«Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili». Recitava così il “cinguettio” che il governatore della Lombardia Roberto Formigoni aveva postato nei giorni scorsi su Twitter dopo lo scandalo riguardante l’imprenditore Pierangelo Daccò, attualmente in carcere per l’inchiesta sulla fondazione Maugeri e il crac del San Raffaele. Il post del presidente Formigoni ha suscitato l’ironia del popolo del web, tanto che in queste ore anche l’ashtag “anchegesù” si sta trasformando in un vero tormentone mediatico. Ma il paragone di Formigoni utilizzato sul popolare social network non è affatto piaciuto al quotidiano cattolico Avvenire, che bacchetta il presidente della Regione attraverso un breve corsivo pubblicato sull’edizione odierna: «Il serio e capace governatore della Lombardia, – ha scritto il quotidiano – che non è affatto indagato, ma negli ultimi mesi ha visto moltiplicare attorno a sé gli indagati, si è difeso ieri in questo modo dall’accusa di non aver selezionato bene qualche assessore o compagno di vacanze». Avvenire spiega quindi che «non ci sono sentenze da precipitare, ma conclusioni da trarre: poteva e doveva farne a meno, il presidente Formigoni. Di assessori così, di vacanze e compagni di vacanze cosà e di tirare in ballo a sproposito Nostro Signore». Formigoni è stato preso di mira anche dal comico genovese Maurizio Crozza, che nella consueta copertina di apertura del talk show politico Ballarò, condotto da Giovanni Floris e andato in onda ieri sera su Rai Tre, ha imitato per la prima volta il governatore della Lombardia, scherzando su questa frase che nelle ultime ore sta diventando un vero tormentone del web e non solo. Formigoni, con un altro cinguettio su Twitter, ha anche commentato le dimissioni di Davide Boni da presidente del consiglio regionale: «Bel gesto da parte di Boni. Bravo Davide», mentre nei giorni scorsi ha ribadito l’intenzione di voler continuare il suo impegno fino al 2015:  «Noi proseguiamo fino al 2015 – ha detto il governatore lombardo a margine dell’inaugurazione del Salone del Mobile – alla faccia di chi vuole male. Perché questa maggioranza è compatta e sta ottenendo risultati. Uno su tutti il fatto che mentre lo Stato paga a quattro anni di distanza e gli imprenditori si suicidano perché non ce la fanno più, noi in Lombardia paghiamo a 60 giorni di distanza». 



«L’accordo con la Lega e con il Pdl dura fino al 2015. E’ un impegno forte di Lega, Pdl e mio a completare la legislatura fino al 2015. Quindi non c’è nessuna incertezza e nessuna titubanza», ha spiegato ancora Formigoni. 

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