La Giunta regionale lombarda ha approvato il progetto di legge “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”. È la specifica risposta lombarda alla crisi. Si tratta di un testo di 65 articoli che è raggruppato intorno a 6 punti fondamentali: il capitale umano (formazione e mercato del lavoro), sviluppo del territorio, ambiente, infrastrutture, reti telematiche, semplificazione della Pubblica amministrazione. Si fa notare che l’intero pacchetto di questo norme è a costo zero, sia per la Regione Lombardia, sia per i cittadini e le imprese. Il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Andrea Gibelli, ci spiega la filosofia di questo pacchetto di norme.
In che modo si pone la Regione Lombardia attraverso questo progetto di legge?
Come un soggetto terzo, sussidiario, che cerca di suggerire, indicare e aiutare imprese e lavoratori in un momento come questo di grave crisi economica. Siamo già intervenuti, ad esempio, sui problemi del credito, per piccole aziende che avevano lavoro, ma che avevano difficoltà di liquidità, come accade di frequente in questo periodo.
C’è un punto estremamente interessante in questo “pacchetto” che riguarda la contrattazione di secondo livello, in pratica una spinta al contratto aziendale. Coglie uno degli aspetti più importanti dell’articolo 8 dell’accordo di giugno e settembre.
Nel pieno rispetto dell’autonomia delle parti sociali, la Regione è disposta a promuovere intese a livello regionale tra sindacati e imprese per introdurre, sempre a livello volontario, nuove iniziative riguardo l’accesso al mondo del lavoro, il welfare aziendale, l’organizzazione del lavoro e le politiche di ricollocazione. Sia chiaro che viene tassativamente esclusa una entrata a gamba tesa su terreni di competenza nazionale, come la discussione sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Come si può riassumere il vostro orientamento complessivo dietro a questo “pacchetto “ di norme?
Anche questo progetto di legge, come altri già messi in campo dalla Regione Lombardia, è fortemente orientato allo Small Business Act. In questo caso è utile ricordare tre articoli, il 47, il 48 e il 49.
Può riassumerli?
Il primo ha come finalità di ridurre gli oneri burocratici amministrativi a carico delle Pmi, introducendo una proporzionalità degli adempimenti richiesti dagli atti normativi e amministrativi della Regione.
E gli altri due articoli?
Il secondo e terzo articolo prevedono azioni di orientamento e affiancamento delle piccole e medie imprese nell’applicazione di nuove disposizioni normative e amministrative, con la possibilità di introdurre anche stage formativi della Pubblica amministrazione presso le imprese. Vorrei aggiungere che a questo articolo se ne aggiunge un altro altrettanto importante,
Quale?
L’articolo 56, orientato a incrementare le possibilità delle piccole-medie aziende locali di accedere alle commesse degli appalti pubblici. In conclusione, finalmente, le micro, piccole e medie imprese lombarde saranno incentivate a partecipare agli appalti pubblici, grazie all’introduzione di un sistema di premialità per le aziende del territorio, che, diminuendo gli spostamenti e sgravando la rete di trasporti, permettono delle emissioni e dei costi locali.
Vi inserite in un dialogo costruttivo tra imprese e lavoratori.
Non vogliamo abbandonare imprese che in questo momento sono in difficoltà e ugualmente accompagniamo i lavoratori a una nuova ricollocazione. Abbiamo una lente più grande, possiamo dare indicazioni, favorire alcune scelte.
I principali spazi di manovra restano però quelli del Governo nazionale.
Noi cerchiamo di sostenere con tutti gli strumenti a disposizione la competitività del sistema economico e sociale lombardo. Vogliamo utilizzare tutte le leve possibili per rendere ancora più incisive le politiche per l’impresa e il lavoro, togliendo ogni freno alla crescita e ai suoi protagonisti.
(Gianluigi Da Rold)