Hanno riportato alla vita 15mila apparecchiature informatiche sostenendo 1500 organizzazioni non profit (di cui il 70% italiane), ha donato 7mila attrezzature sanitarie per avviare quaranta progetti per ripristinare macchinari per la diagnostica medica in trentadue paesi e distribuito software per 1 milione e quattrocentomila euro.
Questi i numeri del Banco Informatico e biomedico, il BITeB che ha riunito in un Convegno al Palazzo delle Stelline i soggetti istituzionali e non, coinvolti nella crescita della tecnologia e nel campo del no profit.
Una rete che unisce il terzo settore e le aziende di produzione di software più importanti al mondo (Microsoft, SAP, Symantec e Cisco). “Il progetto BITeB nasce nel 2003 per iniziativa di un gruppo di amici – racconta il responsabile delle Relazioni Esterne di BITeB Paolo Galandra – che parte dalla considerazione della disponibilità di apparecchiature informatiche dismesse ancora funzionanti da parte di aziende, dall’altro della necessità delle associazioni no profit, in cronica mancanza di fondi, di poter usare queste strumentazioni”. L’anno dell’avvio di un’attività più strutturata è il 2006 che vede l’opportunità per il Banco di rilevare 1500 computer dismessi dalla Regione Lombardia; il 2008 è invece l’avvio della divisione biomedica, riutilizzando al posto di pc attrezzature ospedaliere da destinare anche a paesi in via di sviluppo, in collaborazione con le ONG. Dal 2010, invece, nasce Techsoup (costola italiana di un progetto americano nato molti anni fa che ha ramificazioni in 47 paesi nel mondo) la divisione che si occupa di distribuire prodotto software e hardware.
“Posso dire che un colosso come Microsoft è molto collaborativo nei confronti del nostro progetto- continua Galandra – mette, infatti, a disposizione pacchetti a prezzo simbolico: siamo intorno al 90% di sconto sui prezzi di listino”. Attualmente il Banco impegna 7 persone a tempo pieno e una cinquantina di volontari che si concentra sulla parte informatica. BITeB ha vinto un bando di concorso dell’Ue, in occasione dell’anno europeo del volontariato, con un programma di comunicazione che ha toccato dodici città italiane che ha permesso di promuovere le inziative del Banco.
“La novità, presentata al convegno- dice ancora Galandra- è l’istituzione di una testata “Responsabilità sociale e tecnologia solidale”, uno strumento di comunicazione che serva a noi per raccontare il nostro percorso e ciò che facciamo, sia a chi ci contatta di mettere a disposizione idee ed opportunità, comprendendo il mondo delle imprese dal punto di vista della responsabilità d’impresa”. Purtroppo il periodo non è dei migliori e l’operatività dei progetti è messa a rischio dalla crisi. “Anche se -continua Galandra- le istituzioni partecipano positivamente ai nostri programmi. La Regione Lombardia, in primis, ci ha sempre sostenuto”.