I social network, spesso al centro delle polemiche per l’utilizzo che se ne può fare e il tempo che impegnano distraendo dal proprio lavoro o studio, possono diventare tuttavia uno strumento utile con uno scopo buono: ad esempio “diffondere concetti, valori, esperienze di volontariato e di coesione sociale”, come spiega Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, a IlSussidiario.net. Proprio questo tema è al centro del convegno “Più sociale nel social. Strategie e strumenti per diffondere il concetto di bene comune”, organizzato il 26 aprile al Centro Congressi della Fondazione Cariplo, proprio dalla Fondazione Cariplo insieme alla Fondazione Pubblicità Progresso.



Come nasce l’iniziativa “Più sociale nel social. Strategie e strumenti per diffondere il concetto di bene comune”?

Perché entrambe le Fondazioni sono particolarmente attente al ruolo che la comunicazione può svolgere nel far crescere la coesione sociale e anche nel far conoscere meglio le iniziative culturali, di volontariato e di ricerca sostenute con mezzi finanziari. Inoltre la Fondazione Cariplo sta progettando un approccio molto strutturato all’impiego dei nuovi media, mentre Pubblicità Progresso già dal 2004 sta facendo campagne sempre più interattive e multimediali, che culmineranno con la prossima campagna sulla donazione degli organi, e che vedrà l’impiego coordinato di tutti i media possibili, vecchi e nuovi ad un tempo.



Si parlerà quindi di nuove tecniche di comunicazione sociale?

Non solo. In realtà la mattinata del 26 è divisa in due parti: nella prima parte, dopo l’atteso messaggio del Presidente della Repubblica, passeremo in rassegna le case-histories di associazioni no-profit nazionali e internazionali che stanno dimostrando grandi capacità di innovazione nell’impiego dei social network a fini sociali; da qui il titolo “Più sociale nel social”, nel senso che i social network, oltre che per divertirsi e passare il tempo, si rivelano utilissimi per diffondere concetti, valori, esperienze di volontariato e di coesione sociale. Per l’Italia ci saranno Vidas, Aism, Cesvi, Centro Clinico Nemo. Tra gli internazionali, Greenpeace, Depaul, Amnesty International, Hemathology Institute of Bahia, WWF Ungheria, Israel Anti-Drug Authority.Quindi si tratterà di un vero e proprio seminario di aggiornamento utile per le onlus che vogliano essere al passo con i nuovi tempi e i nuovi media. Ma perché tutto ruota intorno al bene comune?



Sia la Fondazione Cariplo che Pubblicità Progresso operano proprio per il bene comune. Concetto che, dato il contesto che stiamo vivendo con crescente disappunto, sembra sempre meno presente e diffuso nel paese. “Siamo messi talmente male, che fare il proprio dovere è considerato un atto di eroismo”. Così recita un tweet ripreso da un quotidiano. In effetti, il paese riflesso nello specchio dei mass media offre un panorama poco consolante: si parla di corruzione dilagante ovunque, di diffusa pratica di raccomandazioni che umiliano il merito, di politica come mera gestione del potere, mentre il tornaconto personale sembra il naturale orizzonte di un crescente numero di cittadini. Avviene così che il bene comune appaia come un valore vetusto e fuori moda. Eppure esiste un paese ben diverso, fatto di singoli, associazioni ed enti che praticano e sostengono quotidianamente il volontariato e la sussidiarietà, si impegnano nell’aiutare i meno fortunati, nello sviluppare  i talenti e nel comunicare principi di grande valore sociale. Per tutti costoro il bene comune è un valore cui ispirare una costante prassi di vita.Avete invitato il Cardinale di Milano Angelo Scola a tenere una lectio magistralis sul tema. Significa che il bene comune è principalmente un valore cristiano?Il Cardinale Scola è innanzitutto un uomo di grandissima cultura e di notevole apertura, riteniamo che le sue riflessioni in merito saranno di grande interesse per tutti. Il Presidente Napolitano, da laico, farà la sua riflessione tramite un messaggio. E ne parleranno il Ministro del Welfare Fornero, De Rita (sociologo), Scabini (psicologa), Vigna (Filosofo), Guzzetti (uomo di finanza), io stesso (comunicatore). Di bene comune si possono dare diverse definizioni. C’è quello di ispirazione cristiana, così descritto nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes: “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”. C’è quello di ispirazione laica, rappresentato nell’articolo 3 della Costituzione Italiana, ove si afferma che: “E’ compito della Repubblica  rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Un tema quanto mai attuale, per la verità…Interessarsi del bene comune, avere a cuore la vita della polis era per gli antichi greci di primaria importanza, tanto da definire “idioti” coloro che trascorrevano la loro esistenza occupati solo ad accrescere il bene individuale o la propria personale realizzazione. Nei secoli se ne sono interessati a fondo Platone, Aristotele, Seneca, Cicerone, Tommaso d’Aquino, Hobbes, Smith, Rawls, Maritain, solo per citarne alcuni. Per passare poi dalla filosofia al mondo della comunicazione, sono più di 40 anni che Pubblicità Progresso si occupa del bene comune tramite le proprie campagne e le proprie iniziative di formazione: tutta questa esperienza è raccontata nel volume edito da Rai-Eri “Pubblicità Progresso. La comunicazione sociale in Italia”, con la prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che verrà presentato ufficialmente a fine mattinata. Nel complesso si tratterà di un seminario assai ricco di spunti, che ci auguriamo possa interessare in primis tutto il mondo del volontariato. E poi anche i mass media, sperando di poter smentire l’amaro aforisma di Enzo Biagi “Il bene non fa storia”…