«Le concentrazioni di polveri sottili sono alte non solo a Milano, ma in tutto il bacino padano, che risente di condizioni sfavorevoli dal punto di vista meteo-climatico e della propria morfologia». A parlare è Marcello Raimondi, Assessore ad Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia, che in questa intervista a IlSussidiario.net commenta gli altissimi livelli registrati nei giorni scorsi a Milano di polveri sottili.



Assessore, intende quindi dire che l’emergenza inquinamento non riguarda solo la città di Milano?

Anche Venezia, per esempio, in questi giorni ha fatto registrare valori simili a quelli di Milano. Innanzitutto  c’è poco vento rispetto ad altre aree in Italia e all’estero, e questo non permette alle polveri di essere disperse. Inoltre la conformazione stessa del bacino costringe l’aria, e quindi gli inquinanti, a ristagnare, così da aggiungere alle emissioni primarie (quelle direttamente prodotte dai fattori inquinanti) quelle secondarie (cioè quelle che si ricompongono in atmosfera). Si aggiunga a questo che l’area padana è un’area fortemente antropizzata, e che tra riscaldamento domestico, agricoltura, imprese e traffico le cause di inquinamento sono molto concentrate e danno valori alti di polveri sottili.



Che misure sono previste a Milano e in Regione contro l’inquinamento atmosferico?

A Milano sono previste misure molto impegnative, così come in tutta la Lombardia, che sono le misure strutturali imposte dalla Regione ormai da diversi anni. Sono misure che colpiscono una per una le maggiori cause inquinanti, dalla legna bruciata in impianti vecchi e inefficienti, al divieto di bruciare olio combustibile per il riscaldamento domestico, alle misure in agricoltura contro la produzione di azoto, alle misure molto note sulla mobilità. Su questo aspetto si consideri che in Lombardia abbiamo la “Low Emission Zone” più grande d’Europa (il divieto di circolazione delle auto più inquinanti, fino all’euro 2 diesel, per 6 mesi all’anno in un’area molto vasta).



Che tipo di provvedimenti state mettendo in campo per contrastare questa emergenza?

Abbiamo annunciato da poco una serie di misure con investimenti per oltre 22 milioni di euro, soprattutto nel settore delle fonti rinnovabili, ma anche per rendere meno inquinanti i mezzi che lavorano nei cantieri in tutta la regione. Forse è stato dato poco spazio a questi che fino ad ora sono stati gli unici investimenti fatti in concreto dalle amministrazioni pubbliche in Lombardia. Nei giorni scorsi è partita anche una campagna informativa sul Bollino Blu delle caldaie, col tentativo di incidere ancora di più sulla corretta manutenzione degli impianti domestici, e dunque conseguendo un minore inquinamento da quella fonte. Bisognerà che le amministrazioni locali collaborino e che i cittadini si responsabilizzino anche su questi piccoli accorgimenti, che poi vanno nel loro interesse anche in termini di sicurezza.

Cosa è previsto invece per il futuro?

Per quanto riguarda gli scenari futuri, a nostro avviso il futuro è fatto di tanto risparmio energetico, con una riduzione alla fonte della produzione di inquinanti, e di una riconversione verso le fonti meno inquinanti per il nostro approvvigionamento energetico.

Questi valori così alti di Pm10 mettono inevitabilmente in discussione l’Area C, attiva dal 16 gennaio. Cosa ne pensa?

Per quel che ne sapevamo, l’Area C non doveva essere una misura contro lo smog ma contro il traffico. Poi ho letto che in qualche modo ora la si vuole accreditare anche come misura contro lo smog, ma a mio avviso da questo punto di vista non funziona, come dimostrano i dati del PM10 in questi giorni. Come dicevo, l’inquinamento non è generato dove si registrano le concentrazioni maggiori. Cioè non è vero che l’inquinamento di Milano è prodotto solo a Milano, ma direi in tutto il bacino padano. Andrebbero perciò fatte analisi e studiate misure a livello di Bacino. Ed è proprio quello che abbiamo fatto con le altre Regioni, con cui abbiamo istituito un gruppo di lavoro che si riunisce periodicamente avanzando proposte a livello nazionale e alla Commissione Europea, proprio perché se il problema è di tutti, la soluzione deve essere comune. Se un singolo comune vuol fare dei passi in solitaria, la Regione non si oppone, ma è chiaro che i risultati sono quelli che sono.

L’assessore all’Ambiente Maran ha detto che «per abbattere le concentrazioni servono politiche di vasta scala: se la Regione si attiva siamo pronti a collaborare». Come giudica questa affermazione e in che modo la Regione è pronta a scendere in campo per tentare di migliorare la situazione?

Come dicevo, non c’è nessuna istituzione più attiva della Regione in questo campo. Le nostre misure sono quelle più incisive e che hanno prodotto gli unici risultati dimostrabili nel tempo. Ora vedremo la nostra campagna del bollino blu che effetto avrà, oltre alla grande rivoluzione che stiamo per mettere in atto con la termoregolazione e contabilizzazione del calore obbligatoria nei condomini di tutta la Lombardia, a partire da agosto di quest’anno. Contiamo di averne grandi ritorni sia in termini di energia risparmiata, e quindi di bolletta meno cara per le famiglie, sia di minori emissioni inquinanti.

 

(Claudio Perlini)