321.320 presenze in totale, 282.483 operatori del settore (di cui il 63% proveniente dall’estero), nonché 32.870 visitatori domenicali. I numeri della passata edizione del Salone del Mobile impressionano in tempi di crisi e ristrettezze economiche. Dal 17 al 22 aprile, i Saloni hanno animato la Fiera di Rho con i 2700 espositori italiani e stranieri divisi tra il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, il SaloneSatellite e le biennali EuroCucina e il Salone Internazionale del Bagno. Ma non solo: la “vetrina” del design internazionale ha dato una boccata d’ossigeno all’intera economia milanese, movimentando gli affari per commercianti e operatori del settore. Il capoluogo lombardo in quei sei giorni è apparso come la città mitteleuropea che dovrebbe sempre essere per tutto il corso dell’anno. Con Giovanni De Ponti, direttore generale e amministratore delegato di FederlegnoArredo, abbiamo fatto un bilancio di questo importante evento.



I numeri di questa edizione dei Saloni sembrano davvero impressionanti. Qual è il suo giudizio in merito?

Il bilancio è straordinariamente positivo da diversi punti di vista: per il grande flusso di visitatori professionali, con una maggioranza di stranieri, e per il numero di vendite concluse dai nostri espositori, che sono per lo più italiani. In virtù di questo, farei una considerazione più generale: leggendo i giornali la scorsa settimana era possibile trovare solo scandali, la politica che fatica ad andare avanti e tasse. L’unica nota positiva è stato proprio la vivacità che ha portato il Salone del Mobile. Personalmente, mi sono entusiasmato nel girare i padiglioni e notare la cura con cui i nostri imprenditori hanno rinnovato l’allestimento degli stand e progettato prodotti nuovi e innovativi rispetto anche solo all’anno scorso. La stoffa dei nostri imprenditori italiani è unica ed è sintomo di un certo Dna: vedere questi uomini all’opera è stato entusiasmante.



Milano, la scorsa settimana, è sembrata tornare indietro di qualche anno, prima che arrivasse la crisi: negozi e ristoranti affollati, eventi collaterali che attirano pubblico e movimentano l’economia cittadina.

L’impatto di questo evento sull’indotto della città e della provincia ha portato 340 milioni di euro grazie a nuovi posti di lavoro, il fatturato per commercio, alberghi e trasporti. E’ un motore che viaggia a velocità diversa rispetto a tutti gli altri periodi dell’anno.

 

Qual è il valore aggiunto di questa “vetrina” che sembra reggere di fronte alla crisi?



 

La capacità di attrarre un pubblico di professionisti da tutte le parti del mondo. L’aspetto straordinario che ha segnato quest’anno è infatti la crescita degli operatori stranieri che hanno presenziato ai Saloni e hanno emesso ordini. E’ un mix di adeguata promozione dell’evento presso i target giusti e capacità inesauribile di innovazione dei nostri imprenditori che ci permettono di presentare ogni anno novità belle e interessanti che, a loro volta, riescono ad accontentare varie fette del settore. Gran parte dei compratori, come dicevo prima, sono stranieri e sono attratti dalla funzionalità e dal design dei manufatti made in Italy.

 

C’è un settore legato al vostro comparto che secondo lei ha buone opportunità di crescita in Italia?

 

Secondo me, il social housing avrà ottimi sbocchi. Questo segmento di mercato è destinato alla fascia di popolazione che non ha diritto all’edilizia popolare, ma che non riesce a reggere i prezzi del libero mercato come, ad esempio, lavoratori temporanei, studenti fuori sede, giovani coppie, divorziati o immigrati. Oltre a questi cittadini, c’è un beneficio per chi costruisce, ma anche per il nostro settore che intende fornire gli arredi con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

 

Quale sarà secondo lei il trend del vostro settore per i prossimi anni?

 

Ci sarà sicuramente un incremento delle vendite nei paesi esteri, che sembrano risentire della crisi in modo minore rispetto al nostro Paese. Il mercato italiano non è solo fermo, ma è in contrazione ed è oltremodo necessario orientarsi verso mercati stranieri e la conferma di ciò parte dai riscontri avuti in questa edizione del Salone del Mobile. FederlegnoArredo è vicina agli imprenditori, accompagnandoli per cogliere questa nuova sfida.

 

L’Italia, però, è sempre stata considerata la patria del design.

Non mancano i designer, anzi. Purtroppo, è il mercato a essere in crisi per via della mancanza di domanda interna. Problema dovuto all’assenza di risorse, a sua volta, causato dal’assorbimento delle maggiori imposte. In più, il mercato immobiliare risulta stagnate. Dall’estero, invece, si colgono altri segnali.

 

Quali?

 

Il fatto che dal Brasile siano giunti oltre 10mila operatori e che una società è nata con il solo scopo di organizzare la loro visita al Salone del Mobile di Milano è straordinario. Il dato è ancor più sorprendente poiché ho ricevuto feedback positivi da molti espositori, nonostante in Brasile esista un dazio all’80%. Questo significa che i nostri prodotti hanno decisamente qualcosa in più.

 

Oltre al Brasile, quali sono i mercati stranieri più fertili?

 

La Russia è decisamente un mercato in grande ripresa, così come la Cina, l’India e i paesi dell’Europa dell’Est. Mi aspetto uno sviluppo ulteriore della domanda dei paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, compresa la Turchia. C’è, poi, una buon ripresa del mercato americano. Non a caso FedelegnoArredo ha aperto recentemente un ufficio a Chicago per favorire il link fra i grandi studi di architettura e le nostre aziende, non solo per acquisire commesse per il mercato Usa. Questi studi progettano edifici, grattacieli e hotel per ogni parte del mondo.   

  

Come si sta preparando il Salone alla grande occasione di Expo 2015?

 

Noi siamo stati fra i primi, pochi giorni dopo l’assegnazione da parte del Board, a renderci disponibili con Letizia Moratti per un protocollo di intesa e una collaborazione con gli organizzatori. Per ora, non c’è stato nulla di concreto e aspettiamo che ci chiamino per creare un tavolo comune che possa portare collaborazioni positive. Del resto, noi potremmo veicolare all’estero tutta la parte dedicata alla promozione.

 

Gli spazi della Fiera ospiteranno entrambe le manifestazioni, Expo e Salone del Mobile, oppure è possibile un vostro spostamento?

 

Il Salone occupa tutto il quartiere della Fiera e ridurre, anche se parzialmente, questi spazi significa penalizzare un certo numero di imprenditori. Io spero che prevalga il buon senso e la ragionevolezza e non si arrivi a questo.

 

(Federica Ghizzardi)