Nelle classi milanesi arriva lo psicologo. L’Ordine degli Psicologi della Lombardia e il Comune di Milano hanno firmato un protocollo d’intesa grazie a cui all’interno di ciascuna scuola sarà inserito uno specialista. L’Italia è uno degli otto Paesi dell’Unione europea dove questa figura non è ancora presente in tutti gli istituti. Milano farà dunque da apripista, anche se in alcune scuole lo psicologo c’è già da molto tempo. Tra queste il Centro di Formazione Professionale (Cfp) Galdus di via Pompeo Leoni, la cui preside Paola Missana spiega le ragioni per cui ha deciso di introdurre lo psicologo a scuola: “Di fronte a gravi problemi di comportamento degli studenti, che difficilmente possono essere risolti dal singolo insegnante, la presenza di uno psicologo è di grande utilità. L’importante è che questa figura lavori all’interno dell’equipe formativa, aiutando i docenti a prendere le decisioni più delicate”.



Ritiene che la presenza degli psicologi a scuola possa ridurre il compito degli insegnanti alla trasmissione di semplici nozioni, facendo venire meno l’aspetto del sostegno umano ai ragazzi?

No, l’intervento degli psicologi a scuola è molto importante. Il Cfp Galdus ha due sedi e mille ragazzi e può contate sull’aiuto di tre figure con competenze prevalentemente psicologiche. E’ stato un mio desiderio e una mia richiesta, e noi cerchiamo di lavorare sempre in equipe con loro, che a loro volta sono sotto la supervisione dell’Ospedale San Raffaele. Le competenze della direzione, dell’insegnante, del formatore e dello psicologo aiutano tutti i ragazzi a raggiungere il successo formativo. In questo processo la funzione principale spetta all’insegnante, e nessuno può sostituirsi al suo ruolo, ma ogni volta che i blocchi che ostacolano l’apprendimento sono di natura psicologica è sempre di grande utilità servirsi dell’aiuto di alcune figure competenti.



Secondo lei in quali casi è utile l’intervento dello psicologo a scuola?

Al Cfp Galdus vi ricorriamo spesso, sia nei casi in cui un ragazzo desidera rivolgersi direttamente allo psicologo, sia in quelli in cui l’insegnante chiede allo specialista di intervenire con un’osservazione nel gruppo classe, o di compiere determinate attività, dove si riscontri un blocco nell’apprendimento di diversa natura. Quindi difficoltà di comportamento, problematiche relative alle dipendenze, o di natura affettiva per carenze di diversa natura, disturbi alimentari come bulimia e anoressia, non possono essere affrontati da un singolo insegnante. Mentre se ci sono l’aiuto e il supporto di una figura competente, il docente può intervenire in modo più mirato affinché si raggiunga il successo con l’allievo.



Fino a che punto nelle scuole milanesi sono diffusi problemi psicologici come disturbi alimentari, bullismo, dipendenze e autolesionismo?

Si tratta di problemi che sono presenti tra gli studenti milanesi, anche se non in forme endemiche. E lo stesso vale per difficoltà che possono riguardare una separazione dei genitori o un lutto in famiglia non rielaborato, come pure tutta una serie di situazioni piuttosto delicate in cui l’intervento dello psicologo è utile al docente per comprendere meglio la questione. Per esempio nel caso di difficoltà di crescita da parte dei nostri adolescenti, tali per cui avere un occhio in più, un giudizio in più, una competenza in più è utile per portare i ragazzi a stare bene con se stessi e con gli altri. La mia esperienza relativa alla presenza dello psicologo a scuola è quindi positiva, proprio perché al Cfp Galdus siamo abituati a usufruire di questo supporto. Si tratta di psicologi inseriti da tempo nell’equipe pedagogica, in modo che ciascuno apporti le sue competenze per intervenire meglio con il ragazzo.

 

Lei è preside. Se un suo studente fa uso di droghe, lo manda dallo psicologo o prende provvedimenti disciplinari?

 

Lo psicologo a scuola è un insegnante che è cresciuto nell’equipe formativa. E’ quindi una campana in più da sentire prima di prendere provvedimenti. In quanto preside mi è capitato per esempio di dover valutare se sospendere o meno uno studente, che magari aveva alzato le mani o aveva avuto un atteggiamento aggressivo. Lo psicologo, poiché è una figura all’interno della scuola che conosce i ragazzi, può essere molto utile in quanto rappresenta un aiuto in più nel prendere decisioni e provvedimenti. Questi ultimi possono essere l’allontanamento, l’espulsione, o la presa in carico da parte dei servizi sociali.

 

(Pietro Vernizzi)