L’Area C è ingiustamente penalizzante nei confronti degli operai turnisti che iniziano a lavorare verso le 18 e finiscono alle 2 di notte, e che quindi sono costretti a usare l’auto per entrare a Milano pagando l’ulteriore aggravio dei 5 euro. A sostenerlo è nientemeno che Onorio Rosati, segretario generale della Cgil di Milano, che sottolinea: “Quella che chiediamo non è una deroga, ma una vera e propria modifica dell’intero sistema dell’Area C. E’ necessario un aggiustamento che valga per tutti, e noi pensiamo di avanzare questo tipo di proposta in rappresentanza dei lavoratori”. Il sindaco Giuliano Pisapia al momento dell’introduzione dell’Area C non ha guardato in faccia a nessuno, finendo per penalizzare anche i lavoratori meno benestanti come gli operai che svolgono il turno notturno. Come sottolinea lo stesso Rosati, “prima dell’introduzione dell’Area C gli assessori Maran e D’Alfonso avevano chiamato la Cgil per ascoltare le nostre proposte, ma poi non siamo più stati convocati per formalizzarci il provvedimento definitivo. Di fronte a un’esplicita richiesta, mi è stato risposto di andarmi a leggere la delibera sul sito del Comune”.



Segretario Rosati, per quale motivo la Cgil chiede di modificare l’Area C?

La Cgil ha sempre manifestato la necessità di compiere una verifica dei dati dopo i primissimi mesi di introduzione dell’Area C, per valutare i risultati della sperimentazione, introducendo quindi al termine di quest’ultima dei possibili correttivi. Insieme ad altre associazioni abbiamo proposto di accorciare la fascia oraria di applicazione dell’Area C, anticipando la fine dell’ingresso a pagamento dalle 19.30 alle 17.30. Questo consentirebbe a tutti i lavoratori turnisti, che in alcuni casi entrano a Milano con i mezzi privati anche perché escono dal lavoro prima dell’alba, di poterlo fare senza dover pagare il ticket di 5 euro che rappresenta un ulteriore aggravio. Questa sarà la nostra proposta quando alla scadenza dei sei mesi si aprirà il tavolo di confronto con tutte le parti per verificare i risultati dell’Area C.



Secondo lei la giunta ascolterà la vostra proposta?

Alla vigilia dell’introduzione dell’Area C, la Cgil e le altre parti sociali si incontrarono con l’assessore ai Trasporti, Pierfrancesco Maran, e con l’assessore alle Attività produttive, Franco D’Alfonso. L’amministrazione si era presa l’impegno di riconvocare tutte le parti dopo i primi sei mesi di sperimentazione, prendendo in considerazione alcune richieste specifiche di deroghe relative ad alcune realtà lavorative come gli ospedali, la Scala o i cinema, il cui personale è chiamato a svolgere attività negli orari serali e notturni.



 

Il sindaco Pisapia però si è già detto contrario a estendere eccessivamente le deroghe …

 

 Quella che chiediamo non è una deroga, ma una vera e propria modifica dell’intero sistema dell’Area C. E’ necessario un aggiustamento che valga per tutti, e noi pensiamo di avanzare questo tipo di proposta in rappresentanza dei lavoratori che fanno il turno in quella fascia oraria, iniziando il lavoro alle 18 o alle 19, e che poi smontano alle 2 o alle 3 del mattino. D’altro canto a che cosa servirebbe la sperimentazione, se non ci fosse la possibilità di introdurre delle modifiche per altro anche argomentate e motivate?

 

Ma la logica dell’Area C non è proprio quella di coprire l’orario di punta, incluso quello serale?

 

Quella dei turnisti è una fascia di punta al contrario. Gli operai notturni infatti entrano in città proprio mentre la maggior parte delle persone escono. Stiamo quindi parlando di un traffico che andrebbe in controtendenza rispetto al flusso serale. E’ un pezzo di traffico che sostanzialmente lavora nelle fasce orarie opposte rispetto a quelle normali. Normalmente si entra la mattina e si esce la sera, mentre i turnisti entrano la sera ed escono il mattino. E’ una fascia oraria più simile a quella dei city user del fine settimana, cioè di coloro che vengono a Milano il sabato e la domenica sera per divertirsi.

 

Quando è stata introdotta l’Area C, ritiene che il Comune abbia dato sufficiente spazio al dialogo con le parti sociali?

La giunta ha adottato la modalità della consultazione dei diversi soggetti. Noi abbiamo preso parte a due confronti, il primo insieme alle associazioni dei consumatori, il secondo da soli come sindacato. Ciò che è mancato è stata la terza riunione. Nella prima riunione infatti il Comune ci ha presentato le sue cinque opzioni, nella seconda abbiamo espresso le nostre valutazioni relative alle ipotesi. Avrebbe dovuto esserci una terza riunione nella quale il Comune scioglieva i nodi, dopo avere sentito tutti, formalizzando la proposta vera e propria. Ciò invece non è avvenuto e quando la Cgil ha chiesto il motivo della mancata terza convocazione, la risposta che ci è stata data è stata che il Comune aveva già definito la sua proposta e che saremmo dovuti andare a leggercela sul sito del Comune di Milano.

 

Questo trattamento è stato riservato solo a voi?

 

E’ una cosa che è successa alla Cgil, ma che ho scoperto essere accaduta anche ad altri soggetti e associazioni, non solo sindacali ma anche dei datori di lavoro. In questa fase d’ascolto è mancata dunque la parte finale, con l’esplicitazione da parte del Comune della proposta complessiva. Nel frattempo Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un protocollo di relazioni sindacali con il Comune, in cui c’è anche una discussione sui temi del trasporto e delle politiche per la mobilità. Quando la sperimentazione si sarà conclusa, ci aspettiamo quindi di essere consultati sia sulla questione specifica dell’Area C sia in ragione di quel protocollo di relazioni sindacali che nel frattempo abbiamo predisposto e definito con il Comune.

 

(Pietro Vernizzi)