Polemiche sempre più roventi sul Piano di Governo del Territorio modificato dalla giunta Pisapia. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, sono in molti ad affermare che il nuovo Pgt non rispetterebbe le regole. Come scrive il quotidiano finanziario, “secondo la legge le osservazioni possono essere accolte, anche parzialmente oppure rigettate. Ma del nuovo Pgt molte regole sembrano non prendere spunto da una precisa osservazione. Si tratta di capire se l’utilizzo di un’osservazione è libera e interpretativa oppure no. Il rischio è che il nuovo Pgt sia stato scritto cambiando in maniera sostanziale, se non addirittura radicale, il documento precedente”. A stretto giro la replica dell’assessore all’Urbanistica, Lucia De Cesaris, che ha affermato: “Ma noi siamo convinti di aver lavorato sulla strada del Piano di Governo del Territorio precedentemente adottato. Abbiamo mantenuto l’indice edificatorio unico e il principio dell’indifferenza funzionale. Questi sono gli aspetti del piano che, se avessimo cambiato, avrebbero stravolto il Pgt. Io, per esempio, non avrei pensato a un piano con un indice edificatorio unico, ma per non cambiarlo abbiamo scelto di mantenere questa impostazione semplicemente abbassando questo indice”. Ilsussidiario.net ha intervistato Guido Bardelli, avvocato amministrativista, per chiedergli di fare chiarezza sul dibattito in corso sul Pgt.



Avvocato Bardelli, che cosa ne pensa delle affermazioni di Milano Finanza e della replica della De Cesaris?

Il dibattito parte da un problema reale. Quello dell’accoglimento delle osservazioni che non comportino modifiche tali da ripubblicare il piano è un tema delicatissimo e che la giurisprudenza amministrativa ha affrontato in diversi modi. Non esiste una soluzione generale e astratta, ma delle sentenze caso per caso. Bisogna vedere quindi il contenuto delle singole osservazioni. La cosa certa è che si tratta di un passaggio delicatissimo, nel senso che esiste un confine che va rispettato scrupolosamente.



E qual è questo confine secondo il diritto italiano, consolidato da numerose sentenze dei tribunali amministrativi?

Qualsiasi accoglimento di un’osservazione che vada oltre il contenuto di quest’ultima, o che comporti modifiche sostanziali alla previsione del piano, è illegittimo oppure comporta una ripubblicazione. Si tratta quindi di un tema molto importante su cui l’amministrazione deve assolutamente essere scrupolosa per evitare contenziosi che potrebbero vederla soccombente con grave danno per tutti.

 

L’assessore De Cesaris ha annunciato che il Comune non ripubblicherà il Pgt dopo le modifiche. La ritiene una scelta legittima?



 

Qui bisogna distinguere tra due temi. Innanzitutto, se io presento un’osservazione e il Comune nel riprenderne il contenuto modifica il piano introducendo norme che non sono oggetto dell’osservazione, questa è una illegittimità e va contro ogni principio di corretta amministrazione. Se uno chiede più pere, non posso dargli più mele. Ci deve essere una corrispondenza tra quanto richiesto in sede di osservazione e quanto eventualmente accolto. A questo si aggiunge poi un altro livello del discorso. Nel momento in cui il Comune accoglie un’osservazione, svolgendo il suo compito correttamente, e questo comporta una modifica sostanziale del contenuto della precedente previsione urbanistica, relativamente all’area oggetto dell’osservazione, deve ripubblicare il Pgt per dare modo al proprietario dell’area o ad altri soggetti di fare a sua volta delle controdeduzioni. Se in un’area di Milano c’è un certo indice edificatorio, e un’osservazione fa sì che quel terreno diventi un parco pubblico, nel momento in cui il Comune accoglie l’osservazione ha il dovere di ripubblicare la norma per dare la possibilità al proprietario di intervenire a sua volta.

 

Per come è stato modificato finora, il Pgt andrebbe ripubblicato oppure no?

In questa fase non sono ancora in grado di dirlo. Da quello che si è letto finora sui quotidiani per quanto riguarda i principi generali della giunta Pisapia sul Pgt, sembra che le modifiche in taluni casi abbiano quell’aspetto sostanziale di cui parlavo prima. Anche se è vero che l’assessore De Cesaris, nel corso della sua intervista su Milano Finanza, è stata molto lineare al punto da dichiarare: “Noi siamo convinti di aver lavorato sulla strada del Piano di Governo del Territorio precedentemente adottato. Abbiamo mantenuto l’indice edificatorio unico e il principio dell’indifferenza funzionale”. L’esattezza o meno di questa affermazione va valutata attentamente, perché sul punto la giurisprudenza è intervenuta numerose volte facendo emergere un orientamento abbastanza chiaro. Il confine quindi deve essere osservato con molto scrupolo, perché non c’è un grande spazio per l’interpretazione. Se fossi nell’amministrazione, sarei quindi estremamente prudente e nel dubbio ripubblicherei il Pgt. Su questo la giurisprudenza è molto esigente proprio per garantire il principio della partecipazione, che nella disciplina urbanistica è un valore molto forte e prevale sulla celerità del procedimento. Possono esserci delle zone grigie, ma non appena se ne varca una io propenderei per la pubblicazione, e questo anche se ripubblicare il Pgt rallenterà il procedimento in modo notevole.

 

In caso di mancata ripubblicazione, che cosa potrebbe avvenire?

 

La mancata ripubblicazione, nei casi in cui le osservazioni modifichino sostanzialmente il contenuto del Piano, comporterebbe il rischio di un ricorso al Tar da parte del soggetto o dei soggetti interessati, portando di conseguenza a un annullamento delle previsioni oggetto di contestazione. E di conseguenza a un invalidamento che potrebbe riguardare anche l’intero Pgt.

 

(Pietro Vernizzi)