“Fondazione Progetto Arca quest’inverno ha affiancato l’amministrazione comunale nell’assistenza ai senzatetto, approntando in 7 giorni ben 6 centri di accoglienza in regime di emergenza, grazie alla presenza indispensabile di Fondazione Banco Alimentare, della Protezione Civile e di altre realtà territoriali che hanno risposto con prontezza al grido dei senza dimora”. A rivelarlo è Alberto Sinigallia, Presidente di Fondazione Progetto Arca, impegnata dal 1994 nella risposta ai bisogni, in continuo mutamento, del territorio milanese attraverso: servizi di pronto intervento per persone senza fissa dimora vittime della dipendenza, un servizio di accoglienza notturna, servizi di accoglienza per i rifugiati e i richiedenti asilo, una unità di strada per i clochard, un servizio di custodia sociale, una vasta attività di sostegno emergenze e sostegno alimentare a fasce di popolazione sotto la soglia di povertà.
In un momento di tagli ai fondi pubblici, in che modo il non profit milanese riesce a continuare a finanziarsi?
Puntando sul privato. Progetto Arca, per esempio, lavora molto sulla comunicazione, tanto che, nel novembre 2011 abbiamo promosso un concerto alla Scala, nel gennaio 2012 abbiamo lanciato l’”Sms solidale” e domenica 18 marzo 2012 ne abbiamo organizzato uno al Conservatorio. Insomma, tanti piccoli eventi finalizzati a coinvolgere anche i singoli cittadini a favore del bene pubblico.
In quali occasioni Fondazione Progetto Arca ha affiancato il settore pubblico?
La Fondazione gestisce, da sempre, servizi accreditati presso la Regione Lombardia, prevalentemente nel settore socio sanitario e ha convenzioni con il Comune di Milano nel settore dell’emergenza umanitaria e della custodia sociale. L’ultima azione condivisa con l’Ente Locale è stata la risposta all’“Emergenza freddo”: in occasione delle temperature rigide di quest’inverno, abbiamo messo a disposizione 350 posti letto in auto-finanziamento, grazie alla sollecitudine dei nostri donatori privati. Ovviamente si è trattato di un caso particolare, non può essere sempre così, altrimenti il sistema del non profit non potrebbe funzionare. In alcuni casi però i privati possono sostenere dei progetti in affiancamento all’amministrazione.
A chi erano destinati i 350 posti letto approntati in emergenza?
Abbiamo inoltre distribuito 10mila pasti, coinvolto 12 operatori ogni notte e costruito una rete di volontari che a livello economico hanno fatto la differenza. Se avessimo dovuto convenzionare questa operazione, alla pubblica amministrazione sarebbe costata 60-70mila euro.
Nel frattempo che cosa sta avvenendo nel campo dei finanziamenti pubblici al non profit?
Il timore è che il Comune di Milano possa tagliare i fondi al non profit, in quanto man mano che scadono le convenzioni annuali, biennali o triennali è possibile che non siano rinnovate. Per quanto riguarda i custodi sociali in particolare, sono già stati dati degli annunci un po’ allarmati.
Per quale motivo i privati, che a loro volta soffrono gli effetti della crisi, riescono a donare i fondi che non sono più erogati dal settore pubblico?
Progetto Arca punta soprattutto sulle micro-donazioni, attraverso strumenti come l’sms solidale. Abbiamo 80mila donatori per somme che variano dai 5 ai 20 euro, e su questi non abbiamo un calo. Il non profit sta registrando dei cali a livello di grandi donatori ma, almeno per quanto ci riguarda, nell’ultimo anno abbiamo addirittura aumentato di oltre il 20% le donazioni che riceviamo.
Per quale motivo queste micro-donazioni in tempi di crisi stanno aumentando?
Perché grazie a un sms solidale di 2 euro garantiamo un pasto ai senza fissa dimora. Non è quindi una somma onerosa, ma uno sa che attraverso quella può dare da mangiare a una persona che ha perso il lavoro, e nell’arco di poche settimane si è ritrovata per strada. E’ quindi un’occasione emotivamente coinvolgente per il donatore. Il settore in cui noi interveniamo, quello cioè dei senza fissa dimora, nell’ultimo anno ha avuto un raddoppio delle utenze tale per cui dobbiamo aumentare le donazioni. Se dunque il pubblico scende e il privato non sale, il rischio è che a rimetterci siano le persone che non riusciamo più ad assistere.
(Pietro Vernizzi)
Ai senzatetto di Milano. Grazie alla sinergia con il Comune abbiamo avuto la disponibilità di spazi nei centri diurni per anziani. La sera, quindi, ospitavamo i senza fissa dimora e la mattina pulivamo e disinfettavamo tutto. Il Comune ci ha, inoltre, messo a disposizione attraverso SOGEMI una discoteca confiscata alla mafia, e attraverso il reperimento di altri spazi gratuiti sul territorio, tra cui il mezzanino della metropolitana della Stazione Centrale e alcuni posti in strutture gestite da noi, siamo riusciti ad approntare i 350 posti letto. Abbiamo inoltre distribuito 10mila pasti, grazie all’insostituibile sostegno di Fondazione Banco Alimentare, coinvolto 12 operatori ogni notte e costruito una rete di volontari appassionati all’umano.
Per quale motivo i privati, che a loro volta soffrono gli effetti della crisi, riescono comunque a sostenere attività di prossimità come la vostra?
La crisi c’è e spesso è un utile opportunità per allargare i punti di vista verso mondi e situazioni prima sommerse. Progetto Arca crede nel cuore di ogni uomo, indipendentemente dal suo stato economico e sociale, e osa proporre la condivisione di un bisogno a tutte le fasce della popolazione, ben sapendo che chi potrà dare darà e chi non potrà dare sarà comunque felice di aver contribuito all’opera con un pensiero, una preghiera, un’azione di promozione. La nostra raccolta fondi, infatti, punta soprattutto sulle micro-donazioni, attraverso strumenti come l’sms solidale. Abbiamo, inoltre, 80mila donatori che ci sostengono con somme che variano dai 5 ai 20 euro, e su questi sappiamo di poter contare perché condividono da anni la nostra mission. Il non profit sta registrando dei cali a livello di grandi donatori ma, almeno per quanto ci riguarda, nell’ultimo anno non abbiamo registrato defezioni.
Per quale motivo si registra un buon esito nella richiesta di queste micro-donazioni?
Perché grazie a un sms solidale di 2 euro garantiamo un pasto ai senza fissa dimora. Non è quindi una somma onerosa, ma uno sa che attraverso quella può dare da mangiare a una persona che ha perso il lavoro, e nell’arco di poche settimane si è ritrovata per strada. E’ quindi un’occasione emotivamente coinvolgente per il donatore, che, mentre lo coinvolge, lo rende contemporaneamente edotto del segmento di opera direttamente dipendente da lui . I settori nei quali noi interveniamo, quelli cioè dei servizi alla persona emarginata e indigente, nell’ultimo anno hanno registrato un forte incremento nel numero di utenti. Questo ci spinge a incrementare la nostra raccolta fondi e a tessere, con sempre più attenzione e passione, tutte le reti possibili, sia con le organizzazioni pubbliche sia con le realtà del privato sociale, necessarie per moltiplicare le piccole ma decisive azioni in grado di produrre cambiamenti determinanti in uomini e donne, come noi, nati per la Felicità.
(Pietro Vernizzi)