori ad abbandonare Milano e a trasferirsi in altre città”. Paolo Del Debbio, conduttore di Mattino Cinque, commenta così le modifiche al Pgt approvate dalla giunta di Giuliano Pisapia. Il nuovo Piano di Governo del Territorio riduce l’indice edificatorio, cioè le volumetrie che possono raggiungere gli edifici nelle aree urbane. Prevede inoltre meno cemento e più verde, mentre l’indice unico di perequazione, che determina il rapporto tra nuovi edifici e servizi, si riduce da 0,50 a 0,35 mq/mq. Come sottolineato da Masseroli nel corso di un’intervista a Ilsussidiario.net, “si torna ai vecchi piani regolatori usati per decenni a Milano, piani in realtà mai attuati, piani dirigisti. Piani in cui chi governava diceva come dovevano andare le cose e ciò che doveva accadere salvo mettere regole che rendevano impossibile l’attuarsi di quello che era stato previsto”.
Del Debbio, fino a che punto ritiene di poter condividere l’analisi di Carlo Masseroli?
Con le modifiche introdotte al Pgt dalla giunta Pisapia c’è una variazione di tendenza nei confronti della linea che aveva impostato Masseroli. In questo Pgt vedo un atteggiamento centralistico nella gestione del territorio da parte del Comune. Occorre quindi entrare nel merito, per comprendere nel dettaglio come sarà messo in pratica questo nuovo atteggiamento generale. Se si tratta di un centralismo nel senso che Palazzo Marino svolge un coordinamento delle attività degli imprenditori privati, potrebbe essere un fatto positivo e anche auspicabile. Se al contrario l’obiettivo del sindaco, Giuliano Pisapia, è quello di controllare dal centro come si sviluppa l’intera città, ho molti dubbi che possa riuscire nei suoi intenti e che sia un metodo corretto.
Quali saranno le ricadute per il mercato immobiliare delle modifiche al Pgt introdotte dalla giunta Pisapia?
Dipende dalle modalità attraverso le quali saranno realizzate le modifiche previste dal sindaco. Il mercato immobiliare, come del resto tutti i mercati, va dove gli conviene. Un Comune come quello di Milano deve quindi contemperare le esigenze di convenienza del mercato con lo sviluppo di città che sia a misura di persona. Bisogna quindi vedere quali sono i provvedimenti specifici introdotti con il Pgt modificato da Pisapia.
L’idea di aggiungere verde alla città e ridurne la potenzialità edificatoria è compatibile con l’idea di una metropoli moderna?
Sì, è compatibile, ma occorre vedere a quali condizioni e in che misura ciò avviene. Occorre sempre tenere conto del fatto che il mercato è determinato innanzitutto dagli imprenditori privati. E’ indispensabile quindi che il mercato si renda conto chiaramente che quello di Milano resta un territorio conveniente. Per questo dico che andrebbero analizzate le linee guida più nello specifico, ma il problema è che in questo caso il significato politico del Pgt è “nascosto” dietro ai suoi dettagli tecnici. E non è un caso che Masseroli, colui che ha scritto il Pgt nella sua versione precedente, abbia parlato di “passi indietro” in senso dirigistico.
Resta il fatto che il Pgt è il grande banco di prova del sindaco. Alla resa dei conti, quello che emerge è un Pisapia in parte simile alla Moratti?
Assolutamente no. Se dovessero essere confermate le prime letture del Pgt, Pisapia si rivelerà come un sindaco agli antipodi rispetto a chi lo ha preceduto, al punto da avere introdotto un cambiamento radicale. Anche se forse la vera contrapposizione andrebbe posta tra Pisapia e Masseroli, e non invece tra Pisapia e la Moratti, in quanto quest’ultima dal punto di vista urbanistico aveva fatto poco.
Lei ha parlato del “dirigismo” di Pisapia. Ma in fondo non è giusto che sia il Comune a dettare la linea dello sviluppo di una città?
E’ giusto che il Comune detti le linee guida, anche se poi il mercato ha il diritto di andare nella direzione che ritiene migliore. E non tutto può essere calato dall’alto. Per esempio chi amministra la città può stabilire che un determinato intervento sia conveniente per la città, ma occorre vedere a quali condizioni ciò avviene. Il rischio insomma è che quello di Pisapia sia un Pgt utopico, che disegna una città perfetta senza tenere conto della realtà e cioè del mercato.
(Pietro Vernizzi)