Una vera e propria truffa architettata a regola d’arte, quella organizzata dai due falsi parcheggiatori fuori dalla stazione Centrale di Milano. E’ un’inchiesta del Corriere della Sera a svelare il trucco che due abili egiziani, di 26 e 4 anni, usavano in più occasioni per farsi pagare falsi ticket per il parcheggio dagli ignari automobilisti. La polizia locale della Zona 2 di Milano li ha però scoperti e per questo indagati per truffa e contraffazione di pubblici sigilli. Il modus operandi dei due uomini era praticamente sempre lo stesso: l’automobilista arrivava, intenzionato a parcheggiare la propria vettura, e i due egiziani, dopo avergli chiesto per quanto tempo desiderava sostare in quella zona, gli rilasciavano il classico “gratta e sosta”, il ticket per la lunga sosta da grattare. Questo tagliando veniva venduto a un prezzo salato che si aggirava tra i 12 e i 15 euro, ma il problema è che si trattava di un “grattino” totalmente falso. I tagliandi infatti, corredati di ricevuta “Sosta Milano”, non erano quelli regolari rilasciati dall’Atm milanese, così i due egiziani, una volta scoperta la truffa ai danni degli ignari automobilisti che numerosi pagavano la cifra richiesta, sono stati fermati e adesso risultano indagati dalla polizia locale di Zona 2. Il Corriere della Sera, che ha pubblicato quest’oggi la propria inchiesta, fa anche sapere che su quasi cento posti di piazza Luigi di Savoia, questo incasso irregolare può arrivare addirittura a circa 300, 400 euro al giorno. Come se non bastasse, in altre occasioni, i tagliandi regolari venivano grattati dal truffatore, ma con segni impercettibili: così, quando l’automobilista ritornava per riprendersi l’automobile, il finto parcheggiatore riciclava il ticket vendendolo nuovamente, e incassando in questo modo due tariffe con lo stesso tagliando. Era stato sempre il Corriere della Sera, pochi giorni fa, a elencare tutte quelle zone di Milano in cui la maggior parte delle volte è possibile lasciare l’auto per ore senza il rischio di trovarsi una multa sul parabrezza. Tutte quelle aree della città, quindi, dove il cosiddetto piano della «sosta regolamentata» non viene applicato, dove nessun automobilista paga e dove nessun vigile controlla. 



Per questo motivo, spiegava sempre il Corriere della Sera, il Comune di Milano perde almeno trenta milioni di euro l’anno che altrimenti potrebbe incassare.  

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