I macchinisti delle metropolitane e gli autisti degli autobus minacciano lo sciopero degli straordinari e annunciano una serie di iniziative di protesta per il mancato rispetto delle promesse fatte loro dall’azienda nel 2008. In pratica, considerati i livelli di stress per l’introduzione di nuove tecnologie nei treni e negli autobus, erano stati concordati degli scatti di anzianità più rapidi di quelli previsti dal contratto nazionale. La primavera scorsa i sindacati avevano finalmente trovato un accordo con l’azienda, e avevano firmato una bozza presentandola quindi ai lavoratori. Questi ultimi però avevano rispedito il documento al mittente, rivendicando che a quelle condizioni non se ne parlava nemmeno. In questi giorni sono previsti degli incontri tra sindacati, Comune e vertici aziendali. Ilsussidiario.net ha intervistato Giovanni Abimelech, responsabile sindacale Atm per Fit Cisl, chiedendogli di illustrare le ragioni di questa nuova ondata di scioperi che rischia di coinvolgere Milano.



Abimelech, da quali rivendicazioni nasce la protesta dei dipendenti di Atm?

La protesta nasce dall’epoca in cui Atm era gestita da Elio Catania, insieme al quale era stato concordato un progetto di ristrutturazione della rete metropolitana. Quest’ultimo riguardava non solo i macchinisti, ma anche gli agenti di stazione e le sale operative. Il progetto, che avrebbe dovuto partire nel 2008, non è mai decollato. L’anno scorso siamo giunti alla conclusione di una trattativa e abbiamo firmato una bozza, che poi abbiamo presentato ai lavoratori. Abbiamo chiesto loro di esprimersi e la bozza non è passata, perché a loro giudizio non era soddisfacente.



Quindi i lavoratori hanno bocciato il testo elaborato dai sindacati?

La bozza era stata preparata insieme all’azienda ed era il risultato di un accordo sottoscritto da Atm e sindacati. Per le lungaggini dell’azienda, a distanza di quattro anni la trattativa non è ancora approdata a un risultato.

Gli scioperi Atm provocano gravi disagi non solo all’azienda ma a tutti i cittadini. Fit Cisl farà il possibile per evitare di portare Milano al collasso?

Fit Cisl ha dichiarato in tutti i modi che occorre coesione sociale. E lo ha fatto non soltanto per quanto riguarda la città di Milano, ma anche rivolgendosi al governo. Purtroppo però i problemi finiscono sempre per scaricarsi sulle stesse persone, e cioè sui lavoratori. E’ normale che i cittadini si aspettino un servizio di trasporti pubblici adeguati, perché con l’Area C usare i mezzi privati è un costo. I responsabili dell’offerta di questo servizio però non possono essere solo ed esclusivamente i lavoratori. Quella sugli scatti di anzianità è una trattativa che andava chiusa nel 2008, sia l’azienda sia i sindacati avevano preso un preciso impegno, che va quindi rispettato: non si possono prendere in giro i lavoratori. Se nei prossimi mesi inoltre dovessero essere organizzati degli scioperi contro le modifiche all’articolo 18 da parte del governo Monti, questa è un’altra responsabilità che qualcuno si deve prendere. I lavoratori Atm sono stanchi di dovere capire sempre i problemi di tutto il mondo, quando nessuno vuole capire i loro: ciascuno deve fare la sua parte.



 

Quali sono i nodi del contendere tra l’azienda e i lavoratori?

 

Prima del 2008 sulle linee metropolitane viaggiava un solo tipo di treno. Oggi il lavoro è diventato più stressante, perché le tipologie di convoglio sono molto più numerose e il nuovo sistema di segnalamento Alstom ha creato diverse problematiche ai lavoratori. I sindacati hanno dunque chiesto una ristrutturazione e un avanzamento di carriera più veloce rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale, come è avvenuto anche in altre città.

 

Perché questa richiesta non è stata accolta?

Perché Atm ha preannunciato che il Comune di Milano non le ha rinnovato il contratto di servizio, e non si sa ancora se e di quanto quest’ultimo sarà diminuito. I sindacati si incontreranno con l’assessore ai Trasporti, Pierfrancesco Maran, per discutere del nuovo contratto di servizio e quindi si vedranno con il presidente di Atm, Bruno Rota, facendo ripartire la trattativa sulla metropolitana.

 

Quali aspettative avete da questi incontri?

 

Riteniamo che almeno la trattativa sulla metropolitana vada chiusa congiuntamente a quella sul personale di superficie. Gli autisti dei bus e i macchinisti di ferrovie e tram, aspettano a loro volta dal 2008 di chiudere un accordo. Le nostre richieste non sono soltanto di tipo economico, ma riguardano anche i cosiddetti “turni non guida”. L’età della pensione si è allungata per tutto il personale viaggiante, e occorre quindi introdurre dei turni promiscui, in quanto arrivati a una certa età guidare nel traffico di Milano per otto ore al giorno non è una cosa da poco.

 

(Pietro Vernizzi)