E’ ancora sotto assedio nel suo appartamento dopo il blitz di stanotte, il ventiquattrenne franco algerino che rivendica la strage nella Scuola Ebraica avvenuta due giorni fa a Tolosa. Mentre stamane, Gerusalemme ha salutato per l’ultima volta le tre piccole vittime della mattanza, Arieh, Gabriel, Miriam e il rabbino Jonathan Sandler; mentre il mondo si interroga sui motivi del gesto, le Comunità Ebraiche italiane sono fortemente preoccupate per il clima di odio che potrebbe portare a nuove rappresaglie antisemite. E’ di pochi giorni fa l’arresto di un magrebino che progettava attentati contro la Sinagoga di Milano. Ancora una volta qualcuno che, come il killer di Tolosa, professava appartenenza alla religione musulmana.
Abbiamo sentito, per IlSussidiario.net, Daniele Nahum, vice presidente della Comunità Ebraica Milanese che, nonostante la matrice islamica del gesto, ringrazia la vicinanza dei rappresentanti della Comunità Musulmana milanese.
“Questi personaggi si collocano al di fuori della religione musulmana-dice Nahum- perché un simile gesto è inconcepibile per chi abbia un sentimento religioso. Detto questo, la solidarietà della Comunità Musulmana è stata totale. Domani, ad esempio, alla Tefillà, la preghiera che si terrà alla Sinagoga di Via della Guastalla, sarà presente l’Imam della Coreis e diversi amici islamici con cui noi lavoriamo e ci confrontiamo con temi come l’integrazione delle minoranze nella nostra città. Ci sentiamo tutti uniti contro l’anti-semitismo e il razzismo, in generale”.



La soglia d’attenzione va, comunque, mantenuta alta.

Infatti, siamo seriamente preoccupati dopo l’arresto della settimana scorsa di una persona che voleva attentare alla Sinagoga di via della Guastalla. Non è esente nessuna comunità ebraica al mondo.

E’ verosimile che un episodio simile a quello di Tolosa possa accadere anche nel capoluogo lombardo?



Certamente. A Roma, ad esempio, nell’82 c’è stato un attentato in Sinagoga. Può accadere ovunque. Speriamo non accada, ma l’attenzione non deve abbassarsi. Abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine che proteggono le nostre scuole e le nostre sinagoghe, altrimenti saremmo esposti a rischi ancora maggiori.

Vi sentite in sintonia con le istituzioni milanesi?

Assolutamente sì. Oggi si è svolta la Giornata Mondiale contro il Razzismo ed erano presenti l’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e i rappresentanti del Comune di Milano ed è stata commovente la sensibilità che hanno dimostrato il vice sindaco Maria Grazia Guida e l’assessore Majorino.



Come vi è sembrata la reazione dei comuni cittadini?

Noi sentiamo empatia nei nostri confronti. Noi siamo milanesi, innanzitutto. La comunità ebraica non è estranea al tessuto sociale del Paese, ma fa parte integrante della cultura italiana e ci sentiamo protetti e devo dire che la sensibilità delle Amministrazioni, ma di questa in particolare, c’è sempre stata.